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la riflessione

La prima apparizione: 11 febbraio 1858.

Per prepararmi all’evento di domani, all’inizio della settimana appena trascorsa ho fatto il proposito di meditare sull’opera dello Spirito Santo nei momenti ordinari ed in quelli straordinari del…

Pubblicato il: 10/02/2024 – 9:48
di Nunzio Raimondi
La prima apparizione: 11 febbraio 1858.

Per prepararmi all’evento di domani, all’inizio della settimana appena trascorsa ho fatto il proposito di meditare sull’opera dello Spirito Santo nei momenti ordinari ed in quelli straordinari della mia vita.
M’ispiro’ in questo quel suono come di vento che “odo stormir fra queste piante” e che la piccola Bernadette udì distintamente, per due volte, accorgendosi che quel fruscio non era di foglie e frasche, le quali infatti non si muovevano.
E ne ho dedotto che l’opera dello Spirito Santo non determina un cambiamento fisico ma piuttosto lo ispira, nel senso che accompagna la persona verso la grazia.
Un vento capace di orientare, ma senza “stormir di piante”,appunto.
Il soffio dello Spirito, infatti, nella mia vita è stato presente in tutti quei momenti nei quali non ho cercato conferme, ma ho creduto e basta.
Ma torniamo al racconto:
Giunte che furono, quindi, le tre ragazze (Bernadette, la sorella Toinette e la loro amica Jeanne Abadie) presso la grotta di Massabielle, la maggiore fra loro esitò un poco prima di transitare nel ruscello che la separava dalla grotta.
S’e’ già detto che Bernadette era in effetti di salute cagionevole: il colera, che l’aveva colpita nel recente passato, le aveva lasciato una brutta asma, la quale s’acutizzava specialmente nelle giornate più rigide, come in quel giorno di febbraio, nel quale, di tanto in tanto, faceva capolino una pioggiolina spruzzata qua e là nella bruma.
Per questo, non volendo bagnarsi le calze per timore d’un malanno, Bernadette si soffermò un momento per togliersi le scarpe e le calze, mentre chiedeva alla sorellina più piccola ed alla sua amichetta di aiutarla a passare dall’altra parte, magari ponendo dei sassi in acqua sui quali, incerta, avanzare.
E mentre s’occupava di tutte queste precauzioni, ecco manifestarsi dapprima il vento senza fremito e, di nuovo, il soffio senza animazione.
Quando lo sguardo della ragazza, dapprima appena meravigliato e dipoi stupito dai rami degli alberi rimasti immobili, si spostò sulla roccia carsica dove s’apriva la grotta, fu un tutt’uno d’ammirazione e d’incanto:
«Io scorsi una signora vestita di bianco. Indossava un abito bianco, un velo bianco, una cintura blu ed una rosa gialla sui piedi».
Capì Bernadette che si trattava della Madonna?
In molti hanno sostenuto che il termine dialettale usato dalla ragazza analfabeta per indicare la “bella Signora”,che si può tradurre con “quella” o “quella lì”, dimostrerebbe che la ragazza non avesse idea di chi si trattasse. Del resto la piccola Bernarde era una giovane senza istruzione e facilmente si può immaginare che fosse rimasta assai confusa dalla visione.
Ma, anche qui, penso possa venire in soccorso il racconto completo dell’evento dell’11 febbraio.
In particolare una testimonianza che viene dalla stessa Bernadette,in realtà molto esplicativa:
«Senza pensare a cosa stavo facendo ho preso in mano il rosario e mi sono inginocchiata. La Signora ha fatto un segno di approvazione con il capo e ha preso tra le mani un rosario che pendeva dal suo braccio destro. Quando ho provato a iniziare il rosario e ho cercato di sollevare la mano verso la fronte, il braccio mi è rimasto paralizzato, e solo dopo che la Signora si era segnata sono riuscita a fare lo stesso. La Signora mi ha lasciata sola a pregare; sgranava il rosario tra le dita ma non diceva nulla; solo alla fine di ogni decina recitava il Gloria con me. Quando la recita del Rosario è terminata, la Signora è tornata dentro la grotta e la nube dorata è scomparsa con lei».
La ragazza, durante la visione, prese in mano il rosario che aveva in tasca e si inginocchiò. E ciò fece senza capire ciò che stava facendo.
Ancora una volta lo Spirito Santo, nel silenzio, guida il gesto senza che intervenga l’umana volontà: solo un cenno di approvazione della Vergine confermerà che in quel momento Maria e Bernadette pregheranno insieme.
Anche il segno di croce, durante la visione, la veggente non riuscirà a compierlo fino a quando la Madre di Dio non lo avrà insegnato.
Un altro passaggio, di fondamentale importanza nel racconto della prima apparizione di Lourdes,e’ costituito dal contesto nel quale avviene la visione della Vergine.
Si è già detto dei luoghi nel prologo di domenica scorsa: un posto dove si portavano a pascolare i maiali, un anfratto sporco nel quale spiccavano qua e là carcasse ed erbe infestanti.
Ora è da dire che Maria si manifesta in un luogo sudicio ed impuro. La purezza appare in tutta la sua luce proprio la’ dove nessuno vuole andare, dove ci si sporca le mani e proprio lì, attraverso l’’umile pastorella di Lourdes,Maria c’insegna a pregare cominciando con il segno di croce, ossia col portare su di noi la croce di Cristo.
Questo gesto spesso lo compiamo senza percepirne fino in fondo il significato, magari distrattamente, mentre si tratta di un atto solenne ed assai impegnativa.
Dio infatti ci ama con tutti i nostri difetti e le nostre fragilità ma ci chiede di seguire Gesù portando su di noi la sua croce: e già…i peccatori, cari al cuore della Madre perché per essi è venuto il Figlio, per essi ha predicato il Vangelo, per essi e’ morto e risorto, vincendo il peccato e la morte.
La mia meditazione di questi giorni, fino al 14 febbraio, è dunque questa: Solo la preghiera, vissuta nella carne viva delle nostre ferite, salva l’umanità dolente.

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