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L’annuncio

Nuovo ospedale della Sibaritide, domani la firma del decreto per la riapertura dei cantieri

La presidente della Commissione Sanità del Consiglio, Straface annuncia: «Si riparte a marzo»

Pubblicato il: 14/01/2024 – 11:16
di Marco Lefosse
Nuovo ospedale della Sibaritide, domani la firma del decreto per la riapertura dei cantieri

CORIGLIANO-ROSSANO C’è grande fermento tra tecnici, maestranze, sindacati e soprattutto tra i cittadini, tutti in attesa della riapertura dei cantieri del Nuovo Ospedale della Sibaritide. La grande opera sanitaria che sta sorgendo in contrada Insiti, nel cuore baricentrico di Corigliano-Rossano, è sostanzialmente ferma dall’estate scorsa, in attesa dell’approvazione della nuova e (si spera) ultima variante, quella tecnica-sanitaria (ne abbiamo parlato qui). Ebbene, la firma sul Decreto che – di fatto – dovrebbe far ripartire i lavori «sarà apposta nella giornata di domani (lunedì 15 gennaio)».
Questo è quanto ci ha spoilerato la presidente della Terza Commissione regionale Sanità, Pasqualina Straface, che sulla realizzazione del grande nosocomio ha staccato un ticket politico importante. Ed è proprio la consigliera regionale e pasionaria di Forza Italia, a illustrarci quale sarà l’iter che accompagnerà la fase due dei cantieri. Quella che, in sostanza, dovrebbe portare all’ultimazione dell’opera.

Al via la stipula dei contratti

Questa nuova fase progettuale, ricordiamo, è partita a fine maggio 2023 con la presentazione della nuova variante avanzata dalla società Concessionaria che sta realizzando l’opera, la D’Agostino Costruzioni Srl. Da allora sono trascorsi sette mesi durante i quali si è consumata una vera e propria fase concertativa tra le parti: da un lato la Regione, dall’altro il Ministero della Sanità e dall’altro ancora, ovviamente, la ditta esecutrice dei lavori. «Oggi – spiega la Straface – siamo ad un passo importante della programmazione perché con la firma del Decreto si procederà alla nuova fase di stipula dei contratti di affidamento dei lavori».
In realtà è come se un’opera partisse da zero. E questo perché da quando si è iniziato a parlare per la prima volta di un nuovo ospedale della Sibaritide (correva l’anno 2004) fino all’inizio vero dei lavori (2020) sono trascorsi 16 anni durante i quali sono cambiate visioni e progetti ma soprattutto sono cambiati (più volti) i protagonisti: sia sul piano politico, sia sul piano burocratico ma anche e soprattutto sul versante tecnico (la D’Agostino infatti è subentrata alla Tecnis la quale, nel frattempo, è stata raggiunta da un’interdittiva Antimafia).

Individuate le risorse: servono 250 milioni

Quindi, serviranno almeno altri 60 giorni per la stipula dei contratti e per individuare i diversi capitoli da cui andare a “pescare” le risorse necessarie (circa 250 milioni di euro). «Una parte – spiega ancora la Consigliera regionale – è presente già nei fondi stanziati dal Decreto Milleproroghe; l’altra parte, invece, si sta verificando se è possibile utilizzare le eccedenze della fiscalità regionale». Insomma, soldi freschi e già in house, subito spendibili. Del resto, questa era anche una prospettiva che aveva proposto il presidente Occhiuto e con molta probabilità saranno proprio queste le finanze che saranno messe per prima a terra.
«I soldi ci sono» tranquillizza, quindi, la Presidente della Commissione sanità aggiungendo: «certo è ancora in corso la disamina del Piano Economico e Finanziario presentato dalla D’Agostino, al quale è subordinata l’approvazione definitiva della variante, ma siamo alle fasi conclusive. Possiamo dire che – a scanso di intoppi – i lavori dovrebbero ripartire a marzo e concludersi solo una volta completata l’opera».

Pronto entro la fine del 2026

E proprio sulla conclusione dei lavori che si concentrano le attenzioni di tutti. Il Governatore Occhiuto è stato chiaro in tutte le occasioni in cui ha parlato del Nuovo Ospedale della Sibaritide; non ultima la commemorazione di Rocco Trento a Cariati («il nuovo ospedale sarà completato e messo in funzione prima della scadenza del mio mandato legislativo»).
A riguardo, però, occorre focalizzare l’attenzione su due aspetti. Il primo, meramente tecnico, riguarda la capacità di spesa. Da novembre 2020 ad aprile 2022, un anno e mezzo, sul cantiere di Insiti sono stati spesi circa 25 milioni di euro e questo grazie anche e soprattutto alla caparbietà di un project manager come Domenico Petrone che ha macinato lavoro a iosa. Ora alla D’Agostino sarà chiesto di spendere, in quasi due anni e mezzo (entro l’autunno 2026), 250 milioni di euro. Un’impresa titanica.

La “variabile” Occhiuto

Il secondo aspetto, prettamente politico, ruota – invece – tutto attorno alle sorti del presidente Occhiuto. Ieri dal palco del congresso provinciale di Forza Italia il Governatore ha detto di non voler competere per un secondo mandato alla Presidenza della Regione. Questo potrebbe non significare nulla o, al contrario, potrebbe essere determinante. In politica, infatti, nulla avviene per caso e tutti i risultati sono funzionali al consenso. Se dovesse venire meno l’obiettivo delle elezioni regionali per la riconferma di un secondo mandato, è chiaro che verrebbe meno anche l’interesse assiduo su una struttura di così alto impatto mediatico. Come ha ricordato bene proprio la Straface, il Nuovo Ospedale «rappresenta l’opera edile regionale più importante che oggi si stia costruendo il Calabria, oltre che la più strategica in termini di risposte e servizi».
La speranza è che la sete di diritti di quest’area della Calabria non sia direttamente proporzionale alle necessità elettorali. Altrimenti… sarà un problema. Serio!

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