RENDE Legami e rapporti di cointeressenza sono al centro della relazione inviata dalla Prefettura di Cosenza al Ministero dell’Interno sulla vita politica dell’amministrazione del Comune di Rende, sciolto per infiltrazioni mafiose. Oltre alla rappresentanza politica dell’Ente, emerge un «coinvolgimento della struttura tecnico-gestionale del Comune di
Rende» nel favorire un imprenditore. Sebbene con abbondanti omissis, la vicenda riguardante l’appalto per l’adeguamento sismico della scuola elementare di Quattromiglia di Rende viene ricostruita con minuziosa attenzione e con interessanti dettagli.
Tutto parte da una captazione, con protagonisti due interlocutori. Il primo «consapevole dei possibili rischi di interdittive (di cui spiega anche i “meccanismi giuridici”), mette in guardia il secondo (rispetto a sue eventuali “rischiose frequentazioni”) in vista delle ulteriori aggiudicazioni in ordine a cospicue gare d’appalto relative all’adeguamento sismico di istituti scolastici».
La Commissione d’accesso, in una audizione datata 26 novembre 2022 di un dipendente
comunale viene a conoscenza di una «possibile vicenda corruttiva che avrebbe coinvolto un assessore e il sindaco in relazione all’appalto per i lavori presso la citata scuola elementare». Un soggetto nominato responsabile di tre procedimenti in materia, dichiara che a seguito di una gara d’appalto, nella graduatoria provvisoria, occuperà il primo posto una ditta e subito dietro un “consorzio”.
Lo stesso soggetto dichiara di essere «stato avvicinato e successivamente più volte contattato telefonicamente da un assessore del comune di Rende. Gli sarebbe stato chiesto di intervenire sul risultato della medesima gara. «Vedi quello che puoi fare per ribaltare il risultato, perché il secondo in graduatoria farà sicuramente ricorso al Tar».
Alla fine, come si sottolinea nella relazione «l’esito della gara viene ribaltato, con
l’aggiudicazione dell’appalto alla seconda classificata». Interessanti a tal proposito appaiono le dichiarazioni rese dal funzionario rispetto a quanto avvenuto circa la richiesta di «giustifiche». «C’è da dire che io avevo chiesto le giustifiche, sono stato avvicinato da
un imprenditore che si occupa di appalti pubblici e titolare dell’omonima impresa edile. Egli mi ha detto “vedi che devi fare perché ci sono io dietro al consorzio“, in sostanza mi aveva chiesto una forma di collaborazione approvando l’aggiudicazione della gara d’appalto al Consorzio affermando che lo stesso fosse stato a lui riconducibile». Il funzionario è in difficoltà. «Io gli ho detto che avrei dovuto guardarmi gli atti perché il suo avvicinamento è stato più o meno concomitante con quello dell’assessore. Anche a questi ho detto che avrei dovuto guardarmi gli atti. Nel momento in cui mi sono reso conto che l’obiettivo era stato quello di ribaltare l’esito di gara, io prima di arrivare alla
determina di aggiudicazione, ho detto che era una cosa che non avrei potuto fare perché dagli atti mi risultava corretta la procedura di assegnazione evinta dal primo verbale di gara».
L’appalto è ghiotto e il funzionario accenna ad una presunta promessa di denaro. «Nel periodo in cui c’era l’appalto in corso, aggiudicato al Consorzio, omissis mi aveva contattato per predisporre gli atti contabili dell’appalto, promettendomi la somma di 20.000 euro. Io ho detto di no perché sono un Funzionario dello stesso Comune che avrebbe dovuto approvarli; tale procedura era palesemente incompatibile e contro la Legge». (f.b.)
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