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L’iter

“Divorzio” di Campora da Amantea, indetto il referendum. Ma non c’è la data

Dovrà essere il governatore a fissare il giorno. Intanto il 17 si terrà l’udienza del Consiglio di Stato sul ricorso del Comune contro il Tar

Pubblicato il: 08/11/2022 – 18:15
di Roberto De Santo
“Divorzio” di Campora da Amantea, indetto il referendum. Ma non c’è la data

AMANTEA L’iter per un eventuale divorzio di Campora San Giovanni da Amantea procede. Nell’ultima seduta della Giunta regionale è stata infatti approvata la delibera (esattamente la n°568) con la quale si indice il referendum consultivo per la “Modifica dei confini territoriali dei comuni di Serra d’Aiello e Amantea”. Un passaggio obbligato – avviato dal presidente dell’esecutivo regionale, Roberto Occhiuto – che di fatto spalanca le porte per la consultazione aperta solo ad una parte della popolazione di Amantea – cioè quelli che risiedono nel territorio della popolosa frazione – e ai cittadini di Serra d’Aiello. Saranno esclusivamente loro – secondo quanto riportato anche nella delibera di giunta dello scorso 3 novembre e pubblicata sul Burc di oggi (8 novembre) – a decidere il futuro territoriale dei due comuni e l’eventuale nascita per fusione della nuova realtà amministrativa: Temesa.
Alle urne questi elettori si troveranno a dover rispondere ad una domanda secca: «Volete voi il trasferimento della frazione di Campora San Giovanni dal Comune di Amantea (CS) al Comune di Serra d’Aiello (CS) il quale, a seguito della modifica dei confini secondo la planimetria allegata alla PL 54/12^, assume la denominazione di Temesa?». Una domanda prescritta esattamente dalla delibera varata da gran parte dei componenti della Giunta regionale – assente solo l’assessore all’Agricoltura Gianluca Gallo – che decreterà, se a vincere saranno i “sì”, il divorzio della popolosa frazione del suo capoluogo.
Sempre secondo quanto disposto dalla delibera, inoltre i costi delle operazioni di voto dovranno essere anticipati dai due Comuni (una sorta di beffa per quello di Amantea che eventualmente subirà l’amputazione) ma che saranno poi restituiti dalla Regione a consuntivo dell’attività prevista.
Nella delibera però non si è indicata una data esatta per l’indizione del referendum lasciando intendere che dovrà essere svolto comunque «in epoca antecedente alle previste consultazioni elettorali da tenersi nella prima tornata dell’anno 2023 per l’elezione del sindaco e il rinnovo del consiglio comunale del Comune Serra d’Aiello». Dunque non oltre la primavera prossima, periodo in cui dovrebbero svolgersi le amministrative nel comune serrese.
Sarà il governatore, a cui la delibera demanda il compito, a stabilire con esattezza quella data con un suo apposito decreto di indizione del referendum.

Il ricorso di Amantea al Consiglio di Stato


Passaggi che però potrebbero essere interrotti dalla decisione del Consiglio di Stato chiamato in causa del Comune di Amantea che ha presentato ricorso contro l’ordinanza del Tar pubblicata lo scorso 22 settembre con la quale ha respinto l’istanza cautelare proposta dallo stesso Comune per sospendere la delibera del Consiglio regionale con la quale si approvava la proposta di legge “Modifica dei confini territoriali dei comuni di Serra d’Aiello e Amantea della provincia di Cosenza”.
Soltanto dopo l’udienza del Consiglio di Stato – fissata per il prossimo 17 novembre – si comprenderà se la strada referendaria della possibile “secessione” di Campora da Amantea potrà essere battuta o viceversa si dovranno compiere altri passaggi. Una valutazione che sarà di certo considerata dallo stesso presidente Occhiuto per eventualmente indire il referendum.
Dalla sua l’amministrazione comunale di Amantea – affidandosi ai suoi legali – per difendersi ha diverse frecce nell’arco. Nel ricorso indetto contro la Regione e nei confronti del Comune di Serra d’Aiello e dell’associazione “Ritorno alle origini di Temesa” – le due realtà promotrici del progetto referendario – il Comune di Amantea evidenzia tra l’altro come la proposta di legge regionale presentata dal consigliere Graziano «non poteva nemmeno essere discussa, né il Consiglio Regionale avrebbe potuto approvarla con indizione del referendum Consultivo» mancando la delibera del Consiglio comunale di Amantea.
Inoltre nel ricorso si fa presente come un eventuale divisione del territorio amanteano, comporterebbe la riduzione della popolazione residente al di sotto dei 10mila abitanti per far nascere un altro comune sempre con un numero di cittadini inferiore a quella soglia. Nel ricorso, a questo proposito i legali del Comune hanno evidenziato che «Serra d’Aiello ad oggi ha circa 500 residenti, la frazione di Campora S. Giovanni ha circa 3.407 cittadini residenti e il Comune di Amantea circa 13.272 cittadini residenti». Dunque un’eventuale separazione della frazione dal capoluogo, farebbe scendere la popolazione residente ad Amantea a 9.865 cittadini, mentre Temesa conterebbe nel caso 3.907 abitanti. Una circostanza che andrebbero contro il dettato di legge che proibisce questa ipotesi.
E poi c’è il tema delle «popolazioni interessata» al referendum, che nella previsione della legge regionale e nella decisione del Tar, riduce solo ai cittadini di Serra d’Aiello e ai residenti nella frazione di Campora San Giovanni. Escludendo il resto degli amanteani, nonostante l’eventuale amputazione ricadrebbe su tutti loro.
Tutti aspetti sui quali il Comune di Amantea attende ora una risposta dal Consiglio di Stato. Una decisione che conseguentemente vincolerà le scelte future anche del governatore sul prosieguo dell’iter referendario. (r.desanto@corrierecal.it)

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