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l’intervista

Cosentino: «Vibo città emarginata, è ora di voltare pagina»

Le parole a Telesuonano del candidato sindaco del centrodestra. «La Lega? Serve coesione, non voti in più per litigare domani»

Pubblicato il: 14/03/2024 – 8:08
Cosentino: «Vibo città emarginata, è ora di voltare pagina»

LAMEZIA TERME Da pochi giorni è il candidato del centrodestra alla carica di sindaco di Vibo Valentia. Anche se, almeno al momento, si tratta di un centrodestra incompleto visto che all’appello manca la Lega. Ma Roberto Cosentino, dirigente della Regione Calabria e ospite dell’ultima puntata di “Telesuonano”, il programma condotto da Danilo Monteleone e Ugo Floro in onda su L’Altro Corriere Tv (Canale 75), tiene a precisare che «quando qualcuno ti propone una candidatura, l’ambizione è di rappresentare più anime possibili tenute insieme da un’idea, da un progetto, da una visione di città. E quello è il punto di partenza su cui stiamo costruendo, su cui cercheremo poi il consenso anche delle persone». Cosentino, che si occupa da tempo di lavoro per la Regione, ha evidenziato come «in questi ultimi due anni, sia con il presidente Occhiuto che con l’assessore Calabrese, stiamo cercando di leggere realmente il territorio. Si parla spesso di lavoro, di disoccupazione. Ci stiamo rendendo conto di quanto sommerso c’è e ciò falsa la capacità e la possibilità di dare delle risposte che invece dovrebbero essere più mirate se si partisse da questo punto di vista ed è quello che stiamo cercando di fare. Leggere il territorio, capire effettivamente quali sono le richieste, quali sono i bisogni delle imprese. Il lavoro non lo fa la pubblica amministrazione, il lavoro non lo fa la Regione, il lavoro lo fanno le imprese. Noi dobbiamo essere nella condizione di dare strumenti alle imprese e in particolar modo in un territorio come Vibo che non ha un grande tessuto imprenditoriale. Ci sono dei grandi imprenditori, ma il tessuto imprenditoriale deve essere stimolato, ha bisogno di avere una visione per poter crescere». «Abbiamo realizzato un’esperienza interessante l’estate scorsa – ha continuato Cosentino – che adesso tra l’altro troverà una seconda finestra, che era un avviso di incentivo all’occupazione del settore turistico. Immaginavamo e pensavamo un boom da parte delle imprese che non c’è stato. Ci siamo chiesti per quale motivo, abbiamo dialogato e stiamo dialogando con le imprese del settore turistico e hanno difficoltà ad aumentare i livelli occupazionali, nonostante ci sia richiesta, nonostante in questi anni il turismo sia in ripresa. Quello che può essere la chiave di volta anche per un territorio come Vibo è dialogare costantemente per capire cosa effettivamente serve. Lo sforzo che stiamo facendo anche in termini comunicativi è quello invece di provare a dare valore al lavoro vero, di qualità, ben pagato».

