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Digital divide, Calabria (ancora) senza aule informatiche

Meno di due scuole su dieci ne è dotato. Ed il divario digitale nella regione resta il più alto del Paese: il 33,8% possiede competenze di base

Pubblicato il: 05/11/2023 – 17:30
di Roberto De Santo
Digital divide, Calabria (ancora) senza aule informatiche

CATANZARO È il gap nelle competenze informatiche un altro limite che impedisce alle giovani generazioni di competere ad armi pari sul mercato del lavoro europeo.
Limiti che si registrano anche nelle infrastrutture scolastiche dedicate a far crescere il livello di preparazione tra gli studenti italiani. Un aspetto che, ad inizio del nuovo anno scolastico, suona fortemente penalizzante anche per il prossimo futuro.
Dai dati Eurostat emerge infatti che gli adolescenti italiani hanno minore abilità informatiche rispetto ai loro coetanei degli altri Paesi dell’Unione. E la Calabria recita anche in quest’occasione il ruolo di cenerentola.
Se la media europea dei ragazzi che hanno raggiunto almeno un livello base di competenze digitali, segnalata dal rapporto Eurostat, è pari a quasi al 70%. In Italia quella media resta un miraggio: scende infatti al 58,3%.
L’Istituto europeo di statistica ha introdotto un nuovo indice per monitorare le competenze che comprende la capacità di raccogliere informazioni su beni, servizi o sulla salute, la capacità di comunicare e collaborare in digitale, la capacità di creare contenuti digitali e anche le abilità in termini di sicurezza e di problem solving in ambito digitale.
Ebbene dall’analisi di quei dati emerge con chiarezza il divario che esiste tra l’Italia e il resto dell’Europa.
Infatti se poco più della metà dei cittadini europei raggiunge conoscenze di base (53,9%) in ambito digitale, e uno su 4 (26,4%) ha competenze avanzate. Per l’Italia la percentuale scende rispettivamente al 45,6% e al 22,5%.

Calabria, il record negativo

Un divario che diviene ancora più marcato se confrontato con le regioni del Sud e della Calabria in particolare.
Quest’ultima infatti risulta “maglia nera” per competenze digitali di base tra la popolazione. Appena un terzo dei residenti infatti dimostra capacità minime di accesso alle tecnologie informatiche. Un tasso decisamente distante da quello fotografato, dall’Istat, tra quanti vivono nel Lazio (52,9%), nel Friuli Venezia Giulia (52,3%) o nella provincia autonoma di Trento (52,7%).
Dati che dimostrano quanto possa pesare sulle nuove generazioni calabresi che, senza un’adeguata preparazione sotto il profilo fondamentale delle competenze digitali, rischiano di essere tagliati fuori dal mercato del lavoro anche nel futuro.

Scuole senza aule informatiche

A dimostrazione della scarsa attenzione sotto il profilo della formazione digitale degli studenti calabresi ci sono i dati sulla presenza a scuola delle aule dedicate all’apprendimento.
Un tema già particolarmente delicato in tutto il Paese, ma che diviene decisamente più allarmante per la Calabria.
Così dall’analisi dei dati del Ministero dell’Istruzione e del Merito , emerge che su oltre 40mila edifici scolastici presenti nel Paese, in media solo 1 su 3 (32,4%) è dotato di aule di informatica. In più di un caso su 4 (26,2%) le aule di informatica non sono presenti, mentre l’informazione non è stata dichiarata per il 41,4% degli edifici.

In Calabria appena il 18,1 di edifici scolastici è dotato di aule informatiche


Numeri che peggiorano se si passano in rassegna i dati calabresi.
La percentuale di istituti dotati di aule informatiche in Calabria scende sotto il 20%. Precisamente il tasso è pari al 18,1%. Un dato che pone la regione al terzultimo posto nella graduatoria di scuole attrezzate con almeno un’aula dedicata alla formazione digitale.
Conseguentemente tre delle cinque province ottengono la peggiore performance in materia.
In fondo alla classifica il Cosentino con appena il 13% di edifici scolastici dotato di un’aula informatica, seguono le province di Catanzaro (15,1%) e Crotone (15,5%).
Ancora più critica la situazione nelle aree interne, dove la presenza di scuole attrezzate diminuisce sensibilmente. In Italia, dai dati elaborati da Openpolis, il tasso scende a un quarto dei comuni periferici (26,3%) ed ultraperiferici (25,1%). Si tratta di aree distanti rispettivamente almeno 40 minuti e oltre un’ora dai grandi centri.
In Calabria, spulciando quei dati, emerge che soltanto cinque edifici presenti nelle aree ultraperiferiche dichiarano la presenza di un’aula dedicata. Mentre sono 88 quelli periferici. La media europea di persone con competenze digitali avanzate è pari al 26,4%, nelle zone rurali in Italia la percentuale scende al 19,9% contro il 32,7% registrato nelle città.
Ma neppure le grandi città in Calabria garantiscono servizi adeguati. Catanzaro e Cosenza hanno infatti una dotazione di scuole con aule informatiche inferiore al 10 percento.
«Una situazione – commentano gli analisti di Openpolis – che aumenta inesorabilmente i fenomeni di migrazione interna». La speranza di sanare quel divario resta ancorato all’utilizzo pieno delle risorse del Pnrr dedicate agli investimenti specifici. Un auspicio che, con i rischi paventati di tagli generalizzati alle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza, potrebbe però trasformarsi rapidamente in un miraggio. (r.desanto@corrierecal.it)

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