REGGIO CALABRIA «Un’ombra tossica si estende inesorabile sul quartiere di Arghillà, minando la salute e la qualità della vita dei residenti. L’emergenza rifiuti, divenuta ormai una consuetudine, si è trasformata in una bomba a orologeria che mette a repentaglio la salute pubblica e la dignità dell’intera comunità residente». Lo dichiara Sara Scopelliti, volontaria dell’associazione di volontariato “Protezione Ambientale”, operante nel settore della salvaguardia ambientale e che trova la propria sede operativa proprio nel rione reggino in oggetto.
«Le strade grondanti di rifiuti, in stato di degrado e abbandono, sono diventate il triste emblema di un’amministrazione incapace di affrontare il problema in modo efficace. Mentre il resto della città può godere di un servizio di raccolta rifiuti relativamente efficiente, Arghillà langue nell’indifferenza e nella negligenza delle autorità locali: non esistono cittadini di Serie A e Serie B. Serve urgentemente un radicale cambio di passo – ha proseguito Scopelliti –. L’emergenza rifiuti non è solo una questione estetica, ma ha conseguenze dirette sulla salute dei residenti. Montagne di spazzatura, spesso contenenti materiali pericolosi e tossici (alle quali viene dato periodicamente fuoco), costituiscono un terreno fertile per la proliferazione di agenti patogeni. L’incremento di topi e insetti porta con sé il rischio di malattie trasmesse da questi vettori, aumentando così l’emergenza sanitaria in questa zona dimenticata della città».
«Nonostante le proteste e le denunce dei residenti, ancora nessuna risposta concreta da parte delle autorità competenti (solo contentini occasionali e non risolutivi). Purtroppo, è caduta nel vuoto anche la promessa del Sindaco Giuseppe Falcomatà, fatta ai cittadini in occasione della protesta a Palazzo San Giorgio del 31 ottobre, di ricevere una rappresentanza per instaurare un’interlocuzione sulla problematica.” – ha proseguito la volontaria – “L’emergenza rifiuti e sanitaria è una ferita aperta nel cuore di Arghillà, che mette in discussione il diritto fondamentale di ogni cittadino a vivere in un ambiente sano e dignitoso: quanto ancora la popolazione dovrà subire prima che si ponga fine a questa emergenza? Quanto ancora dovremo aspettare prima che il Sindaco possa riceverci?».
«Buona l’iniziativa di inserire anche Arghillà nello studio epidemiologico sulla Città di Reggio Calabria (proposto ed avviato dall’Ufficio del Garante della Salute della Regione Calabria, nell’ambito del Tavolo tecnico su ‘Oncologia, prevenzione e ricerca’), coordinato dalla garante regionale Anna Maria Stanganelli per verificare la correlazione tra la presenza dei rifiuti e la diffusione dei tumori. Ma non bisogna aspettare uno studio per poter attuare delle azioni concrete e risolutive: posto che la presenza dei rifiuti e delle diossine sia un elemento insalubre per tutti i cittadini, chiediamo ai nostri amministratori di non aspettare che si verifichino tragedie prima di poter effettuare degli interventi sostanziali», ha puntualizzato Sara Scopelliti.
«Le conseguenze sulla salute pubblica sono evidenti: aumenta il rischio di malattie respiratorie, cutanee e gastrointestinali. La mancanza di igiene e la presenza di agenti inquinanti nell’aria mettono a rischio la vita quotidiana dei cittadini che, ormai sfiduciati, chiedono soluzioni immediate e misure concrete», ha spiegato la volontaria dell’Associazione di volontariato, la quale troppo spesso, nella sua esperienza, si è vista costretta ad osservare bambini che giocano accanto a enormi cumuli di rifiuti (anche bruciati): un simbolo sconcertante della mancanza di responsabilità e lungimiranza da parte di chi dovrebbe tutelare il benessere della collettività.
«Le istituzioni devono smettere di ignorare questo grido di aiuto e agire con urgenza per risolvere una crisi che si è protratta troppo a lungo. È necessario che le autorità intervengano con misure concrete, affrontando il problema alla radice e garantendo ai residenti un futuro più salubre e sostenibile» ha concluso Scopelliti. «L’Associazione di Protezione Ambientale chiede, dunque, alle autorità competenti di fare uno sforzo per accelerare le tempistiche verso una programmazione concreta che ci avvicini alla soluzione del problema: i tumori non aspettano la politica per entrare nelle case. Neanche noi aspetteremo oltre».
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