COSENZA Sono circa cinquemila i partecipanti oltre a circa 60 amministrazioni comunali, decine di associazioni, esponenti politici e personaggi pubblici che hanno aderito alla manifestazione indetta da Cgil Cosenza, Cgil Pollino-Sibaritide-Tirreno e Coordinamento Democrazia Costituzionale contro l’autonomia differenziata. Dopo il raduno in Piazza Loreto a Cosenza, i manifestanti sfileranno in corteo per le vie della città dei bruzi fino a raggiungere via Tocci. Alla manifestazione ha aderito anche la Uil. «La Calabria risponde al chiaro tentativo di questo governo di dividere il Paese e relegare il Sud ai margini – dicono i sindacalisti – il Sud ha bisogno di investimenti, lavoro, buona sanità, istruzione, legalità, non di essere messo da parte».
I manifestanti dicono no alle misure normative del governo Meloni sull’autonomia regionale differenziata che, se realizzate, «avranno ricadute drammatiche e certamente peggiorative delle diseguaglianze sociali e territoriali in essere, specialmente sui territori meridionali già da tempo colpiti da fenomeni di impoverimento, degrado e spopolamento». L’obiettivo è duplice: mandare un messaggio alle istituzioni politiche per ritirare il “ddl Calderoli” e sostenere l’approvazione della Legge d’Iniziativa Popolare che interviene sul vero cuore del problema dell’Italia. In piazza, qualcuno definisce l’autonomia una «secessione dei ricchi». E a guidare il coro dei manifestanti è presente anche il vescovo di Cosenza, monsignor Giovanni Checchinato.
«Un rinnovato ruolo dello Stato, la revisione del “regionalismo” ed il rafforzamento istituzionale della rete dei Comuni e delle amministrazioni Locali; il rafforzamento e la perequazione della spesa sociale in sanità, nell’istruzione, nei servizi sociali, nelle infrastrutture e per l’ambiente; la difesa ed il rafforzamento dell’istruzione e della Scuola Pubblica, fondamento della cittadinanza attiva; il rafforzamento e la difesa della Salute; il potenziamento, la manutenzione e la gestione delle reti infrastrutturali per le comunicazioni (fisiche e digitali); le politiche ad hoc per l’occupazione, per i servizi pubblici, per combattere lo spopolamento e l’abbandono delle Aree Interne e favorire la “restanza” delle comunità rurali». Sono queste, in estrema sintesi, le priorità individuate e rivendicate dai sindacati. Che fanno «appello alla sensibilità di tutte le cittadine e di tutti i cittadini, alle lavoratrici ed ai lavoratori, le studentesse e gli studenti, le pensionate ed i pensionati, le giovani ed i giovani disoccupate e disoccupati per la massima partecipazione». (redazione@corrierecal.it)
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