Il turismo e il comune di Vibo Valentia

«Il turismo – ha continuato Cosentino – e la programmazione sul turismo sappiamo bene che è di competenza della Regione, ma un territorio, un comune come Vibo, che ha vicino Tropea e Pizzo, dovrebbe governare i processi e dovrebbe far capire intanto a tutti gli imprenditori che il turismo non è solo la ricettività, ma è tutto quello che è collegato alla ricettività. Abbiamo un porto di cui si parla da anni e mi chiedo perché non farlo diventare davvero una opportunità di sviluppo partendo dalla sua vocazione turistica». Va comunque detto che Vibo Valentia è una di quelle città che presenta una singolare caratteristica, è il capoluogo di una provincia che ha una delle coste più belle d’Italia e d’Europa come la Costa degli Dei, eppure sembra slegata da questa vocazione, quasi come se non fosse percepita come una città di mare. «Se c’è una cosa che mi ha sempre colpito – ha rivelato Cosentino – è un po’ la marginalità di Vibo in assoluto, non solo rispetto al suo territorio e alla vocazione turistica, ma rispetto all’essere poco dentro le dinamiche delle scelte importanti di una regione che già è in difficoltà. Ma se in una regione in difficoltà un territorio come Vibo è emarginato, è poco ascoltato, è poco centrale, anche tutto quello che si muove intorno rimane ridimensionato. Questo è uno degli sforzi che secondo me la nuova amministrazione comunale dovrà fare. Vibo deve dialogare con la Regione, deve essere presente nell’interlocuzione con tutte quelle che sono le articolazioni regionali. Ci sono risorse, ci sono progetti e quello è un modo per non rimanere marginalizzati. Sono sicuro che faremo un lavoro importantissimo».
Insomma, serve un sindaco che batta i pugni e si faccia ascoltare a tutti i livelli. «Noi – ha ricordato Cosentino – abbiamo un assessore regionale che è del Vibonese, che è l’assessore Varì, che sta lavorando molto bene nel dare voce a tutti i territori e in particolare a quello vibonese. Però deve essere proprio il territorio a farsi sentire. Il territorio lo conosce chi lo vive. Io sono abituato ad ascoltare le persone, ad ascoltare le organizzazioni datoriali, le organizzazioni sindacali, poi la politica o chi come me ha un ruolo da burocrate deve fare sintesi, deve prendere decisioni, ma se si ascolta si capisce dove andare e dove muoversi».

La mancata ricandidatura di Limardo

Capitolo Limardo. Non accade spesso che un sindaco, nonché brillante avvocato, che non è proprio ai titoli di coda della sua carriera politica, alla fine del mandato non venga ricandidato. In questi cinque anni, va ricordato, la città di Vibo è stata alle prese con un’azione di risanamento finanziario devastante. Dal 2019 ad oggi non vanno dimenticate la maxi operazione “Rinascita Scott” che ha investito Vibo Valentia e l’intera provincia e poi l’operazione “Imponimento”. «In questo caso – ha detto Cosentino – voglio parlare da cittadino perché credo che Maria Limardo in questi anni abbia retto il Comune con grande equilibrio e con grande autorevolezza. La valutazione sulla attività amministrativa di una giunta è sempre complicata, molto difficile. Io non voglio spingermi fino a questo, quindi da cittadino sento che in questi anni il Comune di Vibo è stato tenuto in equilibrio e a galla nonostante le grandi difficoltà che ha avuto. Credo che la scelta che ha fatto la coalizione sia quella non di andare contro un sindaco o contro un’amministrazione, ma di proporre una visione nuova. Inoltre credo che la scelta dei candidati e della giunta comunale non debba avere ombre. L’accesso alla vita pubblica deve avere come prerequisito la pulizia. Non ne faccio un discorso moralistico, né dei giudizi sull’attività politica. Poi l’attività politica è un’altra cosa e nessuno deve essere teleguidato da niente. Ma l’accesso non deve creare e far pensare ai cittadini che ci siano ombre di nessuna natura. Questo è un prerequisito che per me è e sarà fondamentale».

Sistema bibliotecario vibonese e finanziamenti

Proprio ieri Il Corriere della Calabria si è occupato del sistema bibliotecario vibonese e alcuni dati fermi ci sono: un debito che ha raggiunto circa 700 mila euro, 150 mila euro di debito nei confronti della Regione per attività non rendicontate, un contributo della Regione di 50 mila euro all’anno che è venuto meno negli anni passati, e altro «ma a me viene ancora di più da dire – ha affermato Cosentino – che bisogna guardare bene i documenti, le carte, la realtà. Spesso, il lavoro faticosissimo che voi fate come giornalisti non sempre corrisponde davvero a quello che c’è nelle pieghe dei documenti, quelli che sono gli atti ufficiali. E anche questo rimpallo di responsabilità fra il Comune, fra chi ha gestito il sistema bibliotecario, fra la Regione, non aiuta. Quindi io sono abituato a confrontarmi sui problemi. La prima iniziativa su questo sarà avere un tavolo di confronto con gli attori per capire, rispetto ad una visione di città e della proposta di offerta culturale alla città, quale sia la scelta migliore».
Proprio in questi giorni la Provincia di Vibo Valencia ha ottenuto 36 milioni di euro per importanti opere pubbliche e all’interno di questo lungo elenco c’è anche la città di Vibo a con una cifra consistente: 5 milioni o poco più. «Rispetto al concetto di marginalità – ha ammesso Cosentino – qui c’è da dire che l’onorevole Mangialavori è stato decisivo. Ha governato questo processo riuscendo a mettere a disposizione di un territorio, il territorio provinciale, delle risorse importanti anche con una finalizzazione specifica. Non si tratta di finanziamenti a pioggia, hanno una loro logica d’utilizzo. Vibo avrà la sua parte importante, la nuova amministrazione dovrà avere una macchina burocratica capace di mettere a terra i progetti, di spendere bene le risorse».

«E’ la mia prima esperienza politica, non ho etichette»

Cosentino durante la puntata di Telesuonano ha ricordato di essere da sempre appassionato di politica anche se questa da candidato sindaco è la sua prima esperienza in questo mondo. «Ho una grande passione – ha detto –. Sono laureato in Psicologia e la mia tesi di laurea aveva come argomento l’offerta politica. L’offerta politica di un partito in cambiamento. Siamo negli anni ‘90, era l’Msi che diventava An. Pur essendo laureato in Psicologia Clinica, l’attenzione a quello che significa la politica, il convivere, i sistemi di convivenza, sono qualcosa che mi appassiona, mi muove e che credo di conoscere bene». «Nel 2019 – ha continuato Cosentino – sono stato nominato direttore generale da Mario Oliverio. Mi ha scelto poi Jole Santelli e mi ha scelto Roberto Occhiuto. Forse perché ho dato prova di autonomia e di autorevolezza nel mio lavoro. Non ho un’etichetta. Sono sicuro di poterlo fare anche da sindaco. Bisogna ascoltare la politica, bisogna ascoltare i partiti. Poi il ruolo diventa responsabilità e io non farò nessun passo indietro, è quello che faccio tutti i giorni. Perché mi sono candidato sindaco? La risposta è immediata: ha comandato il cuore. Se avessi dovuto fare una valutazione di natura opportunistica, un calcolo, avrei dovuto declinare l’invito, dire grazie amici miei. Io sogno una città che diventi comunità, che diventi gruppo, perché poi il gruppo significa il valore della reciprocità, degli incontri, di tante piccole qualità, diversità, valori positivi che oggi ci sono a Vibo, ma sono frammentati. Questi anni da direttore generale mi sono serviti molto perché ho imparato come fare le cose e ho visto cosa significa per un politico dare la direzione. Sono due momenti fondamentali. Io credo di essere abbastanza bravo sul come fare e la mia ambizione è di diventare bravo su cosa fare».

Il dissesto idrogeologico e la bellezza di Vibo

L’alluvione del 2006 rese in maniera plastica una fragilità del territorio, ma anche una condizione della città di Vibo Valentia sul mare che richiedeva degli interventi, una programmazione, riparare i guasti del passato. «Io ho fatto delle passeggiate nei corridoi della Cittadella – e posso dire che ci sono progetti già finanziati. Importanti progetti che riguardano il dissesto, la prevenzione del dissesto idrogeologico, la risistemazione dell’ambiente, di tutto quello che significa poi qualità della vita da un punto di vista di ecosistema. Anche in quel caso la sfida sarà realizzarli. Non basta avere progetti finanziati, bisogna fare in modo che quelle risorse vengano spese e i progetti si realizzino. L’ambizione, lo sforzo che sarà sicuramente centrale nella mia azione, sarà quella di farla funzionare l’amministrazione, perché se no si parla al vento. Il mio è lo sforzo di un manager che vuole diventare politico, voglio che l’attività manageriale arrivi anche negli uffici».
Quando si parla di Vibo si pensa al mare, però la città ha una potenzialità attrattiva davvero importante, come ad esempio il castello che ospita uno dei musei archeologici più belli e come il centro storico. «L’altro giorno – ha rivelato il candidato sindaco del centrodestra di Vibo Valentia – per rispondere con un mio post alla candidatura ufficiale, ho scelto una foto di Vibo che è un punto di vista differente. Guarda il castello dall’alto. Io spesso la sera faccio delle passeggiate solitarie per le vie di Vibo, per la Vibo Vecchia, e mi innamoro di questi luoghi. Bisogna far rinnamorare anche le persone».

Le coalizioni, la Lega e le scelte da fare per i cittadini

Dalla bellezza di Vibo si passa all’aspetto politico che riguarda le coalizioni che sostengono Cosentino nella corsa alla carica di primo cittadino. Forza Italia, Fratelli d’Italia e la Lega che deve ancora sciogliere la riserva. «Io – sottolinea Cosentino – voglio dire intanto che Forza Italia e Fratelli d’Italia al loro interno e tra di loro stanno dimostrando una grande coesione in queste settimane, nel fare una scelta anche coraggiosa, non è semplice andare a scegliere qualcuno che è fuori dalle dinamiche politiche. Sono convinto che questa determinazione e questa scelta potrà anche attrarre persone che hanno a loro cuore la città. Il gruppo è veramente quello che tiene insieme le diversità. Quindi chi si avvicinerà, chi vorrà partecipare a questo progetto, lo deve fare e lo farà guidato da questo spirito. Non è interesse di nessuno aggregare solo per avere cento voti in più. Cento voti in più ma domani un problema nel governo di una città complessa come Vibo che senso ha? Vogliamo vincere a primo turno, ma non a costo di penalizzare il governo di una città che deve essere fatto su idee chiare, coesione e determinazione».
Ma se dovesse andare avanti nella geografia politica che si sta delineando la costituzione del Terzo Polo, c’è il rischio di perdere qualche voto. «Io la politica – ha spiegato Cosentino – non la leggo più come centrodestra e centrosinistra. Con tutto il rispetto per le famiglie politiche, abbiamo tradizioni democristiane, socialiste, liberali, ce ne sono tante. Io ho una formazione che è più legata all’aria liberale e ho una sensibilità democristiana. Ma al di là di questo, spero e sono convinto di riuscire a esprimere quell’anima che c’è nelle persone che animano anche questi partiti, che va oltre il senso d’appartenenza, la bandierina o la collocazione spaziale. Ho imparato, almeno in questi anni, anche da burocrate, che la politica, quella vera, è scelte, senso di responsabilità, fare sintesi, mostrarsi alle persone, anche su un piano di relazione orizzontale, ma diventare verticale quando bisogna fare delle scelte. Lì non bisogna guardare in faccia nessuno. Dopo che si è guardato tutti e si è capito che l’esigenza è quella, mi assumo la responsabilità, faccio delle scelte e guardo avanti cercando di far capire ai miei cittadini che quelle scelte sono per loro e sono per il futuro».

«Enzo Romeo è una brava persona, ci misureremo sulle idee»

Sul candidato sindaco di centrosinistra Enzo Romeo, Cosentino si è espresso in termini lusinghieri: «E’ un bravissimo professionista, una persona per bene. Non ne parlerò mai male. Ci misureremo sulle differenze delle proposte, dei progetti, del modo di interpretare la politica. Io credo su questo di poter dare qualcosa in più alla città. E lo dico con il massimo rispetto della coalizione centrosinistra, di Enzo Romeo, ma sono convinto che la nostra proposta, la mia proposta, possa essere un bene per il futuro». (redazione@corrierecal.it)

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