ROMA L’area per la costruzione del Ponte sullo Stretto è ad «elevatissimo rischio sismico» con un differente tasso di sollevamento tra la costa siciliana e quella calabrese, che si allontanano di 1 centimetro l’anno: problematiche per le quali vanno applicate adeguate conoscenze ingegneristiche che affrontano questi problemi. È quanto afferma in una nota inviata alla commissione Ambiente e Trasporti della Camera, che sta esaminando il Dl Ponte, il Consiglio Nazionale dei Geologi che si dice «pronta a fare la propria parte e ad offrire il proprio supporto specialistico per contribuire all’aggiornamento ed all’approfondimento dei modelli geologico, geomorfologico e sismotettonico dell’area dello Stretto di Messina, formulati nel 2011, data di approvazione del progetto definitivo». Come è ben noto – proseguono i geologi – l’area dello Stretto «è ad elevatissimo rischio sismico, presentando caratteristiche geologiche di singolare complessità in quanto ubicata al confine tra settori litosferici che si allontanano mediamente di circa 1 centimetro all’anno. Se da un lato le maggiori conoscenze tecnico scientifiche e le innovazioni tecnologiche consentono di indagare il territorio con livelli di dettaglio sempre più avanzati, dall’altro si manifestano condizioni particolarmente impegnative per l’esecuzione di rilievi e prospezioni, trattandosi di esplorazioni in tratti in gran parte sommersi».
I geologi mettono in risalto che «il tasso di sollevamento del tratto di costa siciliana stimato è pari a circa 0,5 millimetri/anno, contro quello della parte continentale che è circa quarto volte in più; in altre parole, il ponte a campata unica più lungo al mondo collegherà settori che si allontanano reciprocamente (margini divergenti) e che si sollevano con velocità differenti».
Lo Stretto – spiegano – è attraversato da un complesso sistema di faglie attive responsabili del catastrofico terremoto del 1908 (magnitudo 7.1 Richter) che distrusse Reggio e Messina. In occasione di tale evento sismico, le coste della Calabria e della Sicilia si allontanarono in pochi secondi di circa 70 centimetri, con abbassamento di 55 centimetri per la costa calabrese e di 75 centimetri per quella siciliana.
Per tali problematiche legate a sollevamenti differenziali (accentuati in occasione di spostamenti maggiori registrabili in occasione di terremoti più o meno violenti), saranno impiegate adeguate soluzioni ingegneristiche sulla base di conoscenze puntuali e circostanziate che vanno al di là delle problematiche connesse al terremoto, come quelle inerenti alla stabilità dei versanti, soprattutto per quanto riguarda le cd. “grandi frane” o “deformazioni gravitative profonde”.
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