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Liceo scientifico di San Giovanni in Fiore, inaugurazione dell’anno scolastico

L’evento ospitato nel complesso monumentale dell’abbazia florense

Pubblicato il: 01/11/2023 – 14:20
Liceo scientifico di San Giovanni in Fiore, inaugurazione dell’anno scolastico

COSENZA Si confermano un presidio culturale e di civiltà i licei di San Giovanni in Fiore. Che, nel complesso monumentale dell’abbazia florense, gremitissima di giovani studenti, giovani studenti e giornalisti, hanno deciso di declinare il senso e il tema della giornata sulla parola, accostandola da angolature diverse che si intersecano, però, e s’incontrano, diventando un corpo solo. Moderatore il professor Giovanni Iaquinta, che ha illustrato le ragioni della manifestazione, ormai destinata a storicizzarsi. Forte l’invito a ricordare, con un applauso corale, il conflitto in atto nella Striscia di Gaza e ad esprimere dissenso verso ogni forma di guerra, se è vero che la pace è nel DNA di ogni discorso sulla scuola e sull’educazione. Lo stesso è entrato, introducendo i lavori, nel merito della manifestazione, dedicata e consacrata alla parola in tutte le sue forme. Ribadita l’intenzione, anche per la presenza del Primo cittadino di San Giovanni in Fiore, Rosaria Succurro, di dislocare in città, ad opera dei licei, una serie di little free library e di take a book, dedicati all’identità culturale calabrese, in particolare letteraria, guardando alla dignità culturale della regione, nella storia. Punti nevralgici, da creare d’intesa con il Comune, dedicati a personalità che, in un senso o nell’altro, hanno toccato il cuore di San Giovanni in Fiore, e cioè i professori Nuccio Ordine, Gianni Vattimo e Luca Serianni. Se la lingua italiana ha rappresentato l’identità del Paese già a partire dalla nascita, parlare della lingua italiana porta direttamente all’Accademia della Crusca, la più antica Accademia linguistica del mondo, risalente agli Anni ’80 del Cinquecento che, già incubatore del primo vocabolario della lingua italiana, ha come obiettivo strategico lo studio e la conservazione della lingua ufficiale del nostro Paese, l’Italiano.
A rappresentarla, come relatore, il prof. Nicola De Blasi, ordinario di Storia della lingua italiana all’Università “Federico II” di Napoli. Studioso insigne con una corposa bibliografia e autore di fondamentali libri sul patrimonio letterario partenopeo, nazionale, e di linguistica italiana, che ha portato all’attenzione dei presenti un tema affascinante: “Una lingua nuova e antica. Viaggio nella storia dell’Italiano”. L’intellettuale ha creato condizioni di semplificazione e di immediata fruibilità calibrata sugli interlocutori, pur addentrandosi nell’opera di giganti come Dante, Petrarca, Boccaccio, passando dai trattatisti come Borghini e Trissino, fino identificare ne “Le prose della volgar lingua”, di Pietro Bembo, una pietra miliare nella codificazione dell’Italiano. Un contributo scientifico di spessore che non poteva che un richiamo verso la difesa attuale della lingua italiana, che regge il peso delle insidie della modernità, è vero; che, tuttavia bisogna conoscere e diffondere aumentandone la potenza lessicale. Non di minor tono l’intervento del prof. Luigi Tassoni, già docente di Letteratura italiana e semiotica all’Università di Pécs, in Ungheria. Un lungo e articolato viaggio, il suo, nell’opera di Saverio Strati, scrittore calabrese. Con una riflessione scientifica sui linguaggio, il messaggio, la poetica di un narratore complesso e di grande spessore che non solo merita di essere letto e conosciuto nel mondo della scuola, ma che può essere inserito, a tutti gli effetti, nel pantheon della letteratura italiana del Novecento. Appassionato l’intervento del dirigente scolastico, Angela Audia, che si è soffermata sull’importanza dello studio, invitando i ragazzi a riprendere in mano la suggestione dei libri, della cultura, perché essa rappresenta l’unico strumento per il successo nel mondo del lavoro e nell’esercizio delle professioni, puntando tutto a costruire una “testa ben fatta”. Il sindaco della città, Rosaria Succurro, ha espresso compiacimento per il fervore culturale dei licei e per la collaborazione che sta andando avanti con il Comune, soffermandosi sulla centralità della forza giovanile, sul talento dei giovani per guardare con ottimismo anche al futuro di Comuni ubicati in territori difficili come San Giovanni in Fiore. Di taglio umanitario l’intervento dell’abate dell’abazia florense, don Rodolfo Bruschi, che ha focalizzato l’attenzione sul valore insopprimibile dell’accoglienza, a partire da quanto è successo a Cutro, una strage rispetto alla quale nessuno può girarsi dall’altra parte perché la responsabilità è di tutti. Ma forse, più delle parole, il manifesto ideale della giornata può essere racchiuso nel cimelio (tristissimo cimelio) relativo al caicco “Summer love” di Steccato di Cutro, che il liceo artistico, uno dei poli liceali, ha fatto diventare opera d’arte da destinare a un luogo pubblico, forse alla biblioteca comunale o al Palazzo di città. Perché nessuno dimentichi quel che è stato, quel che è successo.

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