CUTRO «Noi come comunità abbiamo sempre avuto il senso dell’accoglienza. Noi siamo un popolo di migranti. Abbiamo sofferto anche noi. Ma sarebbe importante che arrivassero flussi regolari. Una famiglia che ha perso tre componenti dopo avere pagato 25mila euro per trovare la morte. Con i flussi regolari avrebbero potuto venire con l’areo». A dirlo è il sindaco di Cutro, Antonio Ceraso, a margine dell’inaugurazione della teca per ricordare le 94 vittime della strage di migranti di un anno fa.
«Per noi – ha proseguito Ceraso – non è la giornata del ricordo, noi non abbiamo mai dimenticato perché chi ha vissuto questa immane tragedia ce l’ha indelebile nella mente. Proprio per non dimenticare abbiamo creato il cimitero islamico subito dopo il naufragio perché la nostra comunità da sempre ha vissuto l’emigrazione e ha in mente perfettamente che questa gente emigra per disperazione. Noi siamo già avanti, siamo all’integrazione degli scambi culturali perché c’è una grossa comunità islamica. Io stesso sono stato in Marocco in giugno e poi a seguito del terremoto: abbiamo avuto un momento di fraternità comune pregando ognuno con il proprio credo e abbiamo avuto la presenza anche del Console marocchino di Napoli proprio per dire che noi ci siamo come comunità non cutrese ma come comunità di ogni nazione. Le cose che ci disgregano non mi appartengono, noi dobbiamo essere solidari contro la ‘ndrangheta, dobbiamo essere solidali contro l’indigenza, contro quello che ci manca, perché quando poi si mettono in atto queste diatribe, perché qui, perché qui, io ritorno a dire che chi è senza peccato scagli la prima pietra. Io sono convinto che le pietre rimarrebbero tutte a terra perché al governo rispetto a questo fenomeno ci sono stati tutti. Se ancora esiste vuol dire che non è di facile soluzione. Allora finiamola con queste cose». «Da sola l’Italia non può farcela», ha poi sostenuto Ceraso. «Ci vuole l’Europa, ma come si fa se andiamo su terreni divisi? Non bisogna andare su terreni divisi in Europa per trovare una soluzione all’emergenza. Tutti sono stati al governo ma nessuno ha trovato una soluzione, però dico che non ci appartiene questa diatriba politica».
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