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Zes, Romano: «In quattro mesi abbiamo dato concretezza al progetto»

A L’altra Politica, il commissario Giosy Romano. «Fondamentale l’introduzione dello sportello unico digitale che governa il sistema»

Pubblicato il: 12/01/2023 – 7:46
Zes, Romano: «In quattro mesi abbiamo dato concretezza al progetto»

LAMEZIA TERME Zona economica speciale. È questo il primo argomento trattato nel corso dell’approfondimento “L’altra Politica”, in onda ieri sera su L’altro Corriere Tv. Ospite di Danilo Monteleone, Giosy Romano, commissario delle Zes calabresi.
La zona economica speciale «è una zona in cui vigono non delle regole speciali – spiega subito Romano – ma delle semplificazioni burocratiche che consentono l’allocazione di regole normative in termini semplicistici ed è finalizzata all’attrazione di investimenti sul territorio. Muove da questo presupposto: attrarre investimenti in particolari regioni d’Italia, poco sviluppate o in via di transizione e la Calabria accede a questa definizione».
Romano ricopre lo stesso incarico anche per la Campania. «Il mio compito in Calabria è facilitato da quell’esperienza che mi ha reso profondo conoscitore di regole che consentono di prevenire ostacoli nella definizioni del percorso e di avere soluzioni già applicate».

I “fatti” dal 30 agosto ad oggi

Rispetto alla disillusione dei calabresi ai grandi annunci come quello sulla Zes, il commissario precisa. «A me piace parlare con i fatti. Un evento che definisco epocale è l’introduzione dello sportello unico digitale che governa il sistema della Zes: l’imprenditore che intende allocarsi in zona avanza una sola istanza, in via telematica, allo sportello che genera un unico provvedimento che è l’autorizzazione unica del commissario e che permette di superare quella molteplicità di autorizzazioni, prima necessarie, per l’insediamento. Si tratta di una semplificazione burocratica che costituisce il vero attrattore per gli investimenti». «È stata costituita una struttura a supporto del commissario di governo – chiarisce Romano – formata da due componenti, una fissa e una variabile. Abbiamo individuato una serie operativa a Lamezia Terme; sono stati realizzati protocolli d’intesa con istituti bancari e finanziari; si è tenuto un incontro che genererà un protocollo con le organizzazioni sindacali; è stato fatto un roadshow con Confindustria nelle province della Regione per far comprendere agli imprenditori l’innovazione determinata dallo sportello unico digitale e dalle opportunità della Zes. È stato posto in essere, insomma, quell’impianto costruttivo previsto dalla norma che fin qui non era stato realizzato e che costituisce il punto di partenza. A mio avviso, adesso parte il momento di raccogliere i risultati del lavoro fatto».

Cosa cambia per una azienda che intende collocarsi nella Zes

«La Zes nasce per attrarre investimenti ma ha anche una logica premiale nei confronti delle aziende già allocate in quelle aree e ciò per andare a delineare i vantaggi. Quelle già insediate che realizzano un nuovo investimento o un ampliamento dell’esistente – prosegue il commissario – beneficiano della misura del credito d’imposta previsto dalla norma, finora ancorata alla scadenza del 31 dicembre 2022 ma prorogata al 31 dicembre 2023 che ha un valore di 100 milioni di euro per ciascun investimento e che viene realizzato, con percentuali distinte in ragione della grandezza dell’impresa. Ed ha un altro vantaggio sotto il profilo finanziario che propone la riduzione delle imposte sui redditi alla metà per i successivi sette anni. È un intervento che può apparire parva materia rispetto a ciò che accade in altre Zes, ma che comunque costituisce un forte acceleratore dell’investimento. Nelle Zes vengono allocate risorse per 250 milioni di euro per i cosiddetti contratti di sviluppo».

Le Zes in Calabria

Nel perimetro regionale sono presenti quattordici zone economiche speciali, «per lo più coincidenti con le aree industriali e con quelle a ridosso delle Autorità di sistema portuale perché, per definizione le Zes muovono da una Autorità di sistema portuale. Non è limitata al porto di Gioia Tauro, ma comprende tutte le altre aree a vocazione industriale della Calabria che hanno una unica caratteristica, quella di essere legate da un nesso economico-funzionale e che sono state scelte per effetto del Piano strategico regionale risalente al 2017 e approvato l’anno successivo, per cui necessiterebbe una ottimizzazione».
In proposito, Giosy Romano spiega che una previsione normativa attribuisce al commissario il «compito di una revisione straordinaria del perimetro delle Zes, che demanda ad un decreto del presidente del Consiglio dei ministri ai fini dell’individuazione della procedura idonea. Siamo alla vigilia, si spera, dell’emanazione del decreto che consenta l’ottimizzazione del piano strategico regionale. Muoviamo dal presupposto: il piano risale al 2017, un’epoca fa rispetto a quanto accaduto in questi anni. L’idea muove dal principio di base ricavato da altre Zes: sono divisive, tendono a privilegiare un territorio in danno di un altro. La nostra abilità è tentare di farne beneficare anche i territori limitrofi».

La necessità di infrastrutture materiali e immateriali come la sicurezza

Uno dei compiti commissariali è anche quello di proporre al livello centrale «opere infrastrutturali capaci di recepire e avvantaggiare gli investimenti. Inutile pensare di attrare l’impresa attraverso la semplificazione e l’agevolazione finanziaria se l’impresa stessa non ha l’infrastruttura idonea a far viaggiare i prodotti in maniera rapida e concorrenziale sul mercato. Non si può tentare di fare concorrenza tra Campania e Calabria, la Puglia o l’Abruzzo, ma bisogna ragionare in termini di Zes Italia, andando a valorizzare per ciascun territorio le eccellenze che offre quel determinato territorio. Ho una visione diversa rispetto alla concorrenzialità della Calabria: credo che abbia la posizione geografica migliore in assoluto tra tutte le regioni. È al centro del Mediterraneo, capace di sfruttare il principio delle autostrade del mare che altre regioni non sono in grado di sfruttare. Va recuperata quella centralità accompagnata con infrastrutture capaci di far viaggiare merci in maniera rapida e sicura. Tutto questo deve essere accompagnato da un’altra infrastruttura immateriale: la sicurezza. Per questo il commissario – sottolinea Romano – si è fatto carico di avanzare un’ipotesi progettuale al Ministero dell’Interno, tesa a rendere sicure tutte le aree industriali attraverso un sistema che eviti l’intrusione di inquinamento ambientale o immissioni delinquenziali. Se tutto questo viene portato a sistema si determina il risultato positivo». (redazione@corrierecal.it)

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