CATANZARO L’ex assessore regionale e segretario dell’Udc Francesco Talarico è stato condannato ad un anno e 4 mesi di reclusione, con la sospensione della pena. Un anno (pena sospesa) per Antonino Pirrello, titolare della “Poliservice” un’impresa di pulizie che opera in Calabria. Mentre il notaio Rocco Guglielmo è stato nuovamente assolto. È quanto ha stabilito la Corte d’Appello di Catanzaro nell’ambito del processo scaturito dall’inchiesta “Basso Profilo” scattata due anni addietro con 50 misure cautelari notificate. Un’inchiesta, coordinata dal procuratore capo della Distrettuale Nicola Gratteri, che ha dispiegato i legami stretti tra potere mafioso, imprenditoriale e politico.
La Corte d’Appello ha ridotto così la pena sia all’ex assessore (condannato nel 2021 a 5 anni dal gup) sia all’imprenditore (4 anni di carcere comminati sempre dallo stesso gup). In questo modo i giudici di secondo grado hanno riqualificato il reato da scambio politico mafioso in corruzione elettorale semplice.
Mentre nel caso del notaio, la Corte d’Appello ha lasciata immutata la decisione del gup scagionandolo dai reati di falsità ideologica in concorso e trasferimento fraudolento di valori.
La Corte di Appello di Catanzaro ha fortemente ridimensionato le originarie accuse mosse nei confronti di Giuseppe Truglia, funzionario del Consorzio di Bonifica Ionio Crotonese, escludendo – si legge in una nota dei suoi legali – a suo carico sia l’aggravante dell’aver agevolato l’ipotizzata associazione di stampo mafioso, sia il reato di corruzione per aver asseritamente favorito l’imprenditore Antonio Gallo in occasione di numerosi affidamenti diretti effettuati dal Consorzio di Bonifica ionio Crotonese, dal 2015 al 2018, in favore della Società Antinfortunistica Gallo s.r.l.. Confermata invece l’ipotesi accusatoria relativa alla presunta turbativa di una gara per la fornitura di dispositivi di sicurezza nell’anno 2017. La Corte di Appello ha quindi rideterminato in anni uno e mesi quattro la pena, originariamente stabilita dal giudice di primo grado in anni sei concedendo altresì la sospensione condizionale della pena. Il collegio difensivo composto dagli avvocati Vincenzo Ioppoli e Arturo Bova, i quali hanno già annunciato di voler ricorrere dinanzi alla Corte di Cassazione non appena verranno depositate le motivazioni da parte del collegio, rimarca comunque «l’importanza della pronuncia della Corte di Appello che restituisce a Truglia Giuseppe l’onorabilità e il decoro pubblico e privato fortemente lesi dalle infamanti accuse di favoreggiamento di fenomeni mafiosi e corruttivi».
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