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l’inchiesta

Fatture per sanificazioni mai effettuate: il “sistema” per ottenere crediti di imposta

L’inchiesta della GdF di Catanzaro ha svelato il “modus operandi” di alcuni imprenditori. Truffa e associazione per delinquere i reati contestati

Pubblicato il: 23/04/2024 – 15:01
Fatture per sanificazioni mai effettuate: il “sistema” per ottenere crediti di imposta

CATANZARO Un modus operandi tanto semplice e lineare quanto sorprendente. Bastava contattare gli imprenditori sul territorio nazionale, proporre loro lavori di sanificazione a causa del Covid-19 e farseli pagare attraverso la cessione del credito di imposta. È quanto sono convinti di aver scoperto i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro, coordinati dalla Procura della Repubblica del capoluogo.

Il sistema

Ad occuparsi dei “fantomatici” lavori sarebbe stata la società “D.G.R.” di Damiano Buoncore, per il quale è stata disposta la misura interdittiva dall’esercizio dell’attività imprenditoriale. «Dai riscontri effettuati – come riporta il gip nell’ordinanza – si è appreso che gli imprenditori, molto spesso fidandosi di Buoncore e cedendo le proprie credenziali, hanno effettivamente ceduto il credito di imposta, anche se i lavori di sanificazione e adeguamento locali non sono mai stati effettuati». Ciononostante, venivano emesse le fatture dei fantomatici lavori di sanificazione, che, dunque, attenevano a operazioni inesistenti. Per come è emerso dalle indagini, poi, il credito acquisito illecitamente sarebbe stato parzialmente «ceduto a Poste Italiane spa, trasferito o ceduto a titolo oneroso a soggetti terzi soggetti, che lo hanno utilizzato in compensazione o è stato direttamente utilizzato in compensazione dalla stessa ditta individuale D.G.R. Service Constructions di Damiano Buoncore, da Enrico Dandolo e da società a questi riconducibili». Anche per quest’ultimo è stata disposta la misura cautelare dell’interdittiva dall’esercizio dell’attività imprenditoriale.

La denuncia

Tutto è partito dalla denuncia della titolare di un’azienda risalente al giugno del 2021, dopo aver effettuato una segnalazione all’Agenzia delle Entrate di Bergamo, «riferendo che nei mesi precedenti era stata avvicinata da Patrick Olivieri – tra gli indagati – il quale la informava che, a fronte delle difficoltà lavorative discese dalla pandemia, lo Stato aveva messo a disposizione un credito di imposta che avrebbe potuto cedere a una società che, in cambio, le avrebbe sistemato il bar di sua proprietà». All’uomo, dunque, avrebbe consegnato le proprie credenziali SPID ma, la consulente dell’imprenditrice, si sarebbe subito accorta della «fittizietà dei dati riportati», scrive il gip. La consulente ha così contatto Olivieri «il quale provvedeva all’emissione, il 30 aprile 2021, di una nota di credito da parte della D.G.R. che, stornando la precedente fattura, confermava la reale inconsistenza delle relative prestazioni, sebbene, il 10 aprile 2021, fosse già avvenuta una cessione del credito». Da qui, dunque, partono i controlli.

I primi riscontri della GdF

Secondo le indagini e come riportato dal gip nell’ordinanza, quindi, Buoncore «si sarebbe procurato una parte dei crediti inesistenti per mezzo della “D.G.R.” e della “KRISTAL s.r.l.” che rappresenta, per un ammontare complessivo di 96mila euro. Avrebbe poi provveduto alla cessione di crediti d’imposta illecitamente acquisiti, direttamente a Poste Italiane Spa, per un importo complessivo di 995.742,97 euro; effettuato compensazioni con crediti inesistenti per un importo complessivo di 34.864,29 euro; acquisito credito d’imposta, attestato per sé stessa dalla D.G.R. Service Constructions, ovvero per il tramite della Kristal srl da lui rappresentata».  Dandolo, invece, sarebbe il «maggiore beneficiario dei crediti di imposta, in quanto avrebbe acquisito per sé e per imprese a lui riconducibili, una quota consistente del credito di imposta pari a 675.000 euro», scrive ancora il gip.  

Le contestazioni

Agli indagati, poi, è contestato il reato di truffa aggravata. Secondo l’accusa, infatti, strumentalizzando l’erogazione dei crediti di imposta «con artifici e raggiri consistiti nel simulare di offrire, per conto della “D.G.R. Service Constructions” di Damiano Buoncore prestazioni di sanificazione di locali ad imprenditori e professionisti sparsi su tutto il territorio nazionale, nell’inoltrare comunicazioni mendaci all’Agenzia delle Entrate a nome dei “clienti” nelle quali dichiaravano contrariamente al vero di aver sostenuto spese e, quindi, simulando la maturazione a carico di questi soggetti dei requisiti per l’ottenimento del bonus fiscale nonché nel far apparire la ditta D.G.R. quale cessionaria di tali crediti». Già perché – come riporta il gip – gli indagati, con il proprio comportamento, «avrebbero tratto in inganno l’Agenzia delle Entrate nella misura in cui hanno dichiarato l’effettuazione di lavori di sanificazione in realtà mai eseguiti», ottenendo così «crediti di imposta inesistenti per un valore pari a euro 2.099.100,00, con ingente danno per l’Erario». (Gi.Cu.)

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