LAMEZIA TERME «Abbiamo aperto un dibattito con un’assemblea regionale aperta, a più voci, senza scalette precostituite, per offrire una discussione pubblica che avvieremo anche con assemblee provinciali e di circolo. Vogliamo che ci sia una consapevolezza diffusa dei cittadini sul rischio che può comportare l’approvazione dell’autonomia differenziata per la Calabria e per il Mezzogiorno. Il rischio è quello di giganteschi problemi, grandi divisioni, un ulteriore colpo alla Calabria e al Mezzogiorno e al futuro di questi territori». Così il segretario regionale del Pd, il senatore Nicola Irto, all’assemblea organizzata a Lamezia Terme dal Partito democratico calabrese sul tema dell’autonomia differenziata: un confronto allargato agli amministratori locali, e agli esponenti del mondo sindacale, economico, universitario, sociale e politico. Tra i presenti, il deputato Nico Stumpo, i consiglieri regionali, da Amalia Bruni a Mimmo Bevacqua e Raffaele Mammoliti, la presidente regionale del partito Giusi Iemma, la coordinatrice regionale delle donne democratiche Teresa Esposito, i segretari provinciali, dirigenti nazionali del Pd come Enza Bruno Bossio, esponenti di spicco del partito come Giuseppe Falcomatà e Nicola adamo, il segretario generale della Cgil Calabria Angelo Sposato e i sindaci di Catanzaro, Nicola Fiorita, e di Cosenza, Franz Caruso. A intervenire da remoto anche il capogruppo del Pd al Senato, Francesco Boccia.
«Una grande comunità politica come la nostra – ha proseguito Irto – non può nascondersi, deve fare una grande mobilitazione. È una battaglia cruciale per la vita della nostra regione, non possiamo pensare di tenerla bassa e non parlarne come qualcuno – in questo caso il ministro Calderoli e il presidente della Regione Calabria Occhiuto – vorrebbe. Invece serve parlarne ai cittadini e fare una mobilitazione, perché il nostro no è senza se e senza ma». Irto si è soffermato anche sulle recenti dichiarazioni del governatore Occhiuto, che ha parlato di Dl Calderoli migliorato dopo che sono state accolte le sue richieste di superare il criterio della spesa storica: «Mi sembra – ha proseguito il segretario del Pd calabrese – che Occhiuto deve provare a fare delle giravolte, a cercare un alibi per aver approvato l’autonomia differenziata. Questa è un’autonomia differenziata che, se passa così com’è, spacca il Paese e ammazzerebbe la Calabria e il Mezzogiorno sul tema della scuola, della sanità già disastrata, sul tema delle imprese, sul tema degli investimenti, sul tema dei diritti e delle speranze dei singoli cittadini. È inaccettabile – ha aggiunto Irto – che da parte del presidente Occhiuto e della regione Calabria si sia approvato questo progetto: bisognava avere la capacità di dire no anche a un governo del suo stesso colore politico».
Per Irto «il governo Meloni, tra i primi atti veri che ha fatto, ha approvato l’autonomia differenziata: c’è un ordine di scuderia e si accetta. Ma perché il centrodestra della Calabria, quando era opposizione in Calabria, ha votato una mozione contro l’autonomia differenziata proposta dal centrosinistra e oggi cambia idea? Sono loro che hanno cambiato idea e linea politica, sono loro che per interessi di partito girano le spalle ai calabresi. Noi – ha concluso il segretario regionale del Pd – abbiamo sempre detto no, con chiarezza, anche quando qualcuno nel centrosinistra sul tema dell’autonomia differenziata sbandava».
Preoccupazioni espresse anche dal capogruppo del Pd al Senato Francesco Boccia che ha allargato il ragionamento anche alle risorse del Pnrr. «Arrivano segnali preoccupanti da Bruxelles anche per quanto riguarda il Pnrr che, invece, avrebbe dovuto essere un grande piano per ridurre le diseguaglianze. Non sappiamo quali progetti saranno rimodulati e quali risorse saranno tagliate e per quali territori. Irto ha con me responsabilità diretta della nostra azione in Senato e sicuramente il Pd farà battaglia in Aula sul Pnrr se il governo non darà risposte chiare. Calderoli vuole andare avanti sullo spacca Italia non considerando che per rendere omogenei sul territorio nazionale servizi essenziali come sanità, scuola e trasporti servono tra 80 e 100 miliardi. Soldi che non ci sono e spiegano il grande raggiro di Calderoli: può fare tutti i Comitati che vuole, ma resta il fatto che vuole utilizzare l’autonomia come una clava contro il Sud e i territori più poveri. Serve una grande mobilitazione nel Mezzogiorno che deve partire dal Pd e dalla Calabria perché questo provvedimento va bloccato». (c. a.)
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