Ultimo aggiornamento alle 23:31
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 4 minuti
Cambia colore:
 

lotta alla mafia

Federica Punturiero, Nino De Masi e i ragazzi di Locri: storie di resistenza alla ‘ndrangheta

A “Porta a Porta” le forti testimonianze di impegno contro le cosche. L’imprenditore della Piana: «Sicuramente verrò ammazzato da questi criminali»

Pubblicato il: 30/11/2023 – 12:10
Federica Punturiero, Nino De Masi e i ragazzi di Locri: storie di resistenza alla ‘ndrangheta

ROMA La figlia coraggio di una donna coraggio, l’imprenditore che non si è piegato alle cosche, i ragazzi che sognano e lavorano per un futuro diverso. Storie di “resistenza” alla ‘ndrangheta nella puntata speciale di “Porta a Porta” di Bruno Vespa dedicata alle vittime delle mafie. C’è Federica Punturiero, figlia di Maria Chindamo assassinata brutalmente a Limbadi per la sua voglia di libertà, c’è l’imprenditore Nino De Masi che vive sotto scorta e con l’Esercito a piantonare la sua azienda per aver denunciato i clan, gli studenti del Liceo delle Scienze umane e linguistiche “Mazzini” di Locri che hanno catturato l’attenzione di Papa Francesco e del presidente della Repubblica Mattarella per il loro impegno per la legalità in una terra di frontiera.  Testimonianze di lotta alla ‘ndrangheta, l’unica mafia – dice l’ex procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, oggi procuratore di Napoli, anch’egli ospite di “Porta a Porta – «in questo momento presente tutti i continenti, l’unica in grado di andare nella Foresta Amazzonica e comprare un chilo di cocaina a 1.000 euro rispetto alle altre che pagano 2.000-2.500, questo fa capire il livello di credibilità del brand ‘ndrangheta».

La storia di Maria Chindamo

Federica Punturiero ricorda la mamma, Maria Chindamo, e il suo coraggio che – racconta a Vespa – «è sempre stata una cosa normale, quotidiana, mamma e papà ci hanno sempre insegnato a stare dalla parte giusta, dalla parte della legalità, a non avere mai paura. La procura dice che ci sia un doppio movente nella sua uccisione, la vendetta del suicidio di papà e l’interesse della ‘ndrangheta sui suoi terreni». «Non mi so spiegare quel comportamento da bestie, non trovo una spiegazione», dice infine Federica che poi dichiara di volere fare il magistrato: «Mi piacerebbe fare il pubblico ministero».

L’imprenditore Antonino De Masi

L’imprenditore sotto scorta

«Un fatto è certo, io sicuramente verrò ammazzato da questi criminali, perché o questi signori si convertiranno sulla via di Damasco o me la faranno pagare». E’ una frase choc quella che l’imprenditore Nino De Masi pronuncia ai microfoni di “Porta a Porta” ricordando il suo “calvario” e quello della sua famiglia, «che è molto arrabbiata con me perché dalla sera alla mattina ho detto “fate le valigie e andate via”». Per lui una vita sotto scorta, da tantissimi anni ormai, ma nessun pentimento e nessuna voglia di arrendersi: «Io voglio avere la gente insieme a me per lottare per questa terra, voglio spiegare a tutti che non sono solo e non sono – come vengo giudicato – un infame. Io combatto, e questo – prosegue De Masi – significa dire alla gente di stare al fianco al futuro dei loro figli. Ho messo in piedi n progetto che è la mia vita, “Favuriti”, significa accoglienza, significa dire “venite in Calabria”, che la Calabria e i calabresi devono dimostrare di che pasta è fatta. Dobbiamo svegliare le coscienze dei calabresi, diciamo ai giovani di riappropriarsi della propria terra e del proprio destino».

Gli studenti di Locri

L’impegno dei ragazzi di Locri

Infine, la testimonianza della “meglio gioventù della Calabria”, rappresentata dagli studenti del Mazzini di Locri che a “Porta a Porta” spiegano il perché del loro progetto, “Abbasso la ‘ndrangheta”, che è piaciuto anche al papa e a Mattarella. «Un progetto – dicono gli studenti locresi – che vuole fare luce sulla realtà pura della Calabria, nato a palazzo Nieddu dove venne ucciso il vicepresidente del Consiglio regionale Fortugno e vuole essere un segnale di rinascita contro questo cancro. Vogliamo promuovere il coraggio perché si deve essere consapevoli che fare diversamente potrebbe significare complicità alla mafia». (redazione@corrierecal.it)


Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del mare 6/G, S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano | Privacy
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x