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Raffiche di sequestri e misure cautelari, inchiesta su scommesse illecite nel Catanzarese – NOMI

Sigilli ai punti della Stanleybet Malta Ltd. Le persone coinvolte operano come ricevitoria fisica senza versare l’imposta. La difesa: «Profondo stupore»

Pubblicato il: 04/11/2022 – 14:08
Raffiche di sequestri e misure cautelari, inchiesta su scommesse illecite nel Catanzarese – NOMI

CATANZARO Via le insegne ed i marchi Stanleybet Malta Lltd da qualsiasi agenzia di scommesse presente sul territorio italiano che l’abbia esposta e sospensione dell’attività di raccolta. A stabilirlo è un’ordinanza del gip di Catanzaro nell’ambito di un’inchiesta della Procura della Repubblica del capoluogo calabrese ancora in corso che si applica a tutte le agenzie in Italia – si parla di alcune migliaia – nei confronti delle quali sarà eseguito territorialmente dalle varie Questure. L’ordinanza prevede il sequestro preventivo di insegne e marchi, oltre al divieto temporaneo di esercitare, in tutta Italia, l’attività di esercizio e raccolta di scommesse sportive. Il provvedimento riguarda anche il titolare di una ricevitoria di un comune del catanzarese. Dalle indagini, condotte da personale della sezione di polizia giudiziaria della Polizia della Procura di Catanzaro, sarebbe emerso come la Stanleybet abbia raccolto in Italia scommesse su eventi sportivi ed altri tipi di eventi, utilizzando sia le proprie sedi che imprese indipendenti, senza avere un titolo concessorio dei Monopoli di Stato e senza la licenza che deve essere rilasciata dal Questore, commettendo così – è l’ipotesi dell’accusa – il reato di esercizio abusivo di attività di gioco o di scommessa. Una contestazione che nasce dal fatto che la società maltese, secondo l’accusa, può solamente esercitare l’attività di scommessa su gioco a distanza, ovvero on line, e, dunque, non può ricevere denaro contante dai giocatori nelle ricevitorie. Di conseguenza, secondo l’accusa, non avendo alcun titolo autorizzativo per le scommesse su rete fisica, l’operatore non può esporre all’esterno del punto vendita, marchi o insegne. A essere indagati sono Carmel Charles Rapa, 71 anni, di Malta; Damiano Paparazzo, 35 anni, di Catanzaro.
Nei loro confronti il gip Gabriella Pede ha ordinato il divieto temporaneo di esercitare, nel territorio della Repubblica Italiana, l’attività di organizzazione, esercizio e raccolta di scommesse sportive e su altri eventi di cui si occupa la società Stanleybet Malta Lltd e la ditta individuale di Paparazzo.

La difesa: «Provvedimento che non tiene conto dalla giurisprudenza nazionale ed europea»

Tesi contestata dal legale della StanleyBet, l’avvocato. Daniela Agnello che in una nota, prima evidenzia che la società «ha appreso solo da fonti giornalistiche dell’esistenza di un presunto decreto di sequestro preventivo di marchi e insegne». E quindi manifesta «profondo stupore per un provvedimento emesso da un giudice territoriale che non tiene conto della giurisprudenza nazionale ed eurounitaria. Il provvedimento – aggiunge il legale – verosimilmente tralascia persino le recentissime sentenze emesse dai supremi giudici italiani che ritengono la posizione della società come un’eccezione alla regola e statuiscono “attività trasparente e lecita” (cfr. Corte di Cassazione) “attività regolare e sanata dalla giurisprudenza” (cfr. Consiglio di Stato)».
L’avvocato Agnello rileva poi che in «attesa di ricevere formali comunicazioni e avviare i tempestivi rimedi processuali, si manifesta al momento solo il profondo sconcerto di apprendere notizie del genere dagli organi di stampa anziché dalla Procura della Repubblica».
L’assenza di concessione su rete fisica, sempre secondo l’accusa, comporterebbe anche il mancato collegamento al Totalizzatore nazionale – strumento informatico che in tempo reale controlla le giocate nei concessionari autorizzati – che, da un lato, garantisce la trasparenza e la regolarità per lo scommettitore e, dall’altro, computa il pagamento delle imposte al quale sono tenute le società di bookmaker ed i propri centri di raccolta.

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