CROTONE L’opposizione vince la prova di forza e il consiglio comunale viene sciolto anticipatamente per mancanza di numero legale. I punti all’ordine del giorno della seduta di oggi erano sette, ma sono stati trattati solo i primi due, che riguardavano due interpellanze presentate dal consigliere di opposizione Enrico Pedace (ConSenso): la prima riguardante la carenza idrica di Apriglianello e Papanice e la seconda la rete fognaria di Apriglianello. Già nella trattazione delle due interpellanze si respirava un clima infuocato, perché c’era stato un botta e risposta tra il sindaco Vincenzo Voce e il consigliere Pedace. In particolare Voce, rivolgendosi a Pedace, lo aveva invitato a chiedere al fratello Leo, per un periodo assessore con delega ai lavori pubblici nella consiliatura di Ugo Pugliese, le ragioni del mancato intervento sulle fogne di Apriglianello. La replica di Pedace è stata altrettanto tosta, perché ha chiesto al sindaco di essere formalmente corretto, visto che stava facendo insinuazioni sulle attività di una persona assente e quindi impossibilitata a difendersi. Lo scontro verbale tra i due si era avuto anche sulla vicenda della carenza idrica. Archiviate le due interpellanze, si doveva procedere al dibattito sul terzo punto e il consigliere di opposizione Danilo Arcuri ha chiesto una sospensione di pochi minuti, per potere effettuare alcune valutazioni sulle questioni da affrontare. Al rientro in aula il capogruppo del Partito democratico, Andrea Devona, è intervenuto ed ha annunciato che l’opposizione non avrebbe partecipato ai lavori del consiglio comunale perché, a conti fatti, la maggioranza non poteva garantire il numero legale. Non poteva, in sostanza, dimostrare di avere «una maggioranza solida», come più volte Voce ha dichiarato sulla stampa. Devona ha detto a chiare lettere che i lavori del consiglio potevano essere ripresi domani, in seconda convocazione, con la consapevolezza che, appunto, l’amministrazione non può contare su una maggioranza solida. C’è stato anche un battibecco tra Devona e il presidente del Consiglio, Mario Megna. Quando finalmente, in una situazione di estrema confusione, si è proceduto all’appello i consiglieri presenti erano 15 e ne occorrevano 17 per avere il numero legale (la metà più uno degli eletti). Dopo un quarto d’ora si è proceduto, come prevede il regolamento, ad un secondo appello e i presenti erano solo cinque. Molti consiglieri di maggioranza hanno abbandonato anticipatamente l’emiciclo consiliare in quanto si erano resi conto che non c’erano le presenze giuste per riprendere il dibattito. Fuori dai microfoni si racconta che, a fare mancare il numero legale, è stata la consigliera di maggioranza Dalila Venneri, che avrebbe addirittura confidato ad alcuni esponenti dell’opposizione di volere abbandonare la seduta anzitempo proprio con il proposito di mettere in difficoltà la maggioranza. Subito dopo lo scioglimento della seduta del Consiglio Antonio Megna, consigliere di opposizione, ha diffuso una nota polemica contro il presidente dell’assise comunale. Il consigliere di opposizione ha contestato al presidente del Consiglio di non avergli dato la possibilità di intervenire «sulle problematiche idriche dei quartieri di Papanice e Apriglianello».
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