CATANZARO È stata fissata per il prossimo 15 febbraio, davanti alla giudice Gabriella Pede, l’udienza preliminare in camera di consiglio per 23 persone coinvolte nella presunta truffa dello “Stato teocratico antartico di San Giorgio”. La fissazione arriva a valle dell’inchiesta della Procura di Catanzaro denominata “L’isola che non c’è”. Secondo l’accusa, un gruppo di soggetti si sono «auto-proclamati» cittadini e governanti di un sedicente “Stato Teocratico Antartico di San Giorgio” e, in tale veste, hanno effettuato una massiva campagna di proselitismo nei confronti di un numero notevole di persone che hanno aderito a tale progetto, pagando un corrispettivo per l’acquisto della cittadinanza e di alcuni documenti connessi allo status di cittadino sangiorgese. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere, concorso esterno in associazione per delinquere, truffa, fabbricazione e possesso di documenti falsi validi per l’espatrio, riciclaggio, tentata estorsione, esercizio abusivo di una professione, favoreggiamento, falso. La chiusura delle indagini era stata notificata a 26 persone: tre di queste, però, hanno scelto di patteggiare.
Queste le persone coinvolte in seguiro alla chiusura indagini, vergata dal sostituto procuratore Saverio Sapia, dall’aggiunto Giulia Pantano e dal procuratore Nicola Gratteri, è stata notificata a: Silvio Deni, classe ’57, di Cosenza; Fabrizio Barberio, classe ’72, di Catanzaro; Damiano Bonventre, classe ’51, di Alcamo; Domenico Bruno detto Mimmo, classe ’54, di Tiriolo; Manuel Casara, classe ’76, di Vicenza; Philip Chircop, classe ’52, di Malta; Luigi Tommaso Ciambrone, classe ’63, di Catanzaro; Lorella Cofone, classe ’63, di Cosenza; Emanuele Frasca, classe ’66, di Squillace; Enrico Gambini, classe ’66, di Teramo; Liliya Koshuba, classe ’56, nata in Uzbekistan e residente ad Alcamo; Cristian Lacalandra, classe ’81, di Lucca; Federico Lombardi, classe ’67, di Teramo; Claudio Martino, classe ’63, di Roma; Luigi Achille Martinucci, classe ’70, di Milano; Anna Maria Mazzaglia, classe ’53, di Messina; Roberto Petrella, classe ’47, di Teramo; Aldo Piattelli, classe ’64, di Roma; Nicola Pistoia, classe ’58, di Catanzaro; Roberto Santi, classe ’58, di Roma; Giuliano Sartoron, classe ’72, di Padova; Carmina Talarico, classe ’62, di Catanzaro; Rocco Viva, classe ’55, di Lecce.
Stando alle indagini, sottobanco veniva promesso «in cambio dell’acquisto a titolo oneroso della cittadinanza sangiorgese, la possibilità di essere assunti alle dipendenze dello Stato sangiorgese, oppure di fruire di una tassazione fiscale agevolata, di utilizzare i documenti dello stato per circolare liberamente in tutto il mondo, di usufruire di mutualità di vario tipo, di proteggere i beni da eventuali azioni esecutive dello Stato italiano, di ottenere finanziamenti di vario genere, di eludere l’obbligo vaccinale dello Stato Italiano e di esercitare liberamente la professione di medico sul territorio italiano ancorché sospeso o radiato dall’ordine dei Medici». (redazione@corrierecal.it)
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