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Tra guasti e dimissioni, la «missione impossibile» all’ospedale di Locri

Arrivano le dimissioni del primario a interim della Cardiologia-Utic. La denuncia: «Ritengo del tutto inutile e infruttuoso ogni sacrificio»

Pubblicato il: 04/11/2023 – 16:20
di Mariateresa Ripolo
Tra guasti e dimissioni, la «missione impossibile» all’ospedale di Locri

LOCRI Una lettera dalla quale traspare l’amarezza per non essere riuscito a portare avanti quella che viene definita una «missione impossibile». Così la definisce il dottor Vincenzo Amodeo, fino a ieri primario a interim della Cardiologia-Utic dell’ospedale di Locri. «Ritengo del tutto inutile e infruttuoso ogni sacrificio da parte dello scrivente e dei medici in forza all’Uoc di Polistena e, pertanto, rinuncio a perseverare in questa missione impossibile e declino ogni responsabilità sul futuro andamento dell’assistenza cardiologica sul territorio locrideo»: parole dure messe nero su bianco da Amodeo nella lettera di dimissioni inviata al direttore sanitario dell’ospedale di Locri Giuseppe D’Ascoli, al direttore generale dell’Asp di Reggio Calabria Lucia Di Furia e al direttore sanitario aziendale Anna Maria Renda.

La missiva: «È stato fatto ogni sforzo»

«Premesso che è stato fatto ogni sforzo per rilanciare l’U.O.C.», scrive l’ex primario nella missiva, «inviando un medico a settimana dalla cardiologia di Polistena per coprire un turno di guardia e tutti i giovedì mattina per effettuare i controlli telemetrici degli stimolatori cardiaci; che nell’ottica della obbligatorietà della formazione (come da ordine di servizio co-impiegato e di cui le LL.SS, sono state messe a conoscenza) non c’è stato alcun riscontro da parte dei sanitari afferenti alla cardiologia del P. O. di Locri (tranne che per una saltuaria partecipazione all’esecuzione di esami ecocardiografici trans-esofagei e qualche presenza in sala di cardiostimolazione della dottoressa Rosaria Giovinazzo)». «Inoltre, secondo quanto riferitomi dal medico che ogni giovedì mattina esegue i controlli telemetrici degli elettrostimolatori cardiaci (Dott. Adrian Naranjo), che mai nessun medico della cardiologia di Locri ha inteso seguirlo in questa attività ambulatoriale, al fine di acquisire le doverose conoscenze finalizzate a proseguire autonomamente nei controlli, poiché il Dott. Adrian Naranjo nel mese prossimo dovrà usufruire delle ferie maturate, non sarà più possibile garantire questo servizio».

«Chi ha la possibilità di rivolgersi ai privati lo fa, ma chi non può muore»

Un nuovo episodio che va a depotenziare il presidio ospedaliero già in affanno a causa di carenze strutturali e di personale ataviche. Positivo il contributo dei medici cubani che vi hanno preso servizio, ma le difficoltà sono ancora molte. Solo qualche giorno fa la tac è stata riparata, dopo un periodo in cui non era utilizzabile. «Non funzionava da un po’ di settimane – è la denuncia del comitato “Difendiamo l’Ospedale” – e ci auguriamo che tale intervento di ripristino fosse programmato visto l’importanza di tale macchinario, strana la coincidenza di tempi con il racconto surreale ma purtroppo veritiero della signora con emorragia celebrale. Ci fa pensare come un ritardo così assurdo possa essere fatale o comunque cambiare il decorso di una problematica così importante». Sulle dimissioni di Amodeo, ha commentato ai nostri microfoni la presidente del comitato Bruna Filippone, «non c’è nulla di nuovo, in precedenza le dimissioni erano state presentate dal primario di Ortopedia, vincitore di concorso e poi non si è capito perché ha rinunciato all’incarico. Amodeo possiamo dire che ci ha provato per poi rendersi conto che Locri non è un terreno fertile e quindi ha deposto le armi».
«Noi una sanità pubblica non ce l’abbiamo, noi la sanità ce la stiamo ampiamente pagando tramite le donazioni. Noi tutto quello che vogliamo ce lo dobbiamo acquistare. Dove non arriviamo noi, veniamo deliberatamente mandati al privato», aggiunge Filippone parlando dell’impossibilità di fare in ospedale esami a causa di carenza di strumenti diagnostici: «Di sanità pubblica non c’è traccia. Ci stanno spingendo volontariamente, involontariamente, per inerzia, per incompetenza, questo non lo so, ma ci stanno spingendo al privato».
Nei giorni scorsi la denuncia è arrivata anche dal presidente del tribunale per i diritti del malato Pino Mammoliti, che ha parlato di «silenzio da parte delle istituzioni e dei sindacati», colpevoli a suo dire di «sordità e mutismo» in relazione alla situazione del presidio ospedaliero di contrada Verga: «Chi ha la possibilità di rivolgersi ai privati lo fa, ma chi non può muore nell’indifferenza generale». (redazione@corrierecal.it)

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