LAMEZIA TERME Un’ora di colloquio fitto, con il presidente del consiglio regionale chiamato – a tratti – a “presiedere l’assemblea” negli studi de L’altra politica, il programma di approfondimento condotto su L’altro Corriere da Danilo Monteleone e Ugo Floro. Filippo Mancuso, ospite della puntata in onda ieri sera, non ha risparmiato considerazione sullo stato dei rapporti nella Lega e sui recenti inciampi (dipende dai punti di vista, ovviamente) della maggioranza a Palazzo Campanella. Ha difeso la legge (rinviata) sul consigliere supplente e dato appuntamento a una prossima riunione per l’approvazione della norma sulle ludopatie saltata per la mancanza del numero legale. Spiegando che, per quel passo falso, c’è un colpevole «ma non ve lo dico», e comunque «non c’entra né con il centrodestra né col centrosinistra». Infine ha annunciato un grande intervento legislativo sui Consorzi di bonifica dopo anni di «cattiva gestione».
Iniziamo dalla politica in senso stretto. «La nomina di Staine – spiega Mancuso – non è stata turbolenta. L’ha comunicata personalmente Salvini, è una sua scelta. Nell’ambito del partito calabrese si sono aperte delle discussioni di merito su eventuali altre candidature – la Staine era nel novero di queste – poi ovviamente sottoposte al partito nazionale e a Salvini, che ha scelto. Io ho molto rispetto dei ruoli, penso quindi che la decisione dovesse spettare ai vertici del partito calabrese, quindi al commissario, ovviamente sentiti gli esponenti del partito calabrese e gli esponenti della deputazione parlamentare. Questo è stato lo spirito con cui ho affrontato questa vicenda. Sapevo benissimo che avremmo potuto proporre qualsiasi candidatura, ma alla fine avrebbe scelto Salvini di concerto con Saccomanno. Com’era logico, ho evidenziato il fatto che Catanzaro non avesse avuto rappresentanza nelle liste presentate per il Parlamento e ho avanzato l’ipotesi che questo vuoto potesse essere colmato con un assessore di Catanzaro, ma è finita lì. Abbiamo avuto una discussione molto civile, ognuno ha fatto i suoli nomi ma poi ha scelto Salvini com’è giusto che sia».
Rispetto all’esistenza, segnalata da rumors insistenti, di un patto Loizzo-Saccomanno-Salvini (poi venuto meno) per assegnare un assessorato all’ex capogruppo in consiglio regionale aprendo le porte del Parlamento al commissario, il presidente del consiglio dice: «Ne ho sentito parlare, però penso che in fondo questa ipotesi non ci sia mai stata. Se la Loizzo è stata scelta per fare la capolista della Lega alla Camera penso che sia stata scelta per rappresentare la Lega in Parlamento, non credo si potesse avanzare un’ipotesi di dimissioni dopo che è stata eletta per fare l’assessore in Calabria. Onestamente non penso che sia stato così, penso che siano state delle voci, delle eventualità che magari sono state davvero poste ma l’epilogo era già noto». Mancuso scherma anche la raffigurazione della Lega come un partito un po’ rissoso. «È vero che abbiamo dato questa immagine, ma così non è. Si discute sempre in modo democratico, ognuno rappresenta un territorio, siamo quattro consiglieri eletti, due in provincia di Catanzaro – io rappresento più direttamente Catanzaro, Raso il Lametino – e uno di Reggio e uno di Cosenza, che sarà sostituito con Molinaro, peraltro già nostro compagno di viaggio nella scorsa legislatura. Ma questo clima non lo vedo dall’interno: siamo sempre andati d’accordo, mai una discussione tra di noi, poi è normale che su certe questioni ci si confronti e qualcuno parla di rissa, ma per me è solo confronto. Non c’è mai stato nessun problema, sulle questioni più importanti siamo sempre stati d’accordo e abbiamo sempre deciso in mio unitario». E il congresso? È vero che il Carroccio calabrese, in qualche modo, ne ha paura? «Non penso che ci sia alcuna paura del congresso, nel Paese c’è sempre stata negli ultimi tempi una fase emergenziale, con continui cambi di governo, e non è stata questa la fase migliore per celebrare un congresso. Adesso abbiamo davanti 5 anni di governo di centrodestra e questo in effetti potrebbe essere il momento buono: nel 2023 potrebbero verificarsi le condizioni per un congresso, mi auguro una fase tranquilla nella quale la politica avrà tempi e modi per incidere».
