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Sposato: «Baker Hughes affidabile per occupazione e sostenibilità, grave farla fuggire»

Tra le vertenze discusse la nuova Statale 106 e il progetto industriale. Il segretario: «Non si può vivere solo di agricoltura e turismo»

Pubblicato il: 11/04/2024 – 11:09
di Rita Rizzuti
Sposato: «Baker Hughes affidabile per occupazione e sostenibilità, grave farla fuggire»

CORIGLIANO ROSSANO Attorno alla Calabria del nord-est stanno per condensarsi una serie di importanti investimenti che potrebbero rilanciare l’intero territorio restituendo ai cittadini servizi ed opportunità da troppo tempo rimandate. La Sibaritide-Pollino vive una stagione di grandi promesse, una circostanza eccezionale grazie alla quale convergeranno simultaneamente gli interessi derivanti da più opere pubbliche e – si spera – anche private. Tra le vertenze più discusse ci sono sicuramente la nuova Statale 106 (nel tratto che va da Sibari- Corigliano) e il progetto industriale del colosso americano Nuovo Pignone-Baker Hughes (nel Porto di Corigliano-Rossano).

Baker Hughes

A fare il punto sullo stato dell’arte di questi investimenti e sui rischi intrinseci, legati anche alle reticenze degli attori coinvolti, durante l’ultima puntata dell’Eco in Diretta, il talk condotto da Marco Lefosse e andato in onda ieri, è stato il Segretario Generale di Cgil Calabria, Angelo Sposato. Il timore legato all’insediamento industriale di BH è che l’investimento possa diventare una ennesima occasione mancata: «Queste questioni – afferma Sposato – andrebbero affrontate con maggiore etica e responsabilità. Etica e responsabilità a cui devono fare appello sia la classe dirigente che coloro i quali hanno responsabilità sociali. Si è parlato molto del progetto in termini polemici, con una conseguente eco mediatica alimentata dai social, ma nessuno si è indignato abbastanza, ad esempio, per il deposito a cielo aperto di materiale ferroso che insiste nel porto e che andrebbe sorvegliato con più attenzione». «Gli investimenti – ha aggiunto – vanno valutati per il loro impatto ambientale e sanitario. Ricevute le dovute rassicurazioni rispetto a questi due temi credo che nessuno possa impedire che un investimento di tale portata si realizzi. In questi casi ci vorrebbero maggiore umiltà e responsabilità, oltre che maggiore chiarezza, anche e soprattutto da parte degli amministratori locali, perché sulla vicenda abbiamo chiesto degli incontri specifici proprio volti ad accertare la sostenibilità dell’opera. Al tavolo erano presenti anche l’amministrazione comunale e la Regione Calabria e pensavamo fossero stati fugati tutti i dubbi, evidentemente così non è stato. Credo che quando ci si siede ad un tavolo e si traccia una strada da percorre si deve avere la capacità e la responsabilità di dire ciò che si pensa. Questa mancanza di chiarezza produce sospetti e alimenta dubbi tra i cittadini. La società BH ha dimostrato affidabilità in tema di occupazione e sostenibilità, farla fuggire significa commettere un grave errore».

La questione SS106

Un’altra questione, lo abbiamo anticipato, riguarda l’ammodernamento della Statale 106 e l’ormai arcinota polemica sul tracciato. «Questa vicenda, nonostante i rallentamenti degli ultimi anni, è in dirittura d’arrivo. In merito al tracciato, poi, l’obiettivo deve essere uno: contrattare per il minor impatto ambientale assicurandosi di non arrivare ad un punto di rottura per non perdere l’investimento. Ora bisognerà definire le ultime questioni. So che sono stati fatti dei rilievi ed è giusto che si facciano, l’importante è che questi non pongano veti. Non possiamo rischiare che ulteriori rallentamenti facciano dirottare i finanziamenti altrove. Non ce lo possiamo permettere, noi vigileremo. Prossimo obiettivo i tratti Rossano-Crotone e Catanzaro Reggio». A preoccupare, però, proprio in virtù delle possibilità che questa stagione di opere rappresenta, sono i dati occupazionali e di reddito che interessano la nostra città. Secondo i dati Istat, Corigliano-Rossano presenta il reddito pro-capite più basso della provincia – rispetto a Paola, Castrovillari, Cosenza/Rende/Castrolibero – a fronte di una percentuale di occupazione più alta. Ciò significa che il lavoro, già sottopagato al sud (e non solo), raggiunge da noi un record negativo.

