COSENZA Francesco Gallo torna al cinema con un nuovo intenso documentario. Dopo i successi internazionali ottenuti con “Negri-Sport in the U.S.A” (miglior documentario al Los Angeles Cinematography Awards) e “Sportiva” (premio della critica-Bruno Breneck alla finale del Campionato Mondiale del Cinema, della Televisione e della Cultura sportiva), lunedì 13 febbraio alle 19.30 il giovane e talentuoso regista e scrittore cosentino presenterà, in anteprima nazionale, al cinema “San Nicola” di Cosenza, “Le Dee di Olimpia”. Il documentario racconta il difficile percorso dell’emancipazione femminile attraverso lo sport olimpico. Un secolo di lotte politiche e sociali lungo il quale molte atlete hanno scritto alcune delle pagine più belle ed emozionanti nella storia delle Olimpiadi moderne. Dalle lotte per il diritto al voto di inizio ‘900, alle prime partecipazioni ai Giochi; dalla crescita dello sport femminile come propaganda politica sotto le dittature, passando alle conquiste politiche e sociali degli anni Sessanta; dal post-femminismo fino al raggiungimento della parità numerica nelle gare alle edizioni di inizio secolo.
Ormai da anni, con le sue opere letterarie e cinematografiche, Gallo mette in relazione sport e sociale utilizzando un linguaggio immediato, innovativo, efficace e al tempo stesso di una sensibilità unica verso tematiche non sempre facili da trattare. «Ho provato a rendere per immagini il mio libro omonimo – rivela il regista al Corriere della Calabria – scritto nel 2016 in occasione delle Olimpiadi di Rio de Janeiro. Sono partito da un quesito a mio avviso fondamentale: “Esiste l’eroe sportivo di genere femminile? La donna campionessa in cui ritrovare i tratti che la configurino come eroe, anzi eroina?”.
Per fare di una donna atleta un’eroina occorrono contesti speciali, nei quali il successo acquista contorni che possano oltrepassare il perimetro della semplice dimensione sportiva. È il contesto, dunque, cioè la cornice più generale nel quale l’atleta e le sue imprese si collocano, che fornisce gli elementi per attribuire la patente di eroico a un evento che rischierebbe di restare grande, importante o straordinario. Nella storia delle Olimpiadi – conclude Gallo – il contesto storico e sociale non è mai mancato, proprio perché a livello sportivo i Giochi rappresentano al meglio lo specchio o il termometro perfetto di come vanno le cose nel pianeta. E le donne, a prescindere, dalle altalenanti possibilità di accesso alle gare, sono state da sempre protagoniste, dentro e fuori le gare». (fra. vel.)
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