MOSCA L’Fsb, i servizi di sicurezza russi, hanno reso noto di aver fermato un cittadino italo – russo di 35 anni residente a Ryazan, circa 200 km da Mosca. Lo riporta l’agenzia Interfax. L’uomo è accusato di aver commesso un atto di sabotaggio della ferrovia locale all’inizio del mese di novembre e di aver organizzato un attacco con droni all’aeroporto militare di Dyaghilevo. Secondo l’Fsb, al sospettato sarebbero stati sequestrati componenti per la fabbricazione di esplosivi e ordigni esplosivi, oltre ad apparecchiature di comunicazione e supporti elettronici «contenenti foto e video dei crimini commessi».
Il presunto attentato sulla linea ferroviaria sarebbe avvenuto lo scorso 11 novembre «mentre passava un treno merci» e avrebbe causato «il deragliamento di 19 vagoni». L’uomo – secondo quanto riportato da Interfax – avrebbe confessato e avrebbe raccontato di essere stato reclutato da un dipendente della direzione principale dell’intelligence del ministero della Difesa ucraino a Istanbul. Successivamente avrebbe seguito un corso di addestramento al sabotaggio in Lettonia “con la partecipazione diretta dei servizi speciali” di Riga.
Il Consolato generale a Mosca – a quanto si apprende – in stretto raccordo con la Farnesina sta seguendo il caso del 35enne italo – russo residente nella città di Ryazan che sarebbe stato fermato dalle autorità russe con l’accusa di sabotaggio. La Farnesina – viene spiegato – è al lavoro e sta conducendo le opportune verifiche sul caso.
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