«Non si può vivere con paghe da fame»

«Corigliano-Rossano paga per la presenza di un lavoro povero e stagionale. Un territorio grande come questo non può vivere solo di agricoltura e turismo. In più, c’è molto lavoro irregolare e precario in tutti i settori (turismo, edilizia, commercio, studi professionali). Non si può vivere con paghe da fame, i giovani vanno via per questo. Gli amministratori locali e le imprese dovrebbero occuparsi di più di occupazione e sviluppo legati agli indicatori economici». Ma il lavoro non basta. Nell’insieme delle battaglie portate avanti dai sindacati rientra anche l’annosa vertenza sanità. La Calabria fa i conti da anni con un sistema sanitario inefficiente e carente. La Sibaritide, nello specifico, soffre per la chiusura di reparti e per il declassamento di alcuni presidi territoriali. La costruzione del nuovo Ospedale di Insiti potrebbe rappresentare un punto di svolta. «Proprio due giorni fa – ha spiegato il Segretario generale di Cgil Calabria – si è tenuto un incontro sul tema. Si è parlato di rete ospedaliera, di medicina territoriale, di emergenza-urgenza e anche del nuovo ospedale della Sibaritide. Su quest’ultimo, ci hanno assicurato che le risorse sono state trovate. Ma, anche qui, vorrei evitare che una cosa dovuta diventi una conquista. L’ospedale è nato molti anni fa e questa giunta regionale si è sicuramente impegnata in questo senso ma non ci sono medaglie da dare. Nella politica del sud il dovere diventa un favore». Poi ha aggiunto: «Per ora abbiamo ricevuto rassicurazioni sul fatto che in tre anni verranno completati i tre ospedali (Corigliano-Rossano, Vibo Valentia, Gioia Tauro). Staremo a vedere. Anche perché non possiamo rischiare che i nuovi ospedali diventino un alibi per non garantire, nel frattempo, il diritto alla salute ai cittadini calabresi».

I cantieri

Ma questa contingenza porta con sé alcuni rischi: che questa campagna elettorale, cruciale per gli interessi di una città come Corigliano-Rossano e unita alla presenza di numerosi cantieri sul territorio, apra le porte ai clientelismi e favoritismi. «Questa vicenda – osserva Sposato – l’abbiamo già vissuta 12/13 anni fa quando ci fu lo scioglimento per infiltrazioni mafiose del comune di Corigliano. Non possiamo assolutamente fare passi indietro e non si può utilizzare la campagna elettorale per promettere posti di lavoro. La politica deve promettere il lavoro ma non il posto di lavoro. Abbiamo ottenuto negli anni protocolli serrati che riducono la possibilità di infiltrazioni criminali. Noi quella stagione l’abbiamo già vissuta e dobbiamo evitare che ritorni. Il lavoro va garantito come diritto non come favore. L’onta dello scioglimento del Comune non può essere cancellata con un colpo di spugna e non può essere rimossa dalla memoria quindi ritengo che sia necessario andare avanti, andare oltre. Il territorio di Corigliano-Rossano deve avere l’autorevolezza di poter competere con le altre realtà del Mezzogiorno guardando avanti e non indietro. In questi cinque è stato fatto un buon lavoro e, anche chi non ero convinto della fusione, ha compreso che le opportunità e gli investimenti sono stati una possibilità. Corigliano veniva da una stagione negativa che ha prodotto assenza di servizi per anni». Sposato ha poi concluso con un appello sul ritorno alla politica: «Va bene il civismo ma la politica è importante. Chi la respinge commette un errore».

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