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«Rende non è una pratica burocratica»

«Concordiamo con quanto afferma la presidente dell’associazione Auser di Rende: il deficit nella città di politiche per il welfare e i bisogni dei cittadini è da anni sempre più grave e sempre più…

Pubblicato il: 07/09/2023 – 16:21
di Marina Simonetti*
«Rende non è una pratica burocratica»

«Concordiamo con quanto afferma la presidente dell’associazione Auser di Rende: il deficit nella città di politiche per il welfare e i bisogni dei cittadini è da anni sempre più grave e sempre più insostenibile. Ricordiamo tutti la latitanza dell’ultima amministrazione, che ha portato al commissariamento per mafia del nostro comune, nelle fasi di gestione dell’emergenza covid, o sull’assistenza alle famiglie sole nei periodi estivi, o la concessione paternalistica dei buoni mensa, la gestione affatto trasparente dei beni comuni, per citare gli ultimi eventi più eclatanti. Oggi, con la terna commissariale, posta necessariamente a guida della città, si è passati dalla prevalente strumentalità di politiche, a favore delle esigenze contingenti di gruppi e supporter dell’amministrazione decaduta, alla burocratizzazione della vita cittadina che guarda alle questioni – tante e tutte emergenti nella loro gravità – come a “pratiche” da chiudere e risolvere nel modo più economicistico-contabile possibile. Capiamo certamente che molto di tale impostazione della terna derivi dalla natura dell’incarico, dalle condizioni che lo hanno determinato nonché dalla formazione stessa dei componenti la terna. E però, forse, se si guardasse anche alla straordinaria complessità e articolazione della comunità che loro malgrado i commissari si trovano a amministrare, alle caratteristiche di città con gli indici di composizione demografiche e socioeconomici seppure in declino comunque migliori della provincia, con la presenza della terza più grande università italiana secondo il Censis e dunque con una grande comunità di studenti docenti ricercatori tecnici, alla storia e alle tracce che la cultura qui prodotta ha lasciato, etc., forse una postura e uno atteggiamento diverso si potrebbero assumere e praticare.
Tutta questa premessa per dire, coerentemente a quanto già detto in occasione della notizia di sfratto dell’Auser da via de Coubertin, che per quanto encomiabile il fatto che si sia cercato di dare una alternativa per rimanere nel territorio, quella prospettata è una soluzione poco praticabile e che risente appunto di uno sguardo tutto teorico e burocratico e non tiene affatto in debito conto il ruolo dell’associazione Auser, il suo pubblico, la sua missione. Rinnovo alla terna commissariale, insieme alla mia associazione, attivaRende, di rivedere questa decisione e soprattutto di mettersi all’ascolto delle varie anime della comunità rendese che stanno pagando duramente lo scempio prodotto negli anni dell’ultima amministrazione e che soffrono ora dell’assoluta mancanza di rappresentazione delle loro istanze. Rinnoviamo come attivaRende la nostra disponibilità a ricercare, all’interno della straordinarietà della situazione amministrativa, un possibile canale di agibilità e partecipazione civica».

*presidente attivaRende

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