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Piano strutturale comunale di Rende, ecco perché è giusta la sospensione

Appresa la notizia della sospensione, da parte della commissione prefettizia, dell’efficacia della delibera n. 16 dello scorso 30 maggio del Consiglio Comunale di Rende, con la quale è stato adott…

Pubblicato il: 07/07/2023 – 17:52
di AttivaRende e Federazione Riformista
Piano strutturale comunale di Rende, ecco perché è giusta la sospensione

Appresa la notizia della sospensione, da parte della commissione prefettizia, dell’efficacia della delibera n. 16 dello scorso 30 maggio del Consiglio Comunale di Rende, con la quale è stato adottato il Piano Strutturale Comunale, ci corre l’obbligo di plaudire all’iniziativa dei Commissari tesa a ristabilire verità e giustizia sulla vicenda del piano urbanistico, partendo dall’incredibile svolgimento dell’ultimo Consiglio Comunale, durante il quale si sono mortificati i diritti dei consiglieri comunali pervenendo all’adozione del PSC in soli sette minuti, senza una relazione introduttiva e mentre, per come è stato evidenziato, molti consiglieri si apprestavano ad entrare in aula.
Ci preme, inoltre, ricordare che i consiglieri di minoranza si erano recati immediatamente in Prefettura, immediatamente ricevuti dal vice prefetto vicario; successivamente al predetto incontro, i consiglieri di minoranza hanno presentato a sua Eccellenza il Prefetto una esauriente relazione per ricostruire quanto accaduto durante l’ultima seduta consiliare. È opportuno, pertanto, a beneficio della pubblica opinione e delle Autorità oggi competenti in materia, ricostruire la vicenda del PSC e le anomalie da noi riscontrate e, più volte, sottoposte all’attenzione del progettista, dell’ufficio urbanistico comunale e della giunta decaduta.
Il lavoro di elaborazione del PSC ha consegnato al comune un progetto in evidente controtendenza rispetto alla tradizione urbanistica di Rende, proponendo rilevanti incrementi volumetrici generalizzati e, particolarmente, concentrati sulle aree verdi, classificate F1 ed F3 dal PRG del 2001, riclassificate come aree residenziali B2 con indice 2,5/3,5 mc/mq. In conseguenza di ciò, tutte le aree F3 previste per servizi ad ovest del Viale Principe sono state trasformate in aree residenziali con indice fondiario 3,5 mc/mq; ed identico trattamento urbanistico è stato riservato alle aree F1 ed F3 nei pressi delle piscine, riclassificate anche queste come B2 con indice fondiario sempre pari a 3,5 mc/mq.
Solo in questi due comparti è prevista, dunque, la realizzazione di circa 1400 nuovi appartamenti. Quindi, le aree destinate a servizi dal vecchio PRG debbono spariscono dal centro città e sono allocate in aree più decentrate. Una manovra urbanistica siffatta, oltre a presentare un’evidente finalità speculativa, non tiene assolutamente conto che la nostra popolazione residente diventa sempre più anziana e che, quindi, deve trovare i servizi in prossimità della propria abitazione e non in luoghi difficilmente raggiungibili. Inoltre, va segnalata l’offesa perpetrata alle finanze comunali.
L’area su cui insiste lo stadio “Lorenzon”, che è classificata dal vigente PRG come area residenziale con indice 2,5 mc/mq, ha un valore superiore ai dieci milioni di euro. Nel PSC l’area vinee classificata come area F1, mantenendo su di essa l’attuale stadio da utilizzare per una speculazione di carattere commerciale; mentre, l’occasione era propizia per spostare lo stadio, ad esempio nella zona di c.da Lacone, dando luogo alla possibilità di ridisegnare parte del quartiere di Commenda, ove la presenza dello stadio non è più funzionale alla vivibilità del quartiere.
Inoltre, nel Piano nulla è stato ipotizzato per i PAU, che necessitano, invece, di essere riadottati con le modifiche utili per la loro attuazione, compreso un modesto aumento dell’indice territoriale, dal momento che con il vigente indice 1 non si riesce a disegnare compiutamente i comparti/quadranti. Nel progetto di PSC, si prevede la conferma della normativa attuale dei PAU, che, però, sono scaduti da anni. Possiamo affermare che questo PSC toglie ai poveri per dare ai ricchi. Ed, infatti, per aumentare sconsideratamente i volumi del centro urbano (viale Principe e Quattromiglia zona piscine), per ammissione della stessa amministrazione, si sono eliminati circa due milioni di mc su aree di piccoli proprietari, per ottenere l’effetto propagandistico di un saldo zero sotto il profilo volumetrico.
Anche l’incarico di affidamento di redazione del PSC a un gruppo di professionisti, all’epoca guidato dall’insigne urbanista prof. Piccinato e di cui facevano parte i prof.ri Cerasoli e Passarelli, l’ing. Buoncristiano ed alcuni professionisti locali, tra cui l’attuale responsabile della redazione del PSC, arch. Francini, per quanto successivamente accaduto, suscita fortissime perplessità. È indiscutibile, infatti, che il gruppo Piccinato risultò vincitore per il rilevante apporto di punteggio assicurato dai curricula dei tre docenti universitari. Successivamente, si sono registrate le dimissioni degli illustri accademici e professionisti sopra citati, ed il restante gruppo di progettazione è stato integrato da altri professionisti, senza procedere ad evidenza pubblica, sostituendo gli accademici dimissionari. La Giunta avrebbe dovuto revocare l’incarico al gruppo Francini, essendo venuti meno i presupposti giuridici che avevano determinato l’esito della gara a loro favore.
In conclusione, dunque, è lecito affermare che le nostre preoccupazioni sulla legittimità del PSC che, da sempre, abbiamo definito sbagliato, ingiusto e pericoloso per la tutela dell’ambiente e per la salvaguardia del tessuto urbano della nostra amata Rende, trovano una prima conferma nell’apprezzabile provvedimento di sospensione dell’efficacia della delibera di adozione del PSC, i cui discutibili contenuti, che più sopra abbiamo riassunto, siamo certi che saranno oggetto di saggi ed approfonditi esami. È evidente che la solerte decisione di sospensione della delibera PSC è una ulteriore conferma dell’incredibile e sconvolgente esperienza vissuta dalla nostra città, il cui epilogo colpisce, immeritatamente, l’immagine di Rende. È grande, dunque, la responsabilità di chi ha determinato tutto ciò.
*Francesco Beltrano, Sandro Principe e Domenico Talarico

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