Obiezione sollevata nei confronti di Mancuso: troppo appiattito sulle posizioni del governatore. «No – risponde il presidente di Palazzo Campanella –. Io personalmente, ma penso tutto il Consiglio abbiamo piena fiducia nell’operato del presidente Occhiuto, il Consiglio con me in testa si è messo a disposizione del progetto di Occhiuto, e non potrebbe essere diversamente. Non penso proprio di essere appiattito. È ovvio che le cose si devono fare di comune accordo e che vanno concordate, però vanno fatte. Ci siamo messi a disposizione per portare avanti importanti leggi in Consiglio che riguardano la sanità, la riforma del sistema idrico e dei rifiuti, la Sacal, la Sorical, e non può essere diversamente. Che poi si voglia dire che i provvedimenti debbano essere contrastati o meno non sono d’accordo. C’è un Consiglio che viene rispettato in tutte le sue prerogative: apriamo sempre una fase di discussione, i capigruppo vengono convocati regolarmente. Vedo solo una speculazione di qualcuno che, quando le cose vanno troppo bene, vuole per forza mettere il cerino per creare difficoltà». Mancuso si dice «consapevole delle grandi capacità di Occhiuto e fiducioso per il suo operato. Tanto rispetto per Occhiuto e tanto rispetto per il Consiglio, maggioranza e opposizione. Respingo al mittente queste illazioni, anche se è vero che il presidente della Giunta e il presidente del Consiglio, ovviamente, hanno un unico scopo: migliorare le condizioni della Calabria troppo spesso trattata male». Qualche numero: «In un anno abbiamo fatto 120 sedute, abbiamo approvato 60 leggi. Invito a vedere l’operato dei precedenti Consigli regionali. Il nostro è un Consiglio che lavora e lavora bene. Non si può dire che la differenza la fanno quelle due o tre leggi – esempio Sacal o sanità – che per urgenza vengono portate in aula, ma sempre concordate in capigruppo, con le minoranze messe al corrente, quindi con grande democrazia e grande senso di responsabilità».
A proposito di proposte legislative, Mancuso si sofferma sulla creazione del nuovo organismo per i controlli interni della Regione: «Quando si parla di trasparenza, legalità, controllo degli atti, legittimità, iter procedurali, i controlli non sono mai abbastanza. Non entro proprio nel merito. Vedremo come funzionerà, tireremo le somme dalla fine del suo operato. Quando si parla di legalità bisogna agire, e non si agisce mai abbastanza in questo senso».
Un pizzico di stupore Mancuso lo riserva al dibattito infuocato sulla figura del consigliere supplente, innovazione legislativa rinviata dopo una piccola sollevazione politica. «Non pensavamo che un atto così normale potesse suscitare tanta attenzione. Siamo stati tacciati di creare nuove poltrone, ma faccio un esempio affinché si metta una pietra sopra perché tante volte si parla solo per il gusto di parlare: al posto di Fausto Orsomarso eletto alla Camera entrerà la prima dei non eletti della circoscrizione di Cosenza, Sabrina Mannarino, nello stesso tempo calabrese è entrato in Giunta. Quindi, due figure ne sostituiscono una: ma questo è un aggravio di costo? No, è una prerogativa del presidente, peraltro creata dal centrosinistra, quella di nominare assessori esterni. Non c’è alcun poltronificio».
