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il processo

“Reset”, imprenditori cosentini nel mirino. Dalle telefonate estorsive alle bottigliette incendiarie

Da una sim intestata ad un cittadino bulgaro partono le investigazioni della Squadra Mobile. Che monitora e intercetta alcuni indagati

Pubblicato il: 23/01/2024 – 17:37
di Fabio Benincasa
“Reset”, imprenditori cosentini nel mirino. Dalle telefonate estorsive alle bottigliette incendiarie

LAMEZIA TERME Dopo la testimonianza al processo “Reset” del luogotenente Gerardo Brienza del servizio centrale investigazione della Gdf di Roma (qui i dettagli dell’esame e del controesame), è il turno di Massimiliano Orrico in servizio nella Squadra Mobile di Cosenza. Insieme ai colleghi della prima sezione della Mobile, che si occupa di criminalità organizzata, ha partecipato alle indagini poi confluite nel fascicolo della maxi inchiesta sulla mala cosentina. E’ il pm della Dda di Corrado Cubellotti a procedere all’esame del teste.

La tentata estorsione

Tutto parte da una tentata estorsione ad un imprenditore cosentino (denuncerà tutto in Questura il 2 agosto 2018). Che «riceve la telefonata il 28 luglio 2018». «Gli stavano per fare una richiesta estorsiva e immediatamente interrompe la chiamata». La scheda dalla quale parte la telefonata è «stata attivata a Rende ed intestata ad un cittadino bulgaro». Nel verificare alcuni accertamenti sui tabulati, gli agenti rinvengono altri numeri ed emergono elementi di rilievo investigativo. «Abbiamo registrato delle richieste estorsive. Hanno contattato alcuni imprenditori e chiesto di mettersi a posto». Le conseguenti attività della Squadra Mobile di Cosenza hanno consentito di individuare «il probabile collettore del pizzo richiesto nell’autista del pregiudicato Enzo Piattello».
I due vengono intercettati e parlano di tale “Ernesto”, che a seguito di ulteriori approfondimenti gli investigatori individuano in Ernesto Campanile. Piattello e il suo “autista” vengono seguiti da Zumpano fino all’ultimo lotto di Via Popilia a Cosenza dove «si fermano per alcuni minuti nei pressi dell’abitazione di Antonio Abruzzese alias “Strusciatappine”». In un’altra occasione «i due si incontrano nei pressi dello svincolo autostradale di Cosenza Nord e poi procedono in direzione contrada Cutura», dove avrebbero incrociato Tonino Strusciatappine.

Gli incontri e i contatti tra Di Puppo e Piattello

La scheda citata all’inizio dal teste e utilizzata per la tentata estorsione dell’imprenditore cosentino “ricompare”. Lo stesso numero avrebbe agganciato il telefono di Michele Di Puppo. Questa circostanza fa presumere, a chi indaga, la presenza di contatti telefonici e de visu tra Enzo Piattello e l’uomo ritenuto la “Stella” della mala cosentina. Secondo il teste, «Di Puppo sollecitava spesso Piattello a fare attenzione a non essere seguito». Un incontro viene monitorato e registrato, nei pressi di una attività di onoranze funebri di Cosenza dove gli investigatori rintracciano l’auto in uso ad Ernesto Campanile. «Seduti sui gradini vi erano Ernesto Campanile, Michele Di Puppo, intenti a dialogare tra loro, mentre Enzo Piattello si trovava in piedi di fronte a loro». Le indagini proseguono, e in un altro incontro vengono osservati «Rocco Abruzzese, Ernesto Campanile, Enzo Piattello e Michele Di Puppo». Come negli altri casi, anche in un’altra occasione veniva predisposto uno specifico servizio di osservazione. Nel corso del quale gli agenti notano come il sopraggiungere «casuale» di un’autopattuglia dei Carabinieri nel luogo dell’ appuntamento dei soggetti attenzionati, metta in allarme questi ultimi. Ernesto Campanile «veniva notato allontanarsi dagli altri tre conversanti e poco dopo tornare indietro, con passo spedito e fare agitato».
La presenza della pattuglia, «comportava la brusca interruzione dell’incontro e mentre Campanile si dirigeva verso la propria autovettura, Piattello e Abruzzese si allontanavano a piedi in direzione opposta, cosi come Di Puppo». Altro appuntamento, viene segnalato dal servizio di osservazione, il 5 novembre 2018. «L’incontro si era tenuto verosimilmente all’interno del complesso residenziale realizzato a Quattromiglia di Rende». C’è un episodio, che diventa rilevante per chi osserva i soggetti attenzionati. Il 28 Dicembre 2018 viene captata la conversazione «che consentiva di accertare il subentro dell’indagato di Rocco Abruzzese, fratello di Tonino Strusciatappine negli appuntamenti con Michele Di Puppo». Enzo Piattello contatta Michele Di Puppo e «dialogano dell’appuntamento che doveva avvenire e Enzo Piattello riferisce della presenza di tale “Rocchino”».

La posizione di Ernesto Campanile

L’esame prosegue e il pm chiede lumi al teste sul ruolo di Ernesto Campanile in due episodi di tentata estorsione, ai danni di una società e dei titolari di un officina meccanica. Grazie alle immagini delle telecamere di videosorveglianza, chi indaga ricostruisce «il passaggio di un veicolo, un Fiat Doblò di un rappresentante di caffè» (lavoro svolto da Ernesto Campanile) «utilizzato per lasciare delle bottigliette contenenti benzina ed un accendino dinanzi l’entrata delle ditte», vittime della tentata estorsione.
Il 12 Gennaio 2019, «Enzo Piattello contatta Ernesto Campanile per dialogare di una serata da trascorrere insieme in pizzeria», dice il teste che riferisce di un utilizzo da parte degli interlocutori di un linguaggio criptico. «Piattello diceva che Campanile doveva portare tre bottiglie di vino». La stessa sera i due vengono intercettati, ed «emerge come non si siano recati in pizzeria». «Ci sono delle altre conversazioni di Piattello con Di Puppo e Campanile e riguardano la soddisfazione manifestata da Di Puppo sulla buona riuscita dell’evento», riferisce il teste.

Il controesame

Interviene l’avvocato Cristian Cristiano per la posizione di Campanile. Il primo riferimento è alla videosorveglianza che avrebbe ripreso il Fiat Doblò utilizzato per il posizionamento delle bottigliette incendiarie. Era possibile scorgere un numero di targa del veicolo? «No». Si vedono i soggetti nel furgone? «Si vede l’apertura di uno sportello e un soggetto che scende». Si riscontra nitidamente dalle immagini della videosorveglianza la presenza di un Doblò? «Lo capiamo da un fanalino non funzionante e dalla forma del veicolo che ci riportano ad un mezzo in uso a Campanile». Lei quando vede il video riesce ad identificare il Fiat Doblò? «Si, mi è sembrato un Fiat Doblò». Il maniglione laterale, nel video, si vede? «Non ricordo». Il legale ottiene l’acquisizione di alcuni frame del video citato. La scritta Fiat Doblò è visibile? Si intuisce dove sia? «Si intravedono, ma sono due». Lei sa che lavoro svolge Campanile? «Rappresentante di caffè». Sa se vi fossero rapporti commerciali con l’attività di vendita di caffè nella zona industriale? «No, non ho accertato». In riferimento alla serata della pizzeria, sa se dovessero vedersi con una terza persona? «No». Sa se Campanile avesse rapporti commerciali con Michele Di Puppo? «No». Ha fatto riferimenti ad una serie di incontri, sette in totale in sette mesi. E’ corretto? «Si». Ha notizie di reati commessi da Campanile e Antonio Abruzzese detto Strusciatappine? «Ci sono dei contatti». Quante bottiglie sono state rinvenute a seguito di denuncia? «Due». Quante erano quelle richiamate nell’intercettazioni? «Tre».
(f.benincasa@corrierecal.it)

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