LAMEZIA TERME Il grande congresso della Cgil organizzato a Rimini nei giorni scorsi ha toccato, come al solito, diversi temi i cui risvolti si riflettono anche in Calabria. E non potrebbe essere altrimenti quando si parla di sanità, occupazione, reddito di cittadinanza e salario minimo. Temi che, presto, porteranno proprio la Cgil insieme a Cisl e Uil ad organizzare una grande mobilitazione. In attesa che accada, però, bisogna fare i conti con il quadro attuale, caratterizzato da un clima internazionale incerto e una linea di governo che, da settimane, sta cercando di dettare la propria agenda tra autonomia differenziata e il previsto stop al reddito di cittadinanza con l’introduzione di nuove misure.
«Durante i confronti nel corso del congresso abbiamo parlato di quella che è la situazione del Paese, il precariato e la lotta allo sfruttamento. I tre temi principali che sono usciti fuori dal Congresso sono legati al tema salariale e quindi questa grande battaglia per un fisco più equo che possa ridare più potere d’acquisto ai salari, e questo della salute che ci porterà nei prossimi giorni anche ad attivare un percorso unitario con Cisl e Uil per una grande mobilitazione nazionale e regionale che faremo ovviamente anche a partire dalla Calabria».
A parlare è il segretario generale della Cgil Calabria, Angelo Sposato. È lui a tracciare la linea che il sindacato seguire nei mesi prossimi, a cominciare proprio dalla Calabria. E, sulla linea politica scelta dal nuovo Pd di Elly Schlein, Sposato e la Cgil sono pronti ad affrontare il grande tema del salario minimo. «È indispensabile affrontare questo tema, soprattutto in un momento in cui presto cesserà anche il reddito di cittadinanza. Serve, però, un salario minimo legale che si possa agganciare ai contratti collettivi nazionali di lavoro e soprattutto nel Sud». Perché, spiega Sposato, alle gabbie salariali «che ha chiesto il ministro Valditara, noi dobbiamo invece rispondere con più equità e quindi fare in modo che il salario minimo possa essere utilizzato anche nel Sud per fare una grande battaglia contro lo sfruttamento». «Oggi, se molti utilizzano il RdC, è perché non vengono applicati i contratti, perché c’è lavoro nero e perché c’è lo sfruttamento». «Il tema del salario minimo dev’essere un altro di quei temi che unisce una grande alleanza anche politico-sindacale».
Durante il congresso nazionale della Cgil sono stati ospitate diverse figure politiche, anche d’opposizione, ma anche il presidente del Consiglio Giorgia Meloni. «Con lei – ha spiegato Sposato – non condividiamo nulla perché abbiamo distanze siderali rispetto alla questione del lavoro, alla questione dello sviluppo e alla questione che riguarda la sanità e soprattutto questo tema dell’autonomia differenziata». Un altro di quei temi che «per soggetti che richiamano il patriottismo e il nazionalismo, dividere il Paese in questo momento con l’autonomia differenziata non è necessario. Quindi abbiamo detto che su questi temi faremo una battaglia e una mobilitazione e partiremo dalla Calabria anche nei prossimi giorni».
Emergenza delle emergenza, a maggior ragione proprio in Calabria, è quello dell’emigrazione e dei continui sbarchi sulle coste calabresi. «È stato un congresso caratterizzato purtroppo dalla tragedia di Cutro e da quello che è successo. Abbiamo detto anche che lì ci sono precise responsabilità, perché non può accadere che non si riescano a salvare vite umane a 100 metri dalla costa rispetto a una tragedia che purtroppo era annunciata per quello che sta avvenendo in tutto il bacino del Mediterraneo». «E abbiamo chiesto di attivare delle azioni a salvaguardia delle persone che stanno in questo momento storico ripercorrendo le vie del mare, e quindi più pattugliamenti per quanto riguarda i soccorsi, bisogna rivedere un po’ i trattati di Dublino e fare in modo che le Ong possono essere presenti sul Mediterraneo e su tutto il litorale ionico che è quello più in questo momento utilizzato». Infine, il monito di Sposato: «Bisogna fare una lotta senza quartiere a tutto il fenomeno che specula sull’immigrazione non solo gli scafisti, ma anche di quei Paesi che utilizzano la migrazione per fare speculazioni. Poi dobbiamo mettere in sicurezza le persone che scappano dalla guerra e dalla fame». (g.curcio@corrierecal.it)
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