CATANZARO «I casi di morte registrati in quest’ultimo mese di agosto sono raccapriccianti. Cittadini, giovani, padri di famiglia, lavoratori, che hanno perso la vita perché i soccorsi sono arrivati in ritardo ma cosa ancora più grave perché a bordo dei mezzi di soccorso non era presente il medico. Tutto ciò è inaccettabile. Tale stato di cose è frutto di una mala gestio che non può protrarsi ancora. Bisogna intervenire ed anche subito. C’è un’emergenza sanitaria in Calabria per la quale non ci si può voltare dall’altro lato, facendo credere che vada tutto bene». Giosi Ferrandino, europarlamentare di Azione, interviene, è scritto in una nota, «analizzando e mettendo in luce la triste realtà del sistema sanitario nella regione Calabria dopo le triste vicende che hanno colpito diverse comunità dal Pollino allo stretto».
«C’è un evidente carenza di ambulanze – prosegue – e quindi sono sempre in ritardo mettendo a rischio la vita dei cittadini. Troppo spesso sulle ambulanze ci sono solo soccorritori o semplicemente volontari che non possono sostituirsi alla figura del medico. Ma andiamo all’origine del problema, la mancanza di personale o meglio, forse è più corretto dire, i tempi biblici della burocrazia per assumere dei professionisti. Basti pensare, ad esempio che il periodo medio che l’Asp di Cosenza impiega dalla pubblicazione del bando di concorso alla firma del contratto è di 2 anni e mezzo. Il dato è contenuto nel report presentato alla 15ma assemblea nazionale Gimbe che si è tenuta a Bologna il 31 marzo del 2023. Fa specie come in realtà si cerca di buttare fumo negli occhi ai cittadini parlando di nuovi ospedali, nulla di eccezionale se non ci fosse il problema di reclutare personale per le strutture esistenti. Per di più, c’è da dire, che la realizzazione dei nuovi ospedali di Vibo Valentia, della Sibaritide, della Piana di Gioia Tauro e di Catanzaro è stata prevista dall’Accordo di programma sottoscritto dal ministero della Salute e dalla Regione Calabria, in data 13 dicembre 2007. Siamo nel 2023, sono passati ben 16 anni e ad oggi nulla è stato realizzato. Una storia quella della sanità in Calabria che ha dell’assurdo, l’unica regione italiana a non raggiungere il minimo indispensabile nella rilevazione dei Lea».
«C’è da aggiungere un’ulteriore nota dolente – afferma Ferrandino -. Relativamente ai fondi non utilizzati per la riorganizzazione ospedaliera, a questi si aggiungono anche i tagli sul Pnrr che rappresentano un problema in più per la Calabria poiché comporteranno una rimodulazione della rete ospedaliera a dispendio del diritto alle cure dei cittadini calabresi. I fondi del Pnrr – conclude – avrebbero dovuto rappresentare uno spiraglio di luce in fondo al tunnel ed invece il loro taglio ha fatto sprofondare ancora di più nel baratro il sistema sanitario di una regione in forte emergenza. Dal mio canto rimarrò attento e vigile su tale problematica, i calabresi hanno il diritto a curarsi».
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