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Nuovo ospedale della Sibaritide, ieri il collaudo dello “scheletro” e oggi tavolo a Roma

I diversi step per la realizzazione sembrano avere tempi europei ma sul cammino restano ancora tante incognite

Pubblicato il: 02/02/2023 – 18:06
di Marco Le Fosse
Nuovo ospedale della Sibaritide, ieri il collaudo dello “scheletro” e oggi tavolo a Roma

Sembra aver ripreso vigore la marcia verso la realizzazione del nuovo ospedale della Sibaritide. Dopo la nebbia che era salita, subito dopo l’estate scorso, attorno alla struttura di Insiti, relativi alla dote finanziaria dell’opera ma anche rispetto alle diverse altre opere collaterali che andrebbero realizzate per mettere in esercizio il presidio ospedaliero una volta conclusi i lavori, ora pare che le nubi stiano andando lentamente a diradarsi. Negli ultimi giorni le notizie sul costruendo nosocomio della Calabria del nord-est sembrano rincorrersi e anche i diversi step procedurali sembrano avere, oggi, dei tempi europei. Appena lunedì scorso, a Cosenza si è riunito il tavolo tecnico convocato dal prefetto Ciaramella e voluto dal presidente Occhiuto per fare il punto sullo stato attuale dell’opera ma soprattutto per tracciare i nuovi e prossimi orizzonti. L’incontro bruzio si era aggiornato ad una nuova riunione della cosiddetta cabina di regia che si sarebbe dovuto tenere a Roma. Incontro che c’è stato in tempi record e si è tenuto stamani, nella sede capitolina della Regione Calabria in piazza di Campitelli alla presenza del governatore e commissario alla sanità Roberto Occhiuto, dei dirigenti della Regione e della parte concessionaria dell’opera, la società D’Agostino costruzioni di Avellino con tutta la sua “armata” di tecnici, legali e contabili. Perché questo “plotone” vigoroso di figure tecniche e di diversa natura (progettuale e contabile) attorno ad un tavolo? Perché con tutta probabilità il presidente Occhiuto vuole affrontare prioritariamente (e subito risolvere) la questione relativa al programma economico-finanziario. Sul progetto del nuovo ospedale, ricordiamo, gravano tre “ipoteche” importanti. La prima: il suo progetto iniziale è stato elaborato quasi due decenni fa e, nonostante nel tempo siano state approvate delle modifiche, il suo costo di realizzazione iniziale è totalmente differente dalla capacità economica che occorrerebbe ora. La seconda: l’attuale concessionario è subentrato in corso d’opera al precedente concessionario Tecnis che si era aggiudicato l’appalto, tra l’altro con un evidente ribasso. La terza: la crisi economica e dei prezzi registratasi negli due anni ha fatto lievitare a dismisura i costi di produzione dell’immobile.

La soluzione sul tavolo

Si rende necessaria, quindi, una sostanziale modifica in corso d’opera. Anche perché l’altra soluzione da percorrere – assolutamente scongiurabile – sarebbe quella di lasciare la struttura così com’è oggi, in preda al tempo e magari in attesa di una contingenza migliore. Sarebbe una sciagura lasciare un ecomostro nel cuore geografico di Corigliano-Rossano e soprattutto in un territorio come la Sibaritide che vive un profondo deficit di servizi sanitari. La soluzione è risolvere il problema. E una delle strade che si potrebbero percorrere sarebbe quella della revoca del contratto di concessione che di fatto, allo stato attuale, darebbe alla società appaltatrice dell’opera la possibilità di gestire tutti i servizi ospedalieri per i prossimi 30 anni così da poter far rientrare il capitale investito sulla struttura. La revoca di questo strumento, quindi, consentirebbe alla Regione Calabria di riacquisire l’intera titolarità sula funzionalità del nuovo ospedale consentendogli, di fatto, di mettere sul piatto nuovi fondi per ultimare la struttura e metterla in esercizio. Quanti soldi la Regione sia disposta a mettere sul tavolo per ultimare il nosocomio non lo sappiamo. Ma questo sarebbe uno step successivo. Oggi occorre, invece, trovare la formula burocratica e procedurale giusta per uscire da quello che al momento è l’ostacolo più grande, e quindi trovare il modo per mettere più soldi sulla partita di Insiti. La speranza è che l’incontro romano di oggi, abbia potuto già partorire qualche buon risultato. Ma questo lo sapremo solo nelle prossime ore.

Il collaudo statico dell’opera strutturale

Ma ad Insiti i lavori non si fermano. Mentre le squadre di carpentieri stanno ultimando lo scheletrato (che di fatto è già completato), ieri sul cantiere c’è stato il collaudo statico della struttura. Tecnici specializzati, accompagnati dal project manager, l’ingegnere Domenico Petrone, sono scesi nelle viscere del costruendo ospedale, li dove esistono le piattaforme antisismiche e proprio lì dove appena 11 mesi fa c’era soltanto una foresta di pilastri. Sono state tutte le verifiche tecniche per valutare l’adeguatezza delle fondamenta di una costruzione che, una volta in esercizio, sarà il più grande edificio antisismico mai costruito nella Calabria del nord-est.

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