ROMA «In Calabria da decenni ci sono ritardi e problemi nella gestione dei fondi europei. Tuttavia, grazie alla giunta di centrodestra nell’ultimo periodo si stanno facendo importanti passi avanti per invertire la tendenza e utilizzare pienamente e bene le risorse. In particolare, per recuperare il tempo perso e spendere i fondi residui della Programmazione 2014-2020 prima dell’ultima scadenza utile del 31 dicembre 2023 che consente di avere tre anni per la spesa e la rendicontazione. Per riuscirci la Regione Calabria a fine settembre scorso ha presentato alla Commissione Ue un piano di revisione dei fondi strutturali della politica di coesione che consentirà di raggiungere nel modo migliore i target di spesa». Così l’eurodeputata di Fratelli d’Italia-Ecr Chiara Gemma in relazione al dibattito in corso in Calabria sul pieno utilizzo dei fondi Ue.
«Analizzando i dati, – precisa Gemma – l’ultimo aggiornamento reso noto dall’Autorità di gestione certifica che al 2 ottobre scorso l’importo della spesa dei fondi Ue già eseguita ammontava a un miliardo 619 milioni di euro, pari al 72,8 per cento della dotazione complessiva di 2,260 miliardi. I fondi impegnati, invece, sono due miliardi e 39 milioni, pari al 90,2 per cento del totale disponibile. Rispetto a dicembre 2022, – continua l’eurodeputata del Sud di Fratelli d’Italia – la Calabria ha aumentato il ritmo di spesa guadagnando circa 15 punti percentuali in nove mesi. Restano comunque da spendere e rendicontare entro la fine dell’anno circa 600 milioni di euro, per non rischiare di perdere le risorse (secondo fonti ufficiose 500 milioni). I fondi comprendono sia il Fondo europeo per lo sviluppo regionale (Fesr), sia il Fondo sociale europeo (Fse) e sono tra le più consistenti delle regioni italiane. In questo quadro, – conclude Gemma – c’è da segnalare la richiesta presentata un mese fa da alcuni Paesi, in particolar modo da quelli dell’area mediterranea, di dare ulteriori 12 mesi alle Regioni, agli Stati membri ed ai singoli specifici programmi, per spendere le risorse della Programmazione 2014-2020. La richiesta di allungare le scadenze al 31 dicembre 2024 è stata fatta per recuperare i ritardi causati dall’emergenza Covid. Il percorso, però, è in salita: una volta che la proposta uscirà ufficialmente dal Consiglio dell’Ue di fine novembre, dovrà esserci poi l’accordo tra la Commissione, il Parlamento europeo e il Consiglio che dovranno validare la decisione modificando il regolamento».
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