LAMEZIA TERME «La sentenza di oggi ovviamente dovrà essere oggetto di un’analisi approfondita da parte dell’Ufficio di Procura e così sarà fatto sulla base della motivazione del Tribunale». Così il procuratore vicario della Repubblica di Catanzaro Vincenzo Capomolla parlando con i giornalisti dopo la lettura della sentenza del processo Rinascita Scott nell’aula bunker di Lamezia Terme. In tanti attendevano in aula anche il procuratore Gratteri, oggi alla guida della Procura di Napoli, ma l’attesa è stata vana: secondo Capomolla «sono la posizione e i ruoli che vengono ricoperti in un determinato momento sul piano istituzionale che determinano la partecipazione o meno del soggetto che ricopre quel ruolo ad un’attività processuale. Oggi era una attività processuale, era la conclusione con la lettura dispositivo del processo “Rinascita Scott imbastito dalla Procura della Repubblica di Catanzaro davanti al Tribunale di Vibo Valentia”. Quindi è ovvio che non poteva che essere così. Anche la mia presenza qui – ha riferito il procuratore vicario – è la presenza della rappresentanza dell’Ufficio della Procura della Repubblica, come ufficio distrettuale, davanti al tribunale di Vibo Valentia».
Con riferimento alla sentenza, Capomolla ha osservato: «E’ giusto dire e ribadire che siamo di fronte a una sentenza di primo grado, non è una sentenza passata in giudicato e quindi ogni valutazione che verrà fatta deve tenere conto di questa circostanza. Dopodiché la pervasività della organizzazione criminale nella provincia di Vibo Valentia era così radicata, così diffusa, così allarmante, così inquietante che penso possa essere rilevato come non ci fosse nessun aspetto della vita e del tessuto economico e sociale della provincia che non fosse condizionato dalla capacità e dalla forza di intimidazione di questa organizzazione criminale così pericolosa. Questa – ha spiegato il procuratore vicario di Catanzaro – è la sentenza all’esito del processo ordinario che segue una sentenza che già c’è stata nel rito abbreviato, ed entrambe confermano la struttura criminale dell’organizzazione ‘ndranghetistica nella provincia di Vibo Valentia che fa capo alla famiglia Mancuso. E l’ulteriore conferma sta in questa decisione di oggi». Quanto alle assoluzioni di alcuni esponenti politici, Capomolla ha rimarcato che «il dispositivo del tribunale di Vibo Valentia, dovendo ancora dare merito al collegio dell’impegno che è stato profuso, è complesso ed articolato; quindi dovrà essere necessariamente oggetto di un’analisi di approfondita da parte dell’ufficio di procura della Repubblica».(c. a.)
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