COSENZA Si erano lasciati ragazzini, con i jeans e le scarpe da tennis e si ritrovano in giacca, in tailleur, con i capelli grigi, con tanti anni in più. Cambiati, trasformati, eppure con quella stessa scintilla negli occhi che li rende ancora – a distanza di decenni – complici e intimamente legati dal fatto di aver condiviso ricordi indelebili. Sono gli ex ragazzi del “Pezzullo” di Cosenza, che oggi è il polo tecnico scientifico Brutium ma prima, per tutti, era semplicemente la “ragioneria”. Hanno risposto a un appello veicolato sui social, un invito rivolto agli studenti degli anni ’80 ma anche ’60 ’70 e ‘90 a ritrovarsi nel cortile della loro scuola per una reunion autogestita, la più grande mai realizzata in Calabria, assicurano gli organizzatori. La preside della scuola ha voluto concedere di più: la possibilità di entrare nell’istituto e di rivivere l’emozione di ritrovarsi con i compagni di classe in quegli spazi che furono un porto sicuro negli anni dell’adolescenza. I ragazzi e le ragazze del Pezzullo hanno portato cimeli e feticci: i diari di scuola (rigorosamente edizioni Malipiero), i libri di ragioneria e tecnica bancaria, un pallone Super Santos dell’82, una cambiale. Il mitico Pierino è arrivato nel cortile con la stessa auto (ormai d’epoca) con cui tutte le mattine si presentava a scuola nell’anno del diploma.
Quattro generazioni di “Pezzulliani” si sono ritrovati, riconosciuti, abbracciati, con gli occhi lucidi e la consapevolezza di vivere emozioni uniche, a ricordare insieme aneddoti, dettagli, retroscena di un periodo bellissimo della loro vita. Sono trascorsi 30, 40, 50 anni (ma tra i partecipanti al raduno c’è addirittura qualche diplomato negli anni ’60) dall’ultima campanella – anzi dalla sirena – del Pezzullo che negli anni ’80 contava ben 1600 iscritti. «È stato bellissimo ritrovarci e scoprire che alla fine il tempo è passato ma in fondo noi siamo rimasti uguali, uniti dall’esperienza vissuta assieme in una scuola straordinaria» ha commentato Pino Garofalo, uno degli organizzatori dell’evento. In meno di un’ora il cortile della scuola si è riempito di ex adolescenti che hanno ricomposto le loro classi. Qualcuno è assente, qualcuno non c’è più, ma la reunion del Pezzullo è una festa, con la musica dei Depeche Mode e dei Cure, gli stappi di spumante, le risate a crepapelle. Erano contestatori o secchioni, erano leader, erano ritardatari, impacciati o esuberanti, erano i più belli o le più belle della scuola. Ogni cognome un posto nelle fotografie e nei personali ricordi di una vita che oggi riprendono forma e tutto combacia. Come un incantesimo.
Le manifestazioni, le occupazioni, le ore di educazione fisica, le sigarette fumate di nascosto sotto un albero che ora non c’è più, le parodie dei professori, i filoni, gli amori nati tra i banchi. Il libro dei ricordi è una pagina Facebook che raccoglie le foto di classe, dei pranzi dei cento giorni, delle gite. «Da qui è partita la proposta di ritrovarci tutti insieme perché questa scuola ci ha lasciato tanto, qui ci sono le nostre radici» ha commentato Paolo Spadafora, anche lui tra gli organizzatori della manifestazione.
Pochi ma presenti anche i decani del Pezzullo che mostrano con orgoglio i loro vecchi libri custoditi gelosamente e una medaglia. «Lo scorso anno abbiamo festeggiato i cinquant’anni dal diploma. Noi siamo la 5C del 1972. L’emozione più grande? Scoprire che nonostante tanti anni siano passati ci vogliamo ancora bene».
«Ritrovarsi qui oggi ha risvegliato emozioni incredibili, credo sia uno dei giorni più belli della mia vita». Anna, ex 5B 1995-96, è emozionatissima. I “ragionieri” del Pezzullo, entrano nella loro scuola e con trepidazione aprono le porte delle aule che risvegliano i ricordi. Le corse di chi entrava in ritardo, i bidelli solidali e complici, il panino con la schiacciata durante la ricreazione, le strategie per perdere tempo prima delle interrogazioni, la gioia per la caldaia rotta e i termosifoni spenti che significavano un giorno di vacanza, quarant’anni dopo la frase ha sempre lo stesso effetto: «Guagliu’, oj un si trasa . È tutto un “e ti ricordi qui cosa c’era?”, “e come si chiamava…?». Ancora una foto, un altro abbraccio, la promessa di non perdersi più perché l’affetto è rimasto intatto. L’emozione di sedersi ognuno al proprio banco a rivivere quell’atmosfera ricostruendo, mettendoci ognuno un pezzo, i migliori anni. La foto collettiva sulle scale è il sigillo di questa giornata, tutti con le mani alzate. «Ragazzi, ci rivediamo l’anno prossimo – è la promessa gridata al microfono – è stato bellissimo. Pezzulliani per sempre».
Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato
x
x