«Voglio augurare all’Auser-associazione per l’autogestione dei servizi e la solidarietà di Rende – la risoluzione tempestiva del problema della sede e, insieme alla mia associazione, attivaRende, chiediamo alla terna commissariale di definire al più presto un percorso che possa assicurare a questa associazione, come alle altre che dovessero trovarsi in analoghe situazioni, il prosieguo delle attività culturali e sociali nel nostro territorio. Ovviamente come attivaRende ci dichiariamo fin d’ora disponibili a collaborare qualora, all’interno della straordinarietà della situazione amministrativa e dei ristretti solchi di agibilità della partecipazione civica, potessimo affrontare con i sigg.ri commissari la regolamentazione di questa come di molti capitoli della vita cittadina. Azioni e agibilità oggi annullate dalla sospensione drammatica della esercizio della rappresentanza elettiva, avvenuta in seguito allo scioglimento per mafia del nostro comune. Perché giova ricordare che se ci troviamo di fronte a un esercizio monocratico della gestione della cosa pubblica nella città di Rende non è per un capriccio della storia o del destino ma perché, alla luce delle risultanze di sei e più mesi di indagine amministrativa ad opera di una precedente terna commissariale, il Consiglio dei Ministri ha optato per questa soluzione. Ampi stralci di queste risultanze sono state oggetto di pubblicazione giornalistica, per quanti volessero farsene un’idea. Così come giova ricordare che da questa associazione insieme ai riformisti rendesi e alle opposizioni consiliari si è chiesto a gran voce la possibilità di ridare con nuove elezioni una nuova guida alla città. Sin dalle prime avvisaglie di attenzionamento ministeriale con possibile epilogo di scioglimento ci siamo assunti la responsabilità politica di chiedere le dimissioni di giunta e consiglio, proprio per evitare di entrare nel tunnel del commissariamento per mafia. I fatti li conosciamo e sappiamo quanta irresponsabile arroganza è stata esercitata dall’ex sindaco e dalla sua maggioranza pur mantenere un vessillo di potere vuoto ma soprattutto deleterio per la città e i cittadini. Fa dunque decisamente impressione sentir evocare dialogo, trasparenza e scelte condivise da parte di autorevoli esponenti e fautori di quelle scelte. Sia che si appartenga alla scuola del decisionismo autoritario o a quella del radicalismo di maniera condividono la sfacciataggine politica di indicare ancora, dopo tutto lo sfacelo amministrativo e di etica pubblica prodotto in questi 8 anni, come e cosa fare. Nello specifico della vicenda Auser, dubitando che le esigenze degli spazi da restituire alla scuola si siano manifestate in agosto, vien da chiedersi perché gli o le assessori al ramo non sono intervenute/i prima o perché non hanno lasciato delle indicazioni nel merito e hanno invece lasciato esplodere questo conflitto tra il legittimo diritto agli spazi sia per l’istruzione pubblica sia per la formazione degli adulti? Perché non si è lanciata una manifestazione d’interesse (a proposito di trasparenza) per la ricerca di nuovo spazi per l’Auser evitando che d’emblée questo collettivo si ritrovasse in una situazione di così grave difficoltà? Sono domande retoriche perché noi, insieme ai cittadini rendesi, sappiamo bene dove risiedono le risposte e dunque rispediamo al mittente i tentativi di rivisitazione dei fatti e di cancellazione delle responsabilità. Per favore, abbiate il garbo di tacere».
* Presidente attivaRende
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