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Ponte sullo Stretto, il ministro Piantedosi è sicuro: «Il presidio antimafia funzionerà»

Il titolare del Viminale spiega: «Non sarà un intralcio alla realizzazione, ha già funzionato con il ponte di Genova»

Pubblicato il: 22/04/2024 – 19:31
Ponte sullo Stretto, il ministro Piantedosi è sicuro: «Il presidio antimafia funzionerà»

SANTO STEFANO D’ASPROMONTE «Queste sono iniziative che noi promuoviamo non solo per il valore intrinseco e di per sé notevole, ma perché significa creare, attraverso un’azione simbolica di ridestinazione di un bene sottratto alla criminalità organizzata, le condizioni migliori per una destinazione che sia anche sociale e che quindi riguarda il benessere dei cittadini. E ci fa molto piacere farlo anche attraverso l’Arma dei Carabinieri». Lo ha detto il ministro dell’Interno Matto Piantedosi questa sera a Santo Stefano d’Aspromonte, a margine del taglio del nastro della nuova stazione dei Carabinieri nata all’interno di una bene sottratto alla ‘ndrangheta.
«Mi ha fatto molto piacere vedere, anche attraverso i ragazzi che erano presenti, i cartelli che avevano esposto, come è avvertita l’Arma dei Carabinieri in un territorio come questo. Qui, infatti, l’Arma dei Carabinieri non è solo una forza di polizia e un presidio di legalità, ma è lo Stato».

Il ponte sullo Stretto

Ai nostri microfoni il ministro ha parlato anche del progetto legato al ponte sullo Stretto e i rischi legati all’infiltrazione delle cosche di ‘ndrangheta (e Cosa nostra) nei cantieri. Su questo punto però Piantedosi è stato chiaro: «Ci sentiamo sicuri anche perché, attraverso un’architettura istituzionale che fa capo al Ministero dell’Interno, abbiamo già un’esperienza consolidata. L’abbiamo fatto in altre importanti occasioni di realizzazione di grandi opere, per quanto il Ponte sullo Stretto sarà di dimensioni molto grandi, mi ricordo una tra tutte ovvero il ponte di Genova, dove siamo riusciti a coniugare velocità della realizzazione ma anche un solido presidio antimafia». «Quindi non è vero che il presidio antimafia, che ormai riusciamo a mettere in campo, sia un intralcio alla velocità e alla realizzazione delle opere, ma possono andare di pari passo e sarà così pure sul Ponte sullo Stretto». A proposito degli espropri che riguarderebbe anche famiglie di condannati per ‘ndrangheta, il ministro è stato chiaro: «Le cose che saranno fatte si vedrà, ma l’importante è rispettare la legge, caposaldo e indirizzo di tutti noi». (m.r.)

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