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Callipo: «Proiettili contro la mia azienda ma io denuncio perché penso ai miei 500 dipendenti»

L’imprenditore al Corsera: «I giovani vanno via perché sono mal pagati e sfruttati; politica, sindacati e ispettorato del lavoro lo sanno»

Pubblicato il: 17/01/2024 – 8:55
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Callipo: «Proiettili contro la mia azienda ma io denuncio perché penso ai miei 500 dipendenti»

ROMA «Ho pensato ai miei 500 dipendenti, che sono l’anima delle mie aziende. È come se quei colpi di pistola avessero attinto anche loro. C’è chi tenta la strada più facile, scendendo a compromessi con le cosche, che li fanno sentire sicuri, poi però gli fregano l’azienda. Io, invece, denuncio». Lo spiega Pippo Callipo, presidente dell’omonima azienda, in un’intervista al Corriere della Sera, dove parla dell’ultimo attentato intimidatorio subito dalla sua azienda sabato scorso, in cui dei colpi di arma da fuoco sono stati esplosi contro un suo magazzino (leggi la notizia). Nonostante questo, secondo Callipo in Calabria si può ancora fare impresa. «Certamente si può. Ma è un rischio. A volte ti prende lo scoramento. Io, però, ho deciso di lottare e di sfidare le organizzazioni criminali, che spesso si fanno sentire con atti intimidatori, come è successo a me, e il sistema di corruttela che ammorba le imprese – racconta -. La Calabria è una terra difficile e chi resta qui a fare impresa deve mettere in conto che questa è una regione dove la legalità, il senso civico, le infrastrutture, sono fattori che molti ignorano. Quando ne parlo nei convegni mi prendono per paranoico». Infine un monito perché la Calabria secondo l’imprenditore «sta diventando una terra di anziani. I giovani vanno tutti via dopo la laurea per andare all’estero. Chi rimane è costretto a lavorare al nero. È una vera piaga – conclude -. Non c’è attività che non sia piena di giovani mal pagati e sfruttati. La politica, i sindacati, l’ispettorato del lavoro, sono tutti consapevoli di questo fenomeno. Nessuno, però, fa qualcosa per arginarlo». 
«A Pippo Callipo va la nostra solidarietà. Siamo certi che non cederà alle intimidazioni della ‘ndrangheta. Caro Callipo siamo tutti con te e con i tuoi dipendenti. Siamo di più di loro» scrive intanto su X Sandro Ruotolo, membro della segreteria nazionale Pd. Solidarietà e vicinanza a Pippo Callipo e ai suoi dipendenti viene espressa anche dalla senatrice Enza Rando, responsabile Legalità e lotta alle mafie della segreteria nazionale del Partito Democratico. «Voglio sottolineare il coraggio dell’imprenditore calabrese – afferma Rando – un esempio per l’etica pubblica e per l’etica dell’impresa con la sua scelta di denunciare ancora una volta le intimidazioni, senza cedere al ricatto delle cosche. Oggi in una intervista ha spiegato le difficoltà di lavorare in un territorio fortemente condizionato dagli interessi della ndrangheta. Le sue parole, le sue stesse lacrime, sono un segno di forza ed un messaggio importante per chi combatte ogni giorno per la legalità». Così la senatrice Enza Rando, responsabile Legalità e lotta alle mafie della segreteria nazionale del Partito Democratico.

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