La tragica morte di Giulia Tramontano e del figlioletto in grembo ad opera del fidanzato Alessandro Impagnatiello ha occupato un grande spazio mediatico. Nello stesso giorno un’altra donna, una poliziotta romana, è stata uccisa da un suo collega.
Che l’omicidio di Giulia abbia colpito molto è naturale. Per le modalità, per il fatto che fosse incinta, per la concomitanza di un’altra relazione che aveva Impagnatiello.
Quello che non sorprende è l’ondata di criminologi di ogni pasta usciti allo scoperto per fare analisi di profile, diagnosi di personalità e altre cose varie.
Secondo molti, Impagnatiello sarebbe un narcisista ( assai probabile), secondo altri un borderline ( quasi impossibile), secondo altri ancora non sì capisce cosa.
Tutto per non dire una banalissima verità e cioè che Alessandro è un assassino. Un criminale che ha agito con premeditazione, al punto di restare per 48 ore con il cadavere.
Chi volesse sapere cos’è il narcisismo potrebbe leggere il testo Il narcisismo e i suoi disturbi “ dei grandi autori del terzo centro di Roma ( Antonio Semerari, Antonio Carcione, Giuseppe Nicolò).
Il narcisismo può essere un disturbo ma anche e soprattutto un tratto caratteriale o un modo di essere. Sicuramente non c’entra nulla con la “follia”, così come Impagnatiello non c’entra nulla con qualsiasi infermità. Un discorso che valeva per Benno Neumair a Bolzano o per Ciro Russo a Reggio Calabria.
Questa associazione stretta fra crimini incomprensibili e patologie ha come corresponsabili la stampa e i criminologi che proliferano sulle nostre reti televisive e sui social.
Noi giornalisti, come diceva giustamente Longanesi, siamo ignoranti di talento. In sostanza, non sappiamo nulla di specifico e in questo terreno i criminologi sono una categoria in forte espansione.
Alcuni ( una in particolare, molto famosa e altrettanto permalosa..) si sono spinti nel passato ad invocare seminfermità per tutti, compreso Fabrizio Corona.
Negli anni settanta la criminologia era materia di pochissimi luminari, da Franco Ferracuti ad Aldo Semerari fino al nostro Franco Bruno, mentre oggi è di diffusione ampia.
Un atteggiamento che non aiuta a capire, a fare un’analisi sociologica, a tentare in qualche modo di prevenire.
Per poterlo fare la retorica dovrebbe essere abbandonata. Così come la prevalenza di un’impostazione etica, seppure condivisibile. Molti sono rimasti giustamente basiti dal fatto che Impagnatiello avesse messo incinte due donne contemporaneamente ma pochi hanno posto l’accento sul fatto che se si fosse comportato da mascalzone e non da criminale, lasciando semplicemente Giulia, non sarebbe successo nulla.
Per tentare di prevenire bisogna parlare circolarmente. Evitare troppe speculazioni di parte su temi che riguardano tutti e , da parte della stampa, fare un’ autocritica sulla semantica sbagliata. Mostro, folle, etc sono termini da portinerie che non servono assolutamente a niente. E dare spazio , se sì parla di narcisismo o di personalità, a chi sa di cosa si parla. Nel rispetto e nel ricordo di Giulia Tramontano e di tante altre innocenti.
x
x