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Chi si loda s’imbroda

Dai passacarte della buca delle mail, alla nostra inchiesta sulle autostrade digitali, al giornalista e sindaco minacciato dalla ‘ndrangheta sino all’Infinity computer che potrebbe trasformare il p…

Pubblicato il: 09/12/2023 – 7:00
di Paride Leporace
Chi si loda s’imbroda

Nel mondo dell’informazione calabrese, non solo in quello calabrese per la verità, c’è molto “chi si loda s’imbroda”. E ne leggiamo diffusamente di autodafé. Vale la pena però correre il rischio di rimettere le questioni in fila per dare valore a ogni cosa.
Sono fiero e orgoglioso da oltre un anno di scrivere per il Corriere della Calabria, testata libera e indipendente grazie al lavoro del direttore Paola Militano che grazie al suo impegno offre alla nostra regione un prodotto d’informazione scevro da conflitti d’interessi e che vede noi giornalisti ripagati con soddisfazioni professionali ed economiche. Ci godiamo l’ultimo successo con una nostra inchiesta indipendente che sulle autostrade digitali ha scoperto su Tik Tok un profilo di 34 mila iscritti e circa 300 mila interazioni inneggiare alla ‘ndrangheta e chiedere libertà per gli affiliati ai clan Mancuso e agli Accorinti insieme a video che insultano i collaboratori di Giustizia e la conseguente colonna sonora di canzoni antiche e moderne della malavita. La notizia del Corriere della Calabria ha determinato in poche ore la rimozione del profilo dello scandalo, l’apertura di un fascicolo d’indagine e un dibattito pubblico di ampie dimensioni che ha coinvolto diversi addetti ai lavori. Voto “dieci” alla redazione che ha dimostrato che esiste ancora un giornalismo che non si è piegato a essere passacarte della buca delle mail. Chi conosce il nostro mestiere sa bene che le firme passano ma le testate serie restano.

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Sull’uso di social e nuove tecnologie da parte del popolo solidale con le cosche calabresi, Nicola Gratteri ha ben presente il fenomeno. Di recente ha difatti dichiarato: «Le mafie, oggi, sono più contemporanee di noi: ci sono mafie in grado di appoggiarsi ad hacker stranieri per costruire nuovi Instagram, nuovi WhatsApp, nuovi Telegram, e costruire in questo modo un sistema di comunicazione che elude i controlli ufficiali. Ciò significa che negli ultimi decenni, in Italia, non si è investito in tecnologie, ma attenzione: il futuro delle mafie sono le piattaforme web e darkweb». Forse è il caso di correre ai ripari. Alle infiltrazioni digitali ‘ndranghetista Gratteri con l’inseparabile Nicaso ha dedicato il suo ultimo libro “Il grifone”.

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Sulla ‘ndrangheta se ben raccontata c’è ancora attenzione sulla tv generalista. Lo ha dimostrato giovedì sera in prima serata la trasmissione “Inside” di Italia 1 che è stata vista da oltre un milione di spettatori con uno share dell’8,5, numeri che l’hanno affiancata alla Prima della Scala su RaiUno. Un’altra televisione è ancora possibile. E poi c’è l’inchiesta vecchio stampo documentata, approfondita, ben scritta. Vi segnalo quella realizzata dal sito investigativo indipendente Irpimedia che ricostruisce con dovizia di dettaglio come l’esportazione di banane viaggi in parallelo con l’importazione di tonnellate di cocaina acquistata dalla mafia calabrese. Da non perdere.

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Ho lavorato per lungo tempo con il cronista Saverio Puccio e ne conosco l’autentico impegno contro la ‘ndrangheta. Come sindaco della sua Botricello ha dato seguito con il suo capo ufficio tecnico, Salvatore Aiello, all’esecuzione della sentenza del Consiglio di Stato che affida le aree del villaggio Costa del Turchese che erano in mano alle cosche locali. Puntuali sono arrivate le minacce di morte verso sindaco e dirigente.
La Prefettura ha disposto la giusta tutela dinamica. Ai minacciati la nostra più sincera vicinanza.

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Siete degli “hombre vertical”. Uomini con la schiena dritta. Giancarlo Pittelli torna libero dopo l’ultimo arresto per bancarotta fraudolente. Così ha deciso il Tribunale del Riesame. Il gioco dell’oca continua. Tante le perplessità.

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Rullo di tamburi senza se e ma per la conferenza stampa romana dell’Ad di Fs, Luigi Ferraris, che ha annunciato un piano di investimenti di 13,4 miliardi che dovrebbero modernizzare la Calabria con i trasporti su rotaie. Leggo nel masterplan numerosi provvedimenti che in passato erano già stati finanziati e non attuati da Ferrovie dello Stato. La linea Jonica resta fuori da ogni prospettiva di Alta velocità. Osservo che alla stazione di Cosenza ad oggi le scale mobili non sono mai entrate in funzione, non c’è un bar e nemmeno una presa dove caricare un telefono. Piano con gli entusiasmi. Chi di dovere segua l’attuazione degli interventi e del cronoprogramma. Di treni lumaca calabresi nel XXI secolo siamo abbastanza stanchi.

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Un plauso al nostro Emiliano Morrone per aver intervistato il professore dell’Unical, Yaroslav Sergeyev che ha illustrato con parole chiare la sua invenzione nata tra i laboratori di Arcavacata; un Infinity computer che con i giusti investimenti potrebbe trasformare il presente della Calabria. Ma il professorone offre anche una sana botta di ottimismo sulla sua esperienza calabrese quando dice: «In Calabria si vive bene e spesso non se ne accorge, una regione che non ha niente da invidiare alle altre. Bisogna essere orgogliosi di quello che si ha, cercando sempre di migliorare». Dedicata ai numerosi scoraggiatori militanti calabresi.

professore-yaroslav-sergeyev

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E che dire del ricercatore storico Carmine Cassino che per la prima volta ha scritto sul Corriere della Calabria del calabrese Antonio Marrara che nell’800 conquistò Lisbona aprendo locali storici e dettando mode e gusti di una capitale che ancora lo ricorda nei siti istituzionali. Nato tra Calanna e Laganadi abbiamo rivelato un bel testimonial storico che ben si presta alla promozione della terra dei Padri e a gemellaggi con Lisbona. Parliamo di baccalà, quello che ci piace mangiare. Perché non proporre rette parallele tra Calabria e Portogallo? La Peppa Marriti band è una combat rock di lungo corso. Nati nel borgo molto creativo di S. Sofia d’Epiro da anni coniuga le radici del rock con le tradizioni arberesh delle nostre comunità tutelando lingua e cultura. Attualizza dopo cinque secoli una convivenza sociale riconosciuta con atmosfere veramente saltellanti tipiche di feste balcaniche. Domenica alle 18 si può ammirare il loro live al Teatro di Mendicino alle porte di Cosenza. Spettacolo da non perdere. Divertimento assicurato.

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