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la strage di san lorenzo del vallo

Le storie intrecciate delle famiglie Galizia e Attanasio. Il mistero delle armi e le fughe dopo i delitti

Luigi Galizia, non si trova. E’ ricercato in tutta Italia. E’ ritenuto colpevole della morte di Edda Costabile e Ida Attanasio

Pubblicato il: 12/12/2023 – 14:41
di Fabio Benincasa
Le storie intrecciate delle famiglie Galizia e Attanasio. Il mistero delle armi e le fughe dopo i delitti

COSENZA Il 4 giugno 2021 Luigi Galizia lascia il carcere e torna in libertà. La decisione segue quella della Corte di Cassazione che aveva ribaltato il giudizio di primo e secondo grado in merito alla condanna all’ergastolo inflittagli perché considerato responsabile per il duplice omicidio di Edda Costabile e Ida Attanasio: madre e figlia, di 77 e 52 anni, uccise il 30 ottobre 2016 mentre si trovavano nel cimitero di San Lorenzo del Vallo, nel cosentino. La Corte d’Appello di Catanzaro accoglie l’istanza presentata dal legale, l’avvocato Cesare Badolato e Galizia lascia l’istituto penitenziario. Oggi il 43enne è un fuggitivo, ricercato in tutta Italia dopo essersi reso irreperibile a seguito della condanna all’ergastolo in via definitiva per il duplice omicidio.
La sentenza è divenuta esecutiva dal 7 dicembre scorso, quando la Cassazione ha confermato il giudizio emesso sia in primo che in secondo grado.

Una storia intricata

Complessa e intricata, la narrazione che anticipa la “strage di San Lorenzo del Vallo“. Le vite delle famiglie Galizia e Attanasio si intrecciano come in uno dei più classici libri gialli. Due famiglie, dipinte nel corso del processo, la cui normalità faceva da contorno ad una esistenza tutto sommato tranquilla. Fino alla morte di Damiano Galizia, fratello di Luigi, ucciso a colpi di pistola. A confessare il delitto è Francesco Attanasio. Da qui, consumato il dolore del lutto, seguono mesi di indagine e di intercettazioni. L’epilogo è ancora tutto da scrivere: Galizia non si trova e la storia non può dirsi ancora conclusa. C’è un altro mistero in questa storia crime cosentina e riguarda il ritrovamento di un arsenale di armi e munizioni nel complesso edilizio “il girasole” di Rende. A denunciare la presenza del “covo” è Francesco Attanasio. Nel corso del processo, Giancarlo Gentile – già commissario della squadra mobile – riferisce dell’operazione di recupero delle armi.
«Abbiamo avvertito la Dda di Catanzaro, individuato la proprietaria del garage e ricordo che Francesco Attanasio quando abbiamo trovato quell’arsenale era abbastanza agitato». Il teste riferisce anche su altro. «Francesco Attanasio non lo conoscevamo, ma Damiano Galizia sì. Ritenevamo – spiega il commissario – che fosse vicino al gruppo criminale dei Presta anche in considerazione della parentela con Costanzo Scorza». Francesco Attanasio dice di non sapere a cosa fosse destinato il box, ma teme sia qualcosa di illecito. Ha paura, supplica gli inquirenti di proteggere la sua famiglia. «Ho paura di ritorsioni», dice mentre l’affaire arsenale passa all’antimafia. Due giorni dopo l’arresto viene data alle fiamme la cappella della sua famiglia. Un presagio di morte.

Le famiglie Attanasio e Galizia

Due famiglie a confronto, dicevamo. Da un lato gli Attanasio, colpiti dalla morte di una madre e una sorella uccise a colpi di calibro nove, tutti esplosi dallo stesso killer, un uomo solo che a volto scoperto ha agito all’interno del campo santo. Dall’altro lato, ci sono i Galizia che hanno perso un figlio, Damiano di 31 anni, ucciso da Francesco Attanasio. Fino a poco tempo prima del delitto i due giovani erano amici stretti. Ma alla base di quel rapporto qualcosa cigolava pericolosamente: qualcuno sussurra di debiti, favori, richieste pressanti, la ricerca di un tenore di vita più alto di quanto possibile. Il rapporto è funestato a tal punto da spingere Attanasio a uccidere Galizia. Il 33enne cerca di nascondere il delitto, di occultare il corpo. Ma si sente braccato dalla famiglia della vittima, sa che lo stanno cercando. Prende moglie e figlia e si rifugia nel Vibonese. Ma non regge e si consegna agli agenti della squadra mobile di Cosenza. A loro confessa il delitto e fa ritrovare il corpo.

Luigi Galizia, la prima fuga

Oggi di Luigi Galizia abbiamo perso le tracce, ma subito dopo il delitto di Edda Costabile e Ida Attanasio, la sua foto aveva trovato posto nella bacheca dei ricercati. L’uomo ritenuto colpevole del duplice delitto non aveva dato notizie di sé dal giorno della “strage di San Lorenzo”: gli inquirenti lo cercano per sentirlo come persona informata sui fatti. Come accaduto per Attanasio, anche Galizia cede dinanzi la pressione di una fuga complicata e, dopo quasi una settimana, si presenta davanti ai carabinieri e risponde a tutte le domande. Oggi, le forze dell’ordine lo cercano in tutta Italia. (f.benincasa@corrierecal.it)

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