CATANZARO Il dato è ormai cristallizzato: la Calabria risulta inadempiente nelle tre griglie Lea per il 2021. Anche la Corte dei Conti sottolinea e ribadisce il “vulnus” della sanità calabrese, quello della insufficiente qualità dell’assistenza. Un record negativo che la Calabria condivide soltanto con la Valle d’Aosta, almeno in termini assoluti. Nell’ultima relazione sulla gestione finanziaria delle Regioni e delle Province autonome i giudici contabili pubblicano i dati del monitoraggio del ministero della Salute, dati che indicano che nel 2021 la regione consegue un punteggio complessivamente basso in tutte e tre le aree di assistenza», aree che sono la prevenzione, la distrettuale e quella ospedaliera: sono tutte e tre sotto la soglia 60, la soglia di sufficienza in una scala da zero a 100. Per l’area Prevenzione e Distrettuale la sanità calabrese mostra un un peggioramento rispetto al 2019 (sperimentazione); mentre per l’area Ospedaliera, sebbene insufficiente, rileva un lieve miglioramento rispetto alle annualità precedenti. Nella tabella in basso il dettaglio che vede la Calabria fanalino di coda.
La Corte dei Conti delinea il quadro generale a livello nazionale, evidenziando le difficoltà della Calabria. «In base ai risultati del monitoraggio del Nsg per il 2021 – si legge nella relazione – , sono 7 le Regioni che hanno riportato un punteggio insufficiente (al di sotto del punteggio minimo, pari a 60) in almeno una delle tre aree assistenziali del Servizio sanitario regionale, di cui due (Valle d’Aosta e Calabria) in tutte e tre le aree, una (Sardegna) in due, e quattro solo in una (Provincia autonoma di Bolzano, Molise, Campania, Sicilia). È un risultato in miglioramento rispetto al 2020, quando le Regioni con almeno un punteggio negativo erano 10, ma che non ha ancora completamente riassorbito lo “shock” dovuto alla pandemia del Covid, visto che nel 2019 le Regioni con valori al di sotto del valore soglia erano invece solo 6. Tra gli effetti del Covid – prosegue la Corte dei Conti – vi è stato anche quello del calo delle prestazioni specialistiche e diagnostiche ambulatoriali, che nel 2021 in molte Regioni non erano ancora ritornate ai livelli del 2019, determinando un allungamento dei tempi di attesa nell’erogazione di molte prestazioni sanitarie. A causa, quindi, degli effetti perduranti della pandemia sul Ssn, i risultati del monitoraggio 2021, come per quelli del 2020, hanno un valore esclusivamente informativo. (redazione@corrierecal.it)
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