«Aggiungo poi – continua – che abbiamo meno partecipazione nelle commissioni, perché ovviamente il consigliere che è assessore non partecipa alle Commissioni. Se gli assessori interni fossero 4-5 avremmo seri problemi a rappresentare la maggioranza nelle commissioni». C’è stata, però, «cattiva pubblicità e cattiva percezione», dunque «poiché vogliamo che la Calabria recuperi anche il gap reputazione rispetto alle altre regioni, i capigruppo che avevano proposto la legge hanno compreso che questo avrebbe creato disagio e così abbiamo concordato non di ritirarla ma di ritirarla temporaneamente per ripresentarla nell’ambito di una riorganizzazione e di una variazione dello Statuto e del Regolamento».
«Non è una figuraccia», insomma. E «quanto al fatto che la Lega non ha firmato, la nostra capogruppo Loizzo non era presente essendo stata eletta al Parlamento. Dico di più: quando fu eletta la Santelli, fu proprio la Lega a proporre il supplente a inizio legislatura, poi non se ne fece nulla. Non c’è una posizione politica, poi può esserci anche una posizione personale della Loizzo ma non politica». A proposito di inversione di tendenza: «Voglio ricordare – specifica Mancuso – che il Consiglio regionale, che ha un bilancio derivato da trasferimenti dalla Giunta, ha restituito l’avanzo di 13 milioni di euro. Mi si dirà: si restituisce tanto per incapacità a spendere, ma non è così. Non abbiamo sfruttato i soldi dei gruppi perché quando è scomparsa la Santelli non abbiamo creato i gruppi, abbiamo avuto quindi un risparmio tale che abbiamo restituito 13 milioni. Recriminiamo però una cosa: non abbiamo dato la giusta informazione preventiva. Se avessimo presentato la legge sul consigliere supplente prima di portarla in Consiglio regionale spiegando che non avrebbe comportato nuovi costi non ci saremmo trovati a questo punto. C’è stata una cattiva informazione».
Riguardo al passo falso sulla norma per le ludopatie (la mancanza del numero legale ha fatto saltare l’approvazione di un intervento legislativo contestato dall’opposizione), Mancuso spiega: «È saltato il numero legale, e qui so di chi è la colpa ma non ve lo dico. Dico solo che la natura della legge non c’entra» con l’incidente di percorso. «C’è stato un colpevole e mi assumo la responsabilità della mancanza del numero legale, perché il presidente risponde dei suoi consiglieri ma non c’ è stata nessuna cattiveria. È un colpevole che non c’entra né col centrodestra col centrosinistra. È stata brava opposizione se possiamo dirlo. Non so se abbiano fatto il loro mestiere: si poteva approvare mantenendo loro il numero legale e votando contro la legge. Non si trattava di dare un colpo, come dire, definitivo a un’amministrazione: qua si tratta di un incidente di percorso che non ha nessun nessun significato. Fossi stato io all’opposizione onestamente avrei fatto approvare la legge – perché la ripresentiamo –, non avrei fatto mancare il numero legale, magari mi sarei accreditato con il presidente del Consiglio e gli avrei detto “guarda che sono stato io a tenerti il numero legale”. Così ci hanno messo in cattiva luce ma non è che passano per degli eroi. Ora ovviamente la norma sarà approvata perché la maggioranza ce l’avremo».
Mancuso plaude al governo sul tema delle infrastrutture dopo la polemica innescata dal consigliere regionale dem Ernesto Alecci che ha definito una miseria gli stanziamenti per la Statale 106 previsti nella manovra finanziaria e caldeggiati dal ministro alle Infrastrutture Matteo Salvini. «Non so per quanto la sinistra è stata al governo negli ultimi dieci anni: 12-15 anni? Hanno mai messo un centesimo su questi capitoli per la 106?Vediamo cosa succederà ora con un esempio: in media ci sono duecentomila euro all’anno (sono tre miliardi per 15 anni, ndr). I primi due anni saranno oggetto di progettazione e le somme verranno impegnate. Quando si inizierà ci saranno seicento milioni di euro accantonati per iniziare i lavori. Sapete quanto costa il tratto Cutro-Crotone? Duecentoventi milioni di euro. Avremo quindi la possibilità fra tre anni, quando inizieranno i lavori, di realizzare quasi trenta chilometri. Bisogna riconoscere che è la prima volta che la 106 assume una tale importanza per il governo quindi io sono contentissimo. Ringrazio il ministro delle Infrastrutture che è Salvini, perché nessuno ha mostrato questo interesse. Poi devo dire la verità e glielo devo riconoscere: in campagna elettorale ha sempre parlato di 106 e poi ha pianificato questo intervento, il resto sono speculazioni politiche».
