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IL FATTO

Catturato il killer della ‘ndrangheta Massimiliano Sestito. Era evaso il 30 gennaio

Rintracciato alla Circumvesuviana di Sant’Anastasia mentre aspettava un taxi. Trovato con 1.500 euro, due cellulari e due santini

Pubblicato il: 04/02/2023 – 19:20
Catturato il killer della ‘ndrangheta Massimiliano Sestito. Era evaso il 30 gennaio

NAPOLI I carabinieri di Milano, con il supporto dei colleghi di Napoli, hanno catturato il killer della ‘ndrangheta Massimiliano Sestito, evaso dai domiciliari a Pero, nel Milanese, il 30 gennaio. Secondo quanto si apprende, ha cercato di scappare quando si è reso conto che i carabinieri lo avevano individuato e braccato. Un tentativo andato a vuoto per l’uomo che aveva già scontato una condanna per l’omicidio del carabiniere Renato Lio nel 1991 e attendeva la pronuncia del ricorso in cassazione per l’omicidio del boss Vincenzo Femia, è stato rintracciato e catturato dai militari alla Stazione Circumvesuviana di Sant’Anastasia in provincia di Napoli.

Le indagini tramite intercettazioni telefoniche e monitoraggio sul web

Per catturare Sestito sono state fondamentali le intercettazioni telefoniche: è quanto spiegato dai carabinieri. Il grandissimo e immediato impegno dei militari è stato «anche dovuto alla volontà di onorare l’appuntato dei carabinieri Renato Lio ucciso nel 1991». Per arrivare a Sestito sono stati utilizzate anche il monitoraggio del web e le indagini sulle relazione dell’assassino che si ritiene avesse «coperture» dove è stato arrestato. 

Trovato con 1.500 euro, due cellulari e due santini

Sestito non era armato al momento dell’intervento dei carabinieri. Era da solo davanti alla stazione della Circumvesuviana e aspettava un taxi. In suo possesso un documento di identità del fratello, con il quale esiste una notevole somiglianza. Addosso aveva 1.500 euro, due cellulari e due santini, «Fate quello che dovete», ha detto a chi lo ha catturato senza dire il suo nome. Sono in corso indagini per accertare da dove provenisse e dove intendesse dirigersi.

La fuga e la cattura

Il pregiudicato considerato organico della cosca catanzarese di “Iozzo-Procopio-Chiefari” aveva fatto perdere le sue tracce dalla sera dello scorso 30 gennaio, quando il cinquantunenne è scappato dalla casa del padre a Pero, nel Milanese, rompendo il braccialetto elettronico. Nell’appartamento era arrivato lo scorso 12 gennaio in regime di arresti domiciliari inattesa della pronuncia della Cassazione sulla conferma o meno dell’ergastolo per l’assassinio del boss Vincenzo Femia ucciso da un gruppo ‘ndranghetista il 24 gennaio 2013 in località Castel di Leva, all’estrema periferia di Roma. I supremi giudici hanno rinviato la decisione al 28 febbraio dopo l’udienza di venerdì. Sestito sulla base di un provvedimento spiccato dalla procura generale di Roma è stato portato al carcere di Secondigliano. Le indagini dell’Arma puntano a ricostruire la rete di fiancheggiatori che in questi giorni ha fornito appoggi a Sestito. In particolare, nel Napoletano, dove da quanto appreso – il 51enne non era solo di passaggio. Già nell’agosto del 2013 Sestito era fuggito. Dopo un permesso premio non era rientrato al carcere di Rebibbia, dove allora era detenuto. In quel caso gli agenti della Squadra mobile della Capitale lo avevano rintracciato poco più di un mese dopo in spiaggia a Palinuro, in provincia di Salerno. «Complimenti all’Arma dei Carabinieri per la cattura di Massimiliano Sestito, pericoloso esponente della ‘Ndrangheta evaso dagli arresti domiciliari lo scorso 30gennaio», ha dichiarato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, sottolineando «l’importanza di un’operazione che ha consentito di interrompere in tempi brevi la latitanza del criminale già condannato a 30 anni per l’omicidio di un Carabiniere e che era fuggito inattesa del verdetto della Cassazione per un altro omicidio». 

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