La ragion di Stato, si direbbe, nel caso di specie la ragion di coalizione… La proposta di legge presentata da cinque capigruppo (su sei) della maggioranza di centrodestra per introdurre la figura del consigliere regionale “supplente” – già ribattezzata “moltiplica poltrone” – è un polverone che sta scompaginando l’intero quadro politico calabrese. Ma soprattutto starebbe creando, oltre al prevedibile scontro tra maggioranza e minoranze, più di una fibrillazione all’interno dello stesso centrodestra.
Secondo quanto si apprende da fonti accreditate, infatti, nei contatti tra gli esponenti dello schieramento governativo starebbe facendo capolino più di un dubbio sull’opportunità di approvare, lunedì in Consiglio, questa proposta di legge che in effetti suscita tanti interrogativi e anche qualche preoccupazione, legata soprattutto all’opportunità. E soprattutto starebbe suscitando un certo imbarazzo, dichiarato e non dichiarato, in particolare dentro Forza Italia e Lega. Il Carroccio peraltro avrebbe già manifestato il proprio no con la mancata firma della capogruppo Simona Loizzo in calce alla proposta di legge. In tanti poi si stanno chiedendo cosa ne pensa il leader della coalizione, il governatore Roberto Occhiuto, che sulla necessità di dare segnali di discontinuità e di rottura con il passato è rigorosissimo e soprattutto severissimo: nei “corridoi” dei palazzi della Regione ieri in più di un osservatore politico avrebbe percepito la perplessità di consiglieri e dirigenti politici vicini al presidente rispetto all’operazione consigliere “supplente”.
C’è però un tema politico di non poco conto a tenere banco. Da ambienti del centrodestra si fa intendere che la proposta di legge regionale in parola sembra sia fortemente spinta da Fratelli d’Italia, con l’obiettivo di creare un “salvagente” in favore del capogruppo meloniano a Palazzo Campanella Peppe Neri: Neri – riferiscono i bene informati – sarebbe in pole position per entrare in Giunta regionale in luogo di Fausto Orsomarso approdato al Senato, ma i leader nazionali di FdI gli avrebbero detto sì a patto di presentare le dimissioni da consigliere, mentre con il via libera al testo in discussione questo problema verrebbe bellamente aggirato. Gli altri partiti non avrebbero tutta questa necessità, e – a quanto pare – tutta questa voglia di approvare la proposta di legge sul consigliere “supplente” – ma ovviamente avrebbero molte difficoltà a creare uno “strappo” con un alleato dall’enorme peso specifico quale Fratelli d’Italia. «Non piace a nessuno, ma come si fa a dire no a FdI?» , si sarebbe lasciato sfuggire un “colonnello” della coalizione. Inoltre nella maggioranza non manca chi si rende conto che con questo testo normativo c’è il rischio di infilarsi in un percorso tortuoso e anche rischioso, e di finire nella gogna mediatica, sotto i riflettori impietosi della stampa nazionale, soprattutto di quella che cavalca l’antipolitica e che avrebbe già alzato le antenne indirizzandole verso la Calabria, che in fatto di figuracce politiche purtroppo non si fa mancare mai nulla. Per questo nel centrodestra sarebbe già in atto una riflessione profonda che dovrà rispondere anzitutto a una domanda: un “supplente” vale la pena per tutto questo? (redazione@corrierecal.it)
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