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Polistena e la mobilitazione in difesa dell’ospedale. Tripodi: «Non può essere derubricato, serve un rilancio»

Il sindaco: «Indispensabile nella geografia della rete ospedaliera calabrese. Servono nuovi investimenti». Il 4 maggio la protesta

Pubblicato il: 09/04/2024 – 8:18
di Mariateresa Ripolo
Polistena e la mobilitazione in difesa dell’ospedale. Tripodi: «Non può essere derubricato, serve un rilancio»

POLISTENA La paura è che l’ospedale di Polistena possa essere cancellato e sostituito con quello che dovrebbe sorgere a Palmi. Il sindaco Michele Tripodi ne è convinto e per opporsi al tentativo di smantellare il presidio ha in programma di organizzare una grande manifestazione. Circa i documenti che lo attesterebbero afferma, riferendosi al presidente della Regione e commissario alla Sanità Roberto Occhiuto: «L’ho detto perché l’ho letto nei suoi decreti, non è una nostra invenzione». «I Dca che sono stati pubblicati nei giorni scorsi, – spiega il primo cittadino al Corriere della Calabria – infatti parlano della parte dedicata ai nuovi ospedali, della cancellazione dell’ospedale di Polistena e della sua sostituzione insieme a tutti gli ospedali esistenti nella piana di Gioia Tauro con l’ospedale nuovo che dovrebbe sorgere a Palmi, che come è noto non era all’inizio concepito come ospedale sostitutivo di quello di Polistena, anche perché già la Piana è un territorio sottodimensionato in termini di posti letto. Il rapporto 3 posti letto ogni mille abitanti non è soddisfatto in questa fase, per cui si ritiene che bisogna incrementare i servizi con nuove strutture come quelle che dovrebbero sorgere a Palmi ma senza cancellare la sanità esistente».

«Presidio indispensabile nella geografia della rete ospedaliera calabrese»

tripodi polistena telesuonano
Michele Tripodi, sindaco di Polistena

«Polistena – aggiunge Tripodi – al momento è uno Spoke, che è indispensabile nella geografia della rete ospedaliera calabrese perché è il quarto presidio in alcune specialità come ad esempio gli interventi di chirurgia, ortopedia, cardiostimolazione. Fa partorire mille mamme all’anno, non può assolutamente essere derubricato, bisogna invece creare le condizioni anche attraverso nuove assunzioni di personale, attraverso il rinnovamento degli spazi, delle infrastrutture, degli ambienti, le condizioni affinché venga modernizzato e sia al passo con i tempi, non smantellato, ma innovato e anche aperto al territorio con nuove specialità». Voglio ricordare – aggiunge Tripodi – che già questa scrittura che appare, anzi ricompare perché era stata cancellata, proprio dall’ingegnere Massimo Scura nella sua qualità di commissario alla Sanità, dopo le nostre vibrate proteste e mobilitazioni. Persino il commissario Scura si è reso conto della indispensabilità del presidio ospedaliero di Polistena. Non comprendiamo come mai il presidente della Regione Occhiuto venga a Polistena, dica una cosa e poi ne scriva un’altra. Tutto questo è incomprensibile e per questo noi manteniamo la nostra posizione fin quando non vedremo cancellata anche quella scrittura all’interno dei Dca e soprattutto non vedremo davvero una politica di rilancio con investimenti concreti per l’ospedale di Polistena».

Il 4 maggio la mobilitazione

Fissata per la mattina di sabato 4 maggio la mobilitazione in difesa del presidio ospedaliero. «Sarà una grande mobilitazione, – spiega Tripodi – metteremo in rete anche tutte quelle realtà regionali che sono in questa fase insofferenti, coinvolgeremo le associazioni sindacali e tutti i cittadini di buon senso e di buona volontà che sono stanchi di fare viaggi della speranza, ma che vogliono che le strutture ospedaliere funzionino e garantiscano il diritto alla salute che è un diritto costituzionale».
Sull’importanza della mobilitazione del 4 maggio e la partecipazione di tutti i sindaci del territorio è intervenuto il “Comitato spontaneo a tutela della salute”, che lancia un messaggio chiaro: «Qui si muore, non potete, non possiamo, scherzare sulla salute della gente, stanca, esausta, impossibilitata a fare viaggi della speranza. Chiediamo – scrivono in una nota – un documento unico, un patto, a firma di tutti i sindaci del territorio della Piana che proietti noi tutti verso la manifestazione del 4 maggio affinché dalla protesta possa concretizzarsi una voce unica che amplifichi la sete di diritti di un territorio lacerato». (m.ripolo@corrierecal.it)

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