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la riflessione

«Il narcisismo che ci pervade e la civiltà dell’apparenza»

Si parla spesso di narcisismo nella società contemporanea. Ne ha parlato esplicitamente Papa Francesco, mesi fa durante un Angelus. Un discorso che riguarda anche la politica che dovrebbe, comunque…

Pubblicato il: 07/04/2023 – 15:50
di Alfredo Antoniozzi*
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«Il narcisismo che ci pervade e la civiltà dell’apparenza»

Si parla spesso di narcisismo nella società contemporanea. Ne ha parlato esplicitamente Papa Francesco, mesi fa durante un Angelus. Un discorso che riguarda anche la politica che dovrebbe, comunque, essere rappresentativa di ciò che accade nella società.
Ci sono grandi autori che hanno descritto il fenomeno nelle sue manifestazioni. Antonio Semerari ( peraltro ha scritto un libro meraviglioso sui Karamazov e sul delirio di Ivan), e Giuseppe Nicolò, curatore del nuovo DSM, tra gli altri.
Che possa essere un disturbo della personalità è noto, per quanto in un’ottica che se sganciata da aspetti antisociali può essere del tutto funzionale e anzi consentire una marcia in più. Che rappresenti uno specchio ( il quadro più bello in materia è proprio il Narciso specchiante in acqua di Caravaggio) nel quale emerge costantemente l’affermazione di se è altrettanto pacifico.
C’è una tendenza alla autoreferenzialità che non risparmia né la politica, né il resto della società. Una buona percentuale degli attori protagonisti ritiene di essere speciale e unica, fa fatica a confrontarsi con gli altri e pensa di disporre di soluzioni per qualsiasi cosa.
Manca quel concetto di collegialità che era propria dei partiti e che Fratelli d’Italia ( non solo noi ci mancherebbe )conserva in virtù di una tradizione di partecipazione.
La frattura che sì è creata tra elettori ed eletti ha abbandonato quel legame fondamentale che era indicativo di suggerimenti e consentiva di percepire la realtà nelle sue varie articolazioni.
I social sono stati un’amplificazione autentica di autoreferenzialità assolute in cui si può tranquillamente denigrare gli altri perdendo il confine tra critica anche esasperata ma corretta e dileggio. Lo si è visto anche con gli odiatori seriali che hanno fatto irruzione sulla malattia di Berlusconi. Siamo probabilmente tutti attraversati da tratti narcisistici ma questi devono essere contemperati in un quadro di collaborazione con gli altri. Vale per la politica ma in generale per ogni segmento della società. Senza la reciprocità e la cooperazione non si raggiungono risultati. Non significa fare a meno dei leader ma semplicemente capire che ogni tassello deve essere al suo posto e che ognuno di noi, in fondo, è portatore delle stesse imperfezioni. Se riuscissimo a trasferire ai giovani l’idea  che non esiste l’invulnerabilita faremmo una buona azione. Perché la perfezione non è umana e non serve. Lasciamola semmai solo a Caravaggio.

*Vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera

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