Altro dossier caldissimo è quello dei Consorzi di bonifica. Ci sarà una profonda azione di riforma, percorso già tenuto in considerazione dal presidente Occhiuto e dall’assessore all’Agricoltura Gianluca Gallo, ma il ruolo del consiglio regionale sarà inevitabilmente centrale. «Bisogna partire da un riordino di tutto il sistema dei consorzi – spiega Mancuso annunciando un intervento “pesante” –. Non possiamo dire che sia stata una gestione ottimale quella che ci è stata negli anni. Però possiamo dire che i consorzi sono istituzioni che sono state sempre vicine al mondo agricolo e hanno dato grandi, grandi servizi. Purtroppo le cattive gestioni vanno avanti da una quindicina di anni quindi è necessario questo riordino. Il presidente Occhiuto e l’assessore Gallo stanno lavorando e si pensa a un consorzio unico così da poter meglio pianificare tutti gli interventi in modo complessivo, perché se si interviene Consorzio per Consorzio si rischia di fare differenziazioni che non giovano a niente». Nell’ultimo consiglio, spiega Mancuso, «abbiamo predisposto un emendamento per dare un segnale (uno stanziamento da 1,9 milioni di euro, ndr). È solo un segnale però: penso che la riforma che stiamo approntando darà i risultati previsti. Cerchiamo di risanare e di dare continuità e lavoro».
Ultima tappa: Catanzaro e le evoluzioni politiche dopo la sconfitta elettorale del centrodestra. «La ferita elettorale è ancora aperta – ammette Mancuso –. Non penso si stia andando bene, perché ci sono delle difficoltà anche in consiglio con questa maggioranza, un po’ c’è un po’ non c’è… Non vedo grandissime prospettive sulla città. Ieri è passato un assestamento di bilancio per un voto… Io penso che la città abbia bisogno di una politica che dia certezza e ancora questa certezza non c’è. Conosco Nicola Fiorita, è persona perbene, di livello e ce la sta mettendo tutta, però ha una un consiglio, un po’ troppo eterogeneo e con i numeri un po’ risicati». «È ovvio – argomenta Mancuso – che non stiamo infierendo su questo consiglio perché la città ci sta a cuore, sta a cuore a me, sta a cuore a tutti quelli che sono con me. Quindi io spero che si opererà per il meglio. Io per quanto mi riguarda, sono sempre aperto al dialogo con fiorita per quanto riguarda le faccende regionali». Mancuso spiega che non ci sarebbero rimpianti per la sconfitta «se le cose andassero bene adesso. Il problema è che vediamo che tutto ciò che è si è promesso di fare non si sta realizzando, si va a rilento. Si discute, ci sono beghe di posizionamento, manca la politica del fare, è questo che mi rammarica. Assistiamo a un decadimento ma mi auguro che Fiorita riprenda in mano per bene la situazione e possa dare ai catanzarese ciò che si aspettano. Noi ci siamo, lo abbiamo già dimostrato. Ovviamente molte opere che si stanno portando a termine sono state finanziate con attività mie, personali di altri che si sono battuti, per questo datemi sempre una mano». Il punto non è offrire o meno soccorso consiliare al sindaco. «Io voglio che sia realizzato quello che la città si merita. Vorrei vedere il cambiamento che era nei miei piani e in quelli degli alleati. Un progetto che non si è realizzato perché abbiamo sbagliato tanto. Io spero che si possa migliorare e che la consiliatura sia portata a termine. Però onestamente intravedo molte difficoltà».
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