CATANZARO I livelli essenziali d’assistenza sempre insufficienti, al punto da motivare una mobilità passiva – le cure dei calabresi fuori regione – che alla Calabria è costata e costa tantissimo, anche in termini economici, addirittura 2,4 miliardi nell’arco di un decennio, e i tempi biblici di pagamento. Sono queste le due più pesanti criticità della sanità calabrese secondo la Corte dei Conti: a evidenziarle è la sezione delle Autonomie della magistratura contabile nell’ultima relazione al Parlamento sulla gestione dei servizi sanitari regionali per gli anni 2022-23.
Nelle considerazioni di sintesi la Corte dei Conti rimarca come «nell’analisi del fenomeno della mobilità sanitaria interregionale, le Regioni con maggiore capacità attrattiva risultano quelle che nell’ambito della valutazione dei Lea ottengono i punteggi più elevati. Le Regioni “meno attrattive” sono, ad eccezione del Molise, quelle in piano di rientro (Abruzzo, Puglia, Sicilia, Lazio, Calabria, Campania). Se fino al 2021 la Regione che generava un ampio saldo positivo della mobilità interregionale era la Lombardia, per il 2022 e il 2023 il primato spetta all’Emilia-Romagna. La mobilità incide sulle entrate a disposizione di ciascuna Regione per il finanziamento del sistema sanitario, attraverso un complesso meccanismo di compensazione che può essere valutato solo in prospettiva pluriennale. In questa direzione – specifica la magistratura contabile – nell’arco di un decennio, la Lombardia si è trovata a disporre di risorse aggiuntive per 5,6 miliardi, l’Emilia-Romagna per 3,4, il Veneto per 1,3 e la Toscana per 1, il Molise per 282 milioni. Sul fronte opposto la Campania ha perduto risorse per 2,7 miliardi, la Calabria per 2,4, il Lazio per 2,2, la Sicilia per 1,9 miliardi».
Il report della Corte dei Conti analizza, tra le varie voci, quella dei tempi di pagamento dei fornitori, confermando anche qui le croniche difficoltà della sanità calabrese: «… E’ emerso un miglioramento generalizzato, che si riscontra, ad esempio, in Piemonte, Lazio e Puglia. L’introduzione della fatturazione elettronica è causa diretta del miglioramento nella gestione dei pagamenti, anche se occorre una maggiore attenzione all’utilizzo integrale della Piattaforma crediti commerciali, come segnalano puntualmente i verbali dei tavoli ministeriali. Rimane assai critica la situazione dei tempi di pagamento degli enti della Regione Calabria. All’interno del dato della Calabria, si registrano ampi scostamenti tra l’ente più efficiente, con un ritardo pari a zero nel 2019 e pari a -9 giorni nel 2021 e il soggetto più critico nel quale si scende da un ritardo di pagamento di 946 giorni a uno di 534. Destano attenzione anche i risultati emersi per gli enti del Molise e della Sardegna anche se in miglioramento rispetto agli anni precedenti». (c. a.)
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