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Gioco d’azzardo, comunità terapeutiche in campo: ritirare quella legge, è un colpo di spugna

Il Coordinamento degli enti accreditati sollecita il Consiglio regionale a non approvare il testo proposto dalla maggioranza di centrodestra

Pubblicato il: 06/12/2022 – 12:26
Gioco d’azzardo, comunità terapeutiche in campo: ritirare quella legge, è un colpo di spugna

CATANZARO «Il Consiglio regionale ritiri quella proposta di legge che con un colpo di spugna elimina i vincoli minimali al gioco d’azzardo». Dopo il grido d’allarme di don Giacomo Panizza le comunità terapeutiche della Calabria scendono in campo contro la proposta di legge regionale che modifica il testo del 2018 in tema di ludopatia. Il “Crea” – Coordinamento regionale degli enti accreditati per la cura delle persone con dipendenze patologiche – contesta fortemente la decisione della maggioranza di centrodestra di portare il provvedimento all’approvazione del prossimo Consiglio regionale, in programma lunedì, dopo lo stop nella precedente assemblea per mancanza di numero legale. «No al taglio delle regole sul gioco d’azzardo», dicono in una conferenza stampa a Catanzaro, nella sede della Regione, Roberto Gatto, presidente del “Crea”, e tutto il direttivo del Coordinamento, che raggruppa 14 enti (Agorà Kroton, Centro calabrese di solidarietà, Fondazione Exodus, la Casa del Sole, Malgrado Tutto, Comunità Progetto Sud, Cereso, Cast, il Mandorlo, Comunità Emmanuel, il Delfino, Centro accoglienza l’Ulivo, Gruppo Maranathà e Associazione Comunità Regina Pacis). «Nella proposta di legge – sostiene Gatto – si trovano, in primis, l’eliminazione della norma che fissa ad otto ore giornaliere l’apertura delle sale giochi e delle sale scommesse con la conseguente apertura giorno e notte, poi la riduzione da 500 metri a 300 metri della distanza minima tra sale giochi e scuole, nei comuni con più di 5.000 abitanti, e in ultimo la cancellazione dell’obbligo di adeguamento al “distanziometro” per le autorizzazioni rilasciate fino al 5 maggio 2018, con la definitiva accettazione che le sale rimangano anche a 10 metri da scuole, centri sportivi, luoghi di culto eccetera. L’approvazione di questa proposta di legge – prosegue il “Crea” – sarebbe un gravissimo errore ed è chiaro a chiunque sia dotato di buon senso. Nell’opinione pubblica calabrese sta crescendo il dissenso contro questa proposta. Il Consiglio regionale è invitato a prenderne atto». Nell’incontro con i giornalisti il Crea, che ieri ha inviato una lettera al presidente della Giunta regionale Occhiuto e al presidente del Consiglio Mancuso, oltre a evidenziare il “vulnus” del testo critica il fatto che «è stata completamente bypassata, nell’esame, la terza Commissione Sanità del Consiglio regionale, che invece doveva essere coinvolta», rileva come «tutte le altre Regioni si stanno determinando in materia con regole più stringenti perché la dipendenza da gioco d’azzardo ha conseguenze sociali e sanitarie molto rilevanti e nella nostra regione ancora di più per le motivazioni che tutti consociamo bene» e inoltre manifesta «il sospetto che dietro la riproposizione dei questo testo ci siano forti interessi». Da qui la richiesta-appello alla politica calabrese e al Consiglio regionale di ritirare la proposta di legge. (redazione@corrierecal.it)

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