CROTONE Ma che bravo il signor Sebastiani, al secolo Amadeus, ad aver accettato di registrare un video di saluti per gli studenti del liceo classico Pitagora di Crotone. E che brava, ancora di più, la giovane preside, Natascia Senatore, laureata in lettere all’università della Calabria, a sentirsi, con la sua scuola, parte integrante della grande festa del concerto di San Silvestro, nonostante le pausa didattica natalizia. Le aule sono state trasformate in camerini per gli artisti e lei ha colto la palla al balzo per intercettare il popolare conduttore, maestro di empatia, in quel clima da festa off, oltre l’ufficialità degli appuntamenti, che è stato esattamente come deve essere un grande evento, elettricità per la città prima ancora che per il salotto TV. Ora, non discutiamo della qualità della proposta artistica ben conoscendo l’obiezione dei vertici Rai e cioè che questo tipo di programma è destinato a fare compagnia innanzitutto agli anziani che sono a casa, anche soli, spesso. È vero anche se ci sono altre piazze d’Italia che pure hanno scelto evergreen come i Pooh senza avere il beneficio delle telecamere live. In realtà, come abbiamo scritto nei giorni precedenti al concerto, era innanzitutto importante che si creasse un’atmosfera di festa in città per i crotonesi, perché le politiche culturali sono efficaci quando sono partecipate e non subite dai luoghi. Se si crea questo tipo di feeling allora conta davvero poco che sul palco ci siano I ricchi e poveri desolatamente dimezzati o dei mummificati ma sfavillanti Cugini di Campagna in grande spolvero da quando hanno polemizzato con i Måneskin. Certo, pochi si sono accorti del veloce omaggio a Rino Gaetano (magari per la prossima edizione la Regione può essere più incisiva su alcune presenze, altrove è successo), ma, guardando il concerto seduta in un salotto di via Mazzini a Cosenza, è stato quasi surreale ascoltare chi aveva appena finito lo spasso più diffuso, parlare male della propria città che si stava riunendo sotto il palco di Giorgia, e sobbalzare alle immagini del Ponte di Calatrava su RaiUno nelle pause del concerto. «Che bello, ma è Cosenza…». Già, è molto probabile che già tra qualche giorno nessuno a Trieste o a Viterbo ricorderà che il collegamento del 31 dicembre era da Crotone. Ricorderà sicuramente i modi gentili (e ben pagati) di Amadeus che tra la cover del telefonino con la scritta “Sanremo” e il video di saluto familiare dal taxi verso l’aeroporto di Lamezia ha saputo bilanciare gli interessi, quelli per la Calabria che lo ha accolto con affetto e dove è stato determinante per un clima di allegria, e quelli per la Rai traghettando artisti e volti verso il palco di Sanremo. È andato tutto bene, nonostante l’incidente al povero regista Stefano Mignucci che chissà quanto corni ha fatto toccare innanzitutto per la buona riuscita dell’intervento ortopedico. Ma forse la reazione più bella, nella grande nuvola di video e foto e commenti che hanno accompagnato la serata, è quella di una giovane donna, non calabrese, una giornalista, che a Crotone è rimasta per mesi, portata all’unità di risveglio del Sant’Anna, in coma dopo un incidente stradale. «Io sono rinata a Crotone – ha detto – la considero la mia città». È una eccellenza sanitaria, questa, dove ti aiutano nell’ultima speranza di riaprire gli occhi, moltissime le richieste. Ecco, la città sempre ultima in classifica è salita sul palco. E questo ci ha consentito di ricordare che essere ultimi non significa essere i peggiori. Qui ci sono molte cose buone, alcune determinanti. Buon anno Crotone.
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