CATANZARO «Onorevole? No, non mi posso abituare…». Esordisce così Mimmo Lucano, neo europarlamentare e di nuovo sindaco di Riace, oggi a una mostra in tema di migranti a Catanzaro, confidandosi con i giornalisti con il suo ormai quasi leggendario tratto spontaneo e senza sovrastrutture, il tratto di chi ancora riesce a stupirsi e anche a stupire. Ecco come Lucano racconta a ai cronisti questi giorni che lo stanno vedendo impegnato con le prime prese di contatto con l’Europarlamento e con il recupero di Riace come quel modello di accoglienza e di integrazione dei migranti che lui aveva costruito e che gli ha anche procurato più di una grana, ora sostanzialmente risolta. «Non mi aspettavo questa accoglienza molto affettuosa, per me – ha sostenuto Lucano – è stata una cosa imprevista perché sono passato in breve tempo da una storia giudiziaria a una doppia riscossa, e questo mi riempie di orgoglio perché vuole dire che ci sono i presupposti per continuare ad avere speranza, viviamo un periodo difficile nel quale le destre sembrano avere dappertutto il sopravvento. Non è facile individuare soluzioni, ma non abbiamo tante altre alternative tranne che continuare a lottare, a prescindere dai ruoli: io adesso sono sindaco ed europarlamentare ma ancora non mi sono nemmeno immedesimato nemmeno sul piano psicologico. Sono stato a Bruxelles, ma l’unica cosa di cui sono sicuro è che non ci saranno differenze tra quello che sono sempre stato e quello che sarò, sono primo di tutto un calabrese che vive in una realtà segnata da emigrazione e dalla presenza della criminalità organizzata che ci opprime e che come sindaco ho avvertito sulla mia pelle. Poi, Riace ha già fatto sentire la sua voce: devo portare con me una storia e accettare una sfida davanti all’Europa. Non era immaginabile che una piccola realtà di 400 persone facesse questo clamore nel mondo, ora voglio che questo clamore diventi qualcosa di concreto. La mia calabresità, che nasce dal senso dell’accoglienza, si è mescolata con un’utopia politica: io – ha quindi rimarcato Lucano – non sono stato eletto con un partito politico, ma con un ideale sì, un ideale fortissimo che è stato il movente della storia giudiziaria, usato per infangare una storia giudicata pericolosa».
Ma c’è anche una attualità da considerare, come quell’ennesima tragedia dei migranti al largo della Calabria e di Roccella sulla quale è calata una pesante coltre di silenzio: «Ho provato una forte rabbia. Non volevo partecipare alla fiaccolata organizzata dalla Caritas perché – ha detto ancora Lucano – avevo troppa rabbia perché ho rivisto le stesse immagini di Cutro, quando l’attuale governo italiano ha toccato il suo momento più basso e la destra ha avuto il cinismo di organizzare una festa di compleanno mentre il mare restituiva le vittime anche di bambini. Questo non si può dimenticare: possono vincere le elezioni ma resta il fatto che la destra appartiene a una dimensione in cui la politica diventa disumanità. A Roccella c’è stato in più un black out dell’informazione, non si sono viste nemmeno camere ardenti perché evidentemente si vergognano». Quanto alla polemica suscitata dalle parole di Vittorio Feltri, che ha paragonato Ilaria Salis fotografata all’Europarlamento a una cameriera di Catanzaro per il modo in cui era vestita, Lucano ha detto: «Non riesco nemmeno con il pensiero a dare importanza a come ci si veste, lì c’era anche Carola Rackete, lì ho visto persone spontanee e non ingessate, così dovrebbe essere la politica. Noi abbiamo l’orgoglio e la fierezza, così ci presentiamo noi del Sud, il resto non mi interessa». (c. a.)
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