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Bonus per chi si sposa in chiesa, fa discutere la proposta di legge della Lega presentata da Furgiuele

L’opposizione contro il testo: «Propaganda anticostituzionale». Il deputato calabrese precisa: «Varrà per tutti i matrimoni»

Pubblicato il: 20/11/2022 – 20:56
Bonus per chi si sposa in chiesa, fa discutere la proposta di legge della Lega presentata da Furgiuele

LAMEZIA TERME Una detrazione del 20% (fino a un massimo di 4.000 euro) delle spese sostenute per la celebrazione del matrimonio religioso. A condizione che le nozze siano celebrate in Italia tra residenti nella penisola da almeno dieci anni, con Isee non superiore a 23mila euro. Lo propone la Lega in una proposta di legge presentata alla Camera il 12 ottobre scorso: il testo oggi ha scatenato una forte polemica. Il progetto di legge – il cui primo firmatario è Domenico Furgiuele, vicecapogruppo del Carroccio alla Camera – prevede una modifica all’articolo 16 del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2013.

Cosa prevede il progetto di legge

«Per le spese documentate connesse alla celebrazione del matrimonio religioso, quali la passatoia e i libretti, l’addobbo floreale, gli abiti per gli sposi, il servizio di ristorazione, il servizio di acconciatura e il servizio fotografico, a decorrere dal 1° gennaio 2023, è riconosciuta una detrazione dall’imposta lorda nella misura del 20 per cento delle spese fino a un ammontare complessivo delle stesse non superiore a 20.000 euro, da ripartire tra gli aventi diritto in cinque quote annuali di pari importo», si legge nel testo. «I beneficiari devono essere in possesso della cittadinanza italiana da almeno dieci anni e avere un indicatore della situazione economica equivalente, riferito al reddito dichiarato al 31 dicembre 2022, non superiore a 23.000 euro ovvero non superiore a 11.500 euro a persona. Le spese connesse alla celebrazione del matrimonio religioso devono essere state sostenute nel territorio dello Stato italiano». «Agli oneri derivanti dall’attuazione delle disposizioni di cui alla presente legge, valutati in 120 milioni di euro per l’anno 2023, in 90 milioni di euro per l’anno 2024 e in 85 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2021, si provvede, per gli anni 2023 e 2024, mediante corrispondente riduzione delle proiezioni per i medesimi anni dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2022-2024, nell’ambito del programma “Fondi di riserva e speciali” della missione “Fondi da ripartire” dello stato di previsione del ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2022, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al ministero del lavoro e delle politiche sociali», si prevede.

Opposizione all’attacco

Aspre critiche sono arrivate dall’opposizione di centrosinistra. Per i Verdi-Sinistra Italiana il testo della Lega è bieca propaganda. «La detrazione delle spese sostenute per i matrimoni solo in Chiesa, proposta dalla Lega, si inserisce nel filone dei bonus per qualsiasi cosa e, di per sé, non è così originale. A qualificarla nel solco reazionario della destra sovranista è il fatto che il beneficio andrebbe riservato a italiane e italiani da almeno dieci anni (e perché donne e uomini nati e cresciuti in Italia che ottengono la cittadinanza dopo i diciott’anni dovrebbero aspettarne altri dieci per sposarsi con il bonus?) e che scelgono il matrimonio religioso, ovviamente rigorosamente etero: una perla di analfabetismo costituzionale. Insomma, meglio della fascistissima tassa sul celibato, ma ce la possiamo risparmiare», scrive su facebook il segretario di Più Europa Benedetto Della Vedova. «Il bonus solo per chi si sposa in chiesa oltre che essere palesemente incostituzionale, denota una cialtroneria rara e l’assoluta distanza dai problemi reali del paese», rincara su twitter l’eurodeputata del Pd Alesssndra Moretti.

Furgiuele: «La proposta sarà allargata a tutti i matrimoni»

Al fondo di tutte queste polemiche, arriva una dichiarazione dello stesso Furgiuele, che precisa: «La proposta di legge a mia prima firma, volta a incentivare il settore del wedding, che per questioni di oneri prevedeva un bonus destinato ai soli matrimoni religiosi, durante il dibattito parlamentare sarà naturalmente allargata a tutti i matrimoni, indipendentemente che vengano celebrati in chiesa oppure no».

Palazzo Chigi: «Non è nell’agenda del governo»

E in tarda serata fonti di Palazzo Chigi precisano che la  proposta della Lega sul bonus matrimonio è «di iniziativa parlamentare» e che «non è allo studio del Governo». «Nell’ambito di un quadro finanziario complesso, l’Esecutivo è al lavoro per sostenere la famiglia con misure concrete e realizzabili, che saranno contenute nella legge di bilancio», aggiungono le stesse fonti. (redazione@corrierecal.it)

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