Processo “Maestrale”, escluse (quasi) tutte le parti civili. Ammessi De Nisi e Talarico
Confermata anche l’Asp di Vibo e l’imprenditore Domenico De Lorenzo. Tra i comuni ammessi Spilinga, Parghelia, Ricadi e Cessaniti

VIBO VALENTIA Si torna in aula per una nuova udienza del processo che riunisce Maestrale-Olimpo-Imperium. Le tre operazioni contro la ‘ndrangheta vibonese sono confluite in un unico maxiprocesso iniziato, nel filone ordinario, lo scorso 11 marzo. La Procura aveva richiesto l’astensione per due dei tre componenti del collegio giudicante, la presidente Tiziana Macrì e la giudice a latere Laura Conti. Entrambe le richieste sono state parzialmente respinte dal Tribunale e dal presidente Antonio Di Matteo, con la Procura che ha annunciato ricorso in appello. Stamattina nel nuovo palazzo di giustizia di Vibo Valentia il collegio presieduto da Tiziana Macrì, dopo l’abituale appello, ha proseguito con la conferma delle parti civili ammesse dopo la richiesta di esclusione in apertura di dibattimento.
Il “caso” parti civili
Solo in 14 parti civili hanno superato il “vaglio” dei giudici: tra queste l’imprenditore Domenico De Lorenzo, l’ex manager dell’azienda sanitaria Francesco Talarico e Francesco Massara Tiburzio (entrambi per le presunte minacce ricevute da Cesare Pasqua), assistiti dall’avvocato Michele Gigliotti, e il consigliere regionale e segretario di Azione Francesco De Nisi, difeso dall’avvocato Franco Giampà. Confermata anche l’Asp di Vibo, Vincenzo Calafati per Destinazione Calabria Srl mentre tra i Comuni sono ammessi come parti civili Spilinga, S.Onofrio, Parghelia, Ricadi, Cessaniti e Filandari. Escluse le altre parti civili. (Ma.Ru.